Il nuovo PdR dalla Boschi a Francesca Barra

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Gian Franco Ferraris

di Gian Franco Ferraris – 28 gennaio 2018

Dopo giorni travagliati e continui rinvii sono state presentate le candidature del Pd, Renzi ha portato a termine la trasformazione del Pd in un PdR composto di fedelissimi 160 candidati in collegi ritenuti vincenti su 200.  Molti gli scontenti, nella minoranza ma non solo. Si è arrabbiato anche il ministro Carlo Calenda.

“Quale è il senso di non candidare gente seria e preparata, protagonista di tante battaglie importanti come De Vincenti, Nesi, Rughetti, Tinagli, Realacci, Manconi. Spero che nelle prossime ore ci sia un ravvedimento operoso. Farsi del male da soli sarebbe incomprensibile” Tweet di Carlo Calenda – 27 gennaio 2018

La formazione della lista è stata pure condizionata dai continui spostamenti di Maria Elena Boschi che dopo aver peregrinato nei collegi di tutta Italia è finita nell’uninominale di Bolzano oltre che in qualche “proporzionale”.

Tra le novità è passata quasi inosservata la candidatura di Francesca Barra nel collegio di Matera-Melfi. La giovane donna ha scritto sulla pagina facebook:

Ringrazio il Pd e il Segretario Matteo Renzi per aver annunciato la mia candidatura in Basilicata, nel Collegio Matera- Melfi- che accetto con orgoglio, commozione e responsabilità. 
E’ sempre stato il mio sogno poter contribuire alla bellezza dei valori del nostro Paese e la mia regione è il luogo da cui è partito tutto. Mi sono laureata con una tesi sulle donne in politica. Il mio lavoro è sempre stato teso verso gli interessi comuni, la libertà, la difesa dei diritti. E partire dalla mia la terra che non ho mai tradito, che amo, che difendo, che promuovo da sempre, è la realizzazione del progetto di quella bellezza e di quel sogno. Io vi prometto onestà intellettuale e onestà morale. Vi prometto che non vi deluderò, non vi abbandonerò, che proseguirò le mie battaglie condividendole con voi, con gli indifesi, gli ultimi, le donne, le mamme, le famiglie, i nostri figli, gli uomini e le donne che sognano- con me- un luogo giusto, migliore.
Oggi è un giorno speciale. Lo dedico a voi e al lavoro che faremo insieme in questi giorni di campagna elettorale. Ma soprattutto a quelli che verranno. A presto.
Per ora grazie. Grazie davvero.

Nell’estate del 2015 Nanni Delbecchi su “Il Fatto Quotidiano” aveva fatto di lei un ritratto piuttosto impietoso:

Francesca Barra se non ci fosse bisognerebbe inventarla; invece c’è, ma a quanto pare la si vuole inventare lo stesso. A partire dalla fulminante intervista a Matteo Renzi, la Barra è stata protagonista dell’unica ascesa di questa stagione televisiva: cose che riconciliano con la meritocrazia. Eccola protagonista con Gian Luigi Paragone di In Onda, al debutto lunedì su La7.

Una volta c’erano la velina bionda e quella mora; adesso la bionda è rimasta, però è diventata giornalista, e al suo fianco ha il giornalista moro, anzi “ateniese”, come Paragone si è autoproclamato.

Diciamo la verità: questi talk estivi sono un puro atto di maramalderia televisiva, si uccide un telespettatore morto con la solita aria fritta, il solito scatto isterico di Feltri (“Mi avete rotto le balle e mi avete anche fatto venire in periferia”: sulla periferia, difficile dargli torto) il solito collegamento di Matteo Salvini, e il deputato del Pd Khalid Chauki impegnato a schivare il fuoco xenofobo.

Parrebbe un deja-vu; ma grazie alla barretta energetica tutto assume un tocco dadaista, e soprattutto internazionale. Non si capisce più se siamo a In Onda oppure a Giochi senza frontiere oppure a Bell’Europa: si salta da Sousse a Ventimiglia (“A proposito di spiagge”), da Dublino a Bruxelles, ad Atene.

Ovunque ci si trovi, la Barra resta dritta. Non si limita a arrampicarsi, vola più di Pindaro. Mentre Chauki ricorda a Salvini che la Lega ha sottoscritto il trattato di Dublino, lei cala l’asso: “Salvini, cosa voterebbe al referendum greco?”. E non c’è “grande interrogativo” che le sfugga.

“L’Europa dell’integrazione può reggere il fallimento della Grecia?”. Oppure: “E’ importante capire chi sia il nemico: un musulmano che uccide durante il Ramadan, che musulmano è?”. Giusto, che musulmano sarà mai? Sarà diverso dal musulmano che uccide dopo essersi rimpinzato di kebab? Queste non sono domande delle 100 pistole; come minimo, dei 100 kalashnikov.

-.-.-.-.

Nel marzo del 2017 Francesca Barra ha rilasciato questa intervista che a me pare sincera e che è anche uno spicchio e specchio del mondo oggi:

Alberto Dandolo per Dagospia

Ci dà appuntamento in una scuola di pole dance sui Navigli, quartiere milanese noto per la sua vivacità e trasgressione. La troviamo in autoreggenti e culotte di pizzo attaccata a un palo. Ha un fisico statuario e un notevole stacco di coscia, nonostante abbia 3 figli (l’ultima è nata appena 6 mesi fa), un marito da 13 anni, il tesserino da giornalista professionista, un nuovo romanzo edito da Garzanti in uscita e una carriera in ascesa.

Scusi signora Barra mi si fa trovare attaccata a un palo mezza nuda, poi non si lamenti se le danno della “donna leggera e dai costumi facili”…

(Ride..) Ecco, è proprio questo il punto. In molti non hanno ancora capito che sono una donna ricca di contrasti. Non amo le vie di mezzo e credo che nella vita le omologazioni non siano mai sinonimo di intelligenza. Facile classificare la gente, complesso e faticoso andare oltre gli stereotipi. Posso essere una buona madre e un’ottima professionista anche indossando un tacco 15 aggrappata a un palo da discoteca.

Eppure su di Lei se ne sono dette davvero tante…

La gente parla, ama parlare. Per invidia, per insicurezza o semplicemente perché rosica. Non riesce a farsi una ragione che una ragazza piacente e libera possa essere anche una brava giornalista. Tutti parlano dei miei amanti ma dimenticano i miei inizi in Parlamento come addetta stampa della Lega, il mio impegno contro le mafie, i miei documentari su Sky e i miei anni di giornalismo impegnato a Radio Rai 1. Le do’ una notizia a proposito di Rai…

Mi dica…

Il mio vero scopritore è stato Campo Dall’Orto, l’attuale numero uno della Rai. Fu lui a scoprirmi oltre 13 anni fa e a farmi fare un programma su La 7 con Dario Vergassola. Poi è arrivato Antonello Piroso con cui ho lavorato per anni e con soddisfazione.

Nell’ambiente si mormorava che Piroso l’abbia “scoperta” veramente…ma in senso biblico.

(Ride..) Hanno fatto tante illazioni su di me. Soprattutto all’inizio. Pensi che una persona mi mando’ addirittura un sms minacciandomi: “non ti basterà una pala per sotterrarti tanto fango ti getterò addosso”. Addirittura una giornalista di Libero scrisse alcuni minuti prima che iniziasse una conferenza stampa di Urbano Cairo in cui si annunciava la mia partecipazione ad “In Onda” che Cairo non mi aveva nominata e che io ero disperata. Ma la conferenza non era ancora iniziata e Cairo nominò me e Paragone eccome.

Quindi solo pregiudizi sul suo conto?

No, anche pregiudizi. Io non sono una santa, non voglio esserlo e non lo sono mai stata. Mi piace il sesso. Il sesso è gioco, divertimento, fantasia, allegria. Ma mi creda sul mio onore, non l’ho mai data per lavorare, quella è prostituzione. Sesso solo e sempre per piacere tout court. E questa cosa fa impazzire I miei detrattori.

Nell’ambiente i racconti sul suo conto sono molto più hard…

Lo so e me ne rammarico. All’inizio ne ho sofferto molto, entrai anche in depressione, non riuscivo ad alzarmi dal letto. Poi è stato mio marito a prendere la situazione di petto e a farmi reagire. Insieme a lui un grande aiuto me l’ha dato Lucio Presta. Lui oltre ad essere il mio agente è un uomo saggio, con le spalle larghe. Mi disse: “Francesca fatti una risata e guarda avanti”. Per non parlare di Giampiero Mughini, testimone di battesimo di uno dei miei figli, anche lui mi è stato molto vicino.

Si sta dipingendo come Santa Maria Goretti. Non mi dica che a suo marito non ha mai fatto un cornino…

Io e Marcello ci siamo lasciati per un periodo. Ed entrambi abbiamo detto all’altro ciò che dovevamo sapere. Il nostro non è mai stato un rapporto convenzionale. Siamo una coppia sincera, aperta e soprattutto sappiamo tutto l’uno dell’altro. Il 90% dei flirt che mi sono stati attribuiti sono falsi.

Ecco, parliamo del 10% vero. Gliel’ha data a Roberto Saviano?

Io questa bugia non l’ho mai sentita. Evidentemente le tue fonti hanno il complesso di non essere riuscite ad occuparsi di mafia o di cronaca, senza relazioni. E poi sai qual è la vera barzelletta su Saviano? Sarebbe stato complesso (ride…). Ha la scorta e i suoi movimenti sono monitorati h24. Altro che pettegolezzi. L’avreste saputo tutti e subito.

