La comunicazione costa, e la politica si riduce a drenaggio di risorse

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti

La politica come comunicazione costa. Non c’è più, come un tempo, un partito che tiene i collegamenti con l’elettorato, e non basta più andare in TV a spiegare le proprie posizioni e i propri programmi. Adesso è necessario stupire, come in quello spot della Telefunken. Serve la fantascienza mediale, servono costosissimi effetti speciali, serve la post produzione, nonché l’occupazione costante dei social con le dirette tv, i profili falsi, una valanga di post ogni giorno mentre si mangia oppure mentre si racconta al mondo si essere un vincente anche se si perdono a raffica le elezioni (e magari c’è pure chi ci crede).

Avere alleggerito i partiti ha solo reso necessaria la loro surroga con la Tecnica e i suoi derivati. Ossia meno persone, meno partecipazione reale e più costi. Più il partito è piccolo, ad hoc e ad personam, più vi devono affluire euro. C’è poco da fare. La politica si riduce a drenaggio disperato di risorse. E allora spuntano i tariffari, i bancomat, i ragionieri, i cassieri invece dei dirigenti, degli intellettuali, dei militanti. La politica ha necessariamente perso in intelligenza, passione, sincerità, divenendo strategia mediale da preparare a tavolino con il guru che dà le direttive a dirigenti senza più un’anima.

Ma se tutto è calcolo comunicativo, come meravigliarsi se la politica sotto specie mediale si distacca dalla vita delle persone ridotte alla modalità di soggetti di un focus group? È questo il diaframma che si è pian piano ispessito, mentre i dirigenti divenivano uomini di spettacolo e i militanti dei tifosi. Al dibattito pubblico, al confronto, alla contesa, alla battaglia politica si è sostituita l’esibizione dei volti, la maschera mediatica, la finzione costruita a tavolino. Ai partiti, invece, le costellazioni di cerchi magici, i contenitori elettorali e la necessità impellente di ingentissime risorse da destinare agli eventi mediatici e social. Un totale inaridimento, dove emergono i guitti e le mezze figure. Niente più niente meno. La soluzione? Invertire l’attuale equilibrio: non la politica come ancella della comunicazione ma l’opposto. A queste condizioni, credo che la sinistra tornerebbe a essere protagonista e le mezze calzette tornerebbero invece nell’ombra da cui sono inopinatamente emerse. Matematico.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.