Eroi, mostri e il matrimonio sacro

per tonigaeta

di Antonio Gaeta, 16 gennaio 2019

Per capire ulteriormente l’importanza del mito di Minosse, Teseo, Arianna e il Minotauro ritengo opportuno riportare le considerazioni che Riane Eisler fa in un altro suo documentato saggio, che risponde al titolo “Il piacere é sacro – Potere e sacralità del corpo e della terra, dalla preistoria ad oggi” (FORUM Edizioni). In esso, dopo aver riassunto la trama del mito, R. Eisler scrive: “Si tratta di una storia affascinante (che viene proprio a proposito del confronto tra civiltà Cretese e Attica, ndr). Un aspetto particolarmente interessante in questa storia è la degradazione del re Minosse. In narrazioni precedenti, Minosse è ben lungi dall’essere un malvagio. Omero ne parla con grande ammirazione e, qualificandolo come importante personaggio dell’epoca micenea, lo definisce figlio di Zeus medesimo. Esiodo lo descrive come il legislatore più giusto e ispirato dell’antichità. Dunque e senza alcun dubbio, la degradazione di Minosse riflette la fine del controllo miceneo sul Mediterraneo e il graduale consolidarsi del potere ateniese…omissis”

R. Eisler poi prosegue scrivendo: “Se osserviamo la storia alla luce di quanto sappiamo degli importanti ruoli svolti dalle donne cretesi ancora in epoca micenea, tratto ancor più interessante è il modo in cui il mito si occupa di Arianna. Costei, come la regina dei feaci Arete, che Omero ricorda nell’Odissea, probabilmente era ancora venerata dal suo popolo, quale rappresentante in Terra della Dea. Tutto lascia pensare che anche in questa leggenda ateniese, Arianna fosse comunque una donna di grande prestigio. È lei a detenere il segreto del labirinto, come Inanna negli inni sumeri sembra cogliere il significato del viaggio iniziatico nell’oltretomba (1). Ed è ancora lei a conoscere il segreto per tornare nel mondo dei pretendenti re… omissis”

Tuttavia, nello stesso mito la conoscenza e il viaggio non sono più parti essenziali di un ciclo religioso, che coinvolge sesso, morte e rinascita, come nelle migliori tradizioni delle civiltà matrilineari.

Neanche si può dire che nel percorso labirintico la figura femminile svolge il ruolo principale. Si tratta, infatti, di un viaggio intrapreso in solitudine da un eroe attico, estraneo alla cultura matrifocale di Creta, della cui conoscenza egli si avvale, prefigurando in qualche modo ciò che accadde nella realtà tra Creta e Attica, prima della 4′ invasione indoeuropea..

Un viaggio, pertanto, che non è simile a quello cantato negli inni Sumer di Inanna: ovvero nel regno della Dea ctonia Ereshkigal, sorella maggiore di Inanna e regina già espropriata del suo ruolo da parte di un dio guerriero (Assiro-babilonese, fintosi “re sacro”). (2)

Si tratta, invece, di un luogo in cui un mostro, dotato di corna e zoccoli, molto simile al demonio della successiva iconografia cristiana, divora carne umana ! Elemento particolarmente indicativo quest’ultimo e in netto contrasto con la storia di Inanna e di Dumuzi, nella quale essa ritorna dall’oltretomba, per continuare a governare il suo popolo. La storia di Teseo e di Arianna ha, infatti, un ben diverso finale. Per lui termina con un viaggio trionfale in patria, dove diventerà re, ma per lei terminerà con la sconfitta del suo popolo, nonché il tradimento (Teseo poi sposerà la sorella minore Fedra) e l’abbandono sulla lontana isola di Nasso (Naxos).

Come alcuni dei [pre-ellenici] quali Zeus, Apollo e Ares, sebbene con caratteristiche diverse, erano stati ripresi dalla religione indoeuropea, così alcuni eroi pre-ellenici (Teseo, Ercole, Perseo) furono ripresi come rappresentazioni idealizzate degli uomini, che ormai andavano sottomettendo il mondo antico ! (3)

In altri termini, il potente ancestrale archetipo della Dea e della sacerdotessa, ovvero della sua rappresentante in Terra, era ormai stato alterato radicalmente.

Altrettanto era avvenuto dell’istituzione del ‘matrimonio sacro’, che ormai non si celebrava più nella terra della sacerdotessa o della regina, come avrebbero richiesto la matrilinearità e la matrilocalità.

Questo si svolge, invece, nella patria di Teseo, dove egli ha condotto la piccola Fedra, allevata come un membro della sua famiglia: un chiaro riflesso del passaggio dalla matrilinearità alla patrilinearità e dell’usanza ateniese di maritare le fanciulle in tenera età.

