La Cirinnà e il metodo degli ‘scambi’ scellerