Autore originale del testo: Lucia Del Grosso
Url fonte: http://www.luciadelgrosso.it/?p=1821
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di Lucia Del Grosso – 24 febbraio 2016
Le mie impressioni su Cosmopolitica. Diciamo che mi sono fatta qualche domanda.
- Un appuntamento inutile, aria, fumo, fuffa? No. Tre giorni densi, un popolo disperso che finalmente è stato chiamato a confrontarsi, a porre domande, ad esplicitare aspettative. Anche se è un popolo che non ha molto in comune. Almeno si è capito che ha un unico tratto comune: un disagio confuso, un’opposizione molto emotiva e poco politica.
- E c’era bisogno della fatica di tre giorni di discussione per appurare che al momento Sinistra Italiana è un’armata brancaleone con tanto entusiasmo pronto a sgonfiarsi al primo nodo politico? Sì, perché i nodi politici prima si esplicitano e meglio è, prima vengono al pettine e prima si può sperare che si sciolgano.
- E sono venuti al pettine? Sì, ma abbiamo fatto un po’ tutti finta di niente. Domenica si sono succeduti interventi con divergenze sensibili, ma tutti applaudivano tutti. Inquietante.
- E quali erano questi nodi da sciogliere per ordinare un po’ le file, mica tanto, giusto per non partire in ordine sparso? Direi tre: il partito, l’euro e il lavoro, se dobbiamo assumerne la rappresentanza.
- E a che punto siamo rispetto a questi tre nodi? Direi a “caro compagno”, al vocativo. Abbastanza scontato per quanto riguarda la posizione rispetto all’euro e all’Europa, che sono ambiti in cui tutti abbiamo orizzonti un po’ sfocati, un po’ meno per quanto concerne il partito e il lavoro: analisi e proposte distanti.
- Mi aspettavo di più? Speravo in una qualche sintesi, in un sentiero in qualche modo delineato? Ma sicuramente no. Solo un inguaribile ottimista, e pure ingenuotto, poteva avere questa aspettativa. Dopo tre, quattro decenni di assenza di pensiero politico, all’improvviso la politica si alza e cammina come Lazzaro? Non scherziamo. Occorrerà una lunga camminata nel deserto, riannodare tutti i fili spezzati di un discorso interrotto e tesserne nuovi. Non sarà facile, siamo solo all’inizio.
- C’è però qualcosa che mi ha deluso, nonostante la consapevolezza che il cammino è ancora tutto da compiere? Sì. C’è un tema dirimente in cui siamo deficitari e non possiamo permetterci di esserlo, nemmeno ora che siamo all’inizio. Ed è la gravità della deriva in cui stanno scivolando l’Italia e l’Europa, in un intreccio letale di autoritarismo e liberismo, che non consente nessun cedimento governista, nessuna tentazione di compromissione con una sinistra solo nominale, che non solo non contrasta, ma addirittura accelera il compimento del disegno delle destre. Abbiamo avviato la costituzione di un nuovo soggetto politico proprio perché coscienti del pericolo che corrono la democrazia e i lavoratori, è inconcepibile nutrire la speranza di una riesumazione del centrosinistra: il centrosinistra non ha bisogno di pungoli e stampelle per tornare alle sue origini, è l’esercito trionfante che si prepara a sferrare l’attacco decisivo ai diritti e ai lavoratori. Il centrosinistra non ha UN problema, il centrosinistra è IL problema.
- Ma come è possibile che persista ancora questo equivoco? Com’è possibile che resista un’area che, pur essendo radicale, si illude ancora di poter spostare a sinistra gli equilibri del centrosinistra con alleanze elettorali? La risposta non può né deve essere banale, non può essere ridotta al “poltronismo”. Ma ha a che fare con il deserto politico che ci ha sfiancato, che ci ha tolto lucidità nel vedere il baratro in cui ci sta sprofondando la conquista delle destre degli spazi della sinistra e che ha fiaccato il coraggio di fare battaglia politica senza sconti, come richiede la radicalizzazione dello scontro. Come dire: manca l’analisi e poi non ho l’elmetto.




2 commenti
Analisi notevole, perfetta, sensata. Brava
“caro compagno … ti scrivo” …….. ops! mi manca la penna 😉