Ma questi rapporti sessuali radicalmente alterati, prima tra Teseo e Arianna e poi tra Teseo e Fedra, non sono l’unico modo in cui l’antico ‘matrimonio sacro’ è cooptato e svilito in questo mito che ruota sulle gesta di un principe/re greco. Ancora più drammatico è il modo in cui esso viene svalutato, distorto e in sostanza parodiato nel racconto della nascita del Minotauro.

Il mito narra, infatti, che questi è figlio della moglie di Minosse, la regina Pasifae. Peraltro non è figlio legittimo o naturale, ma di un magnifico toro bianco, di cui il dio del mare Poseidone fa in modo che Pasifae si innamori, per punire Minosse di non averglielo sacrificato. Sembra di cogliere in tutto ciò un mondo di dispetti, che somiglia molto ad una inesauribile fiction americana !

Tuttavia, il toro come simbolo della potenza virile risale al Paleolitico, così come con tutta probabilità il mito della sacra unione sessuale del principio creativo femminile con un toro. (4) Questo collegamento tra il principio maschile e il toro è ancora chiarissimo negli inni di Inanna, che chiama Dumuzi il suo “toro selvaggio”, e più tardi nella Creta minoica e micenea, dove le corna della consacrazione o corna taurine erano importanti simboli religiosi, ovunque associati al culto della Dea.

Sembra dunque fuori dubbio che l’unione sessuale di Pasifae con il toro bianco sia ancora un ricordo del “matrimonio sacro”: quello del principio femminile rappresentato dalla Dea e del principio maschile rappresentato dall’antico Dio Toro.

Ma ormai, invece di essere un rito dal significato religioso fondamentale, esso viene presentato come la relazione illecita e innaturale della moglie del re. Inoltre, invece di portare nuova vita a primavera, o un fanciullo divino, che simboleggia il potere della Dea sulla nascita, la morte e la rigenerazione, questa unione sessuale produce un mostro assetato di sangue umano. In breve, come nei dogmi del cristianesimo medievale il sesso diventa “peccato”: ovvero nella leggenda di Teseo il matrimonio sacro tra Pasifae (in quanto rappresentante della Dea) e il toro bianco (l’antico Dio Toro) (5) diventa “adulterio” di una moglie infedele.

A completare l’opera, capovolgendo completamente miti e archetipi arcaici, il frutto di questa unione un tempo sacra è un demone malvagio e assetato di sangue, che curiosamente prefigura il demonio, con tanto di corna e zoccoli del più tardo mito cristiano, che per l’eternità tormenta gli esseri umani nel suo inferno sotterraneo. (segue)

NOTE:

(1)Vedi: https://www.nuovatlantide.org/alcune-considerazioni-sul-ciclo-di-inanna/

(2)Vedi : https://www.nuovatlantide.org/le-societa-matriarcali-e-patriarcali-le-classi-sociali-lo-stato/

(3) – Le considerazioni di R. Eisler che seguono le riporto tra le note, ma sono significative, per le finalità della ricerca sulle conseguenze nel corso dei millenni, fino ai giorni nostri: “Le qualità che questi eroi archetipi incarnavano non erano poi tanto diverse da quelle dei «veri uomini» epici dei tempi nostri, si tratti di Rambo o di James Bond. Erano killer incalliti, famosi per il loro potere non di dare ma di togliere la vita. Non esitavano a ricorrere alla menzogna e alla ruberia per perseguire i loro fini. E in un mondo in cui (alla fine anche a Creta) le donne andavano trasformandosi in proprietà del maschio, spesso erano non soltanto seduttori e stupratori, ma anche rapitori o ladri di donne. Inoltre, come nei film d’avventura di James Bond o di altri machi contemporanei, il sesso con le donne per questi antichi eroi greci era del tutto secondario e casuale. Poiché il sesso non era più un atto sacro legato al culto della Dea, ma era ormai connesso alla sovrana ambizione di conquistare e governare — con la violenza – soprattutto!”

(4) – In una grotta del Paleolitico ritroviamo un dipinto altrimenti inesplicabile di un animale cornuto che si erge su una donna incinta.

(5) – Un motivo comune tra molte civiltà pre-storiche in età neolitica fu l’identificazione del dio Dioniso con il Dio Toro del Paleolitico. Questa che é più di una ipotesi, é un altro significativo risultato delle ricerche della grande archeologa Marija Gimbutas, che permette molti collegamenti con la cultura greca post invasioni indoeuropee: la stessa che generò arti come quella drammaturgica, che costituiscono la fusione delle contraddizioni tra culture molto diverse. Quindi tragiche !

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