Su, mi faccia un nome di un suo amante famoso…

Le rispondo con le parole del mio amico Giuseppe Cruciani: “si fa l’amore ma i nomi non si fanno”.

Cosa ama a letto?

Tutto. Sono una donna piena di fantasia. Ma non amo il sadomaso e il sesso di gruppo. Per il resto non ho molti limiti.

Cioè?

Ai bei tempi, quando non c’erano i social e le telecamere, con mio marito lo abbiamo fatto all’aperto. In pieno centro a Roma, durante una notte bianca. Eravamo per strada ed è scoppiata la passione. Io l’ho preso e trascinato con me in un anfratto e abbiamo fatto l’amore in modo selvaggio.

Lo ha violentato?

No. Deve sapere che io ho un approccio molto maschile al sesso. Pensi che alcuni miei amici mi chiamavano “Bim Bum Bam”.

francesca barra ed edoardo leoFRANCESCA BARRA ED EDOARDO LEO

E che significa?

Che sono una rapida, veloce. Non amo I preliminari, le candele accese e la musica di sottofondo. Vado subito al sodo. Non perdo tempo.

La sua posizione preferita?

In piedi, nuda e col tacco 15. Non amo stare in orizzontale. Preferisco la verticalità.

Le donne mi amano molto. Non le nascondo che nell’ultimo periodo sono corteggiatissima dal gentil sesso. Non ho mai sperimentato l’amore saffico. Se dovesse capitare mi sentirei meno in colpa e lo confesserei subito a mio marito. Ma la verità è che mi piacciono solo gli uomini.

Si dice che lei sia scesa a compromessi per fare tv. Perchè?

Ma chi lo dice? 

Importante capire da dove arrivino le informazioni. Anche perché se fosse vero da anni avrei avuto ben altri incarichi. Chi ha lavorato con me ha profonda stima. Mai messo in discussione il mio curriculum. Fa comodo pensarla in questo modo. Io sono una persona trasversale: parlo di calcio, politica, cronaca, cucina. Io non mi sono mai sposata con una rete televisiva e ne tanto meno con un settore giornalistico. Sono onnivora. A breve mi vedrete in un programma su una grossa rete tv e non dirò addio alla radio, dopo la cancellazione mio malgrado della “Giungla” con  Gianluigi Paragone.

Anche il suo rapporto con Paragone fu molto discusso…

La verità? Ad “In Onda” , programma che conducemmo assime, mi volle il suo autore storico Sergio Bertolini. Vedi quanti pregiudizi? Ma siamo molto amici io e Gianluigi, pur essendo profondamente diversi. Esiste l’amicizia fra uomo e donna, possibile che ci siano ancora persone così bigotte?

Con chi farebbe una notte di sesso estremo?

No, sesso estremo no. Con nessuno degli amanti che mi hanno affibbiato. L’unico uomo per cui farei pazzie è Marco Giallini. Un attore che amo. Ma non per lui, amo follemente i suoi personaggi. Sono così. Celebrale. Ma anche monogama .

Mi dica almeno la cosa più estrema che a fatto a letto?

Unire il cervello al basso ventre.

-.-.-.-.-.

Nel nuovo PdR è curioso che Renzi si è candidato al Senato che voleva abolire come una spesa inutile, ma tant’è l’uomo è fatto così e che il Pd si trasformasse in PdR non ci voleva molta intelligenza politica ed era di facile previsone, io stesso ad agosto al tempo di Pisapia avevo scritto:

“Queste riflessioni sono piuttosto semplici e stupisce che politici di professione e accorti come Prodi, Orlando, Pisapia possano sostenere una tesi così sbagliata.

E’ comprensibile che i protagonisti di questi 25 anni di politica abbiano nostalgia dell’Ulivo prima maniera, ma basta alzare lo sguardo per comprendere che l’Ulivo è stato l’albero principale del Pd, un disegno politico che è passato rapidamente dalla vocazione maggioritaria a quella minoritaria –  senza rendersene conto.  La mutazione genetica del PD è stata un fallimento  e il Pd è incapace di produrre qualsiasi frutto positivo per il Paese, anzi sorge il dubbio che gli obiettivi veri non corrispondano a quelli nobili dichiarati ma che alla fine si tratti di un semplice regolmento di conti all’interno del Pd e del centrosinistra.

D’altra parte, è scontato che dopo le elezioni i deputati del Pd  si ridurranno drasticamente di circa 200 parlamentari e se sarà Renzi a fare le liste è facile prevedere la decimazione dei deputati e senatori delle correnti di Orlando e Franceschini. E pure a sinistra del Pd potrebbe prevalere il tentativo di salvare i piccoli bunker del ceto politico sopravvissuto nelle formazioni a sinistra del Pd.”

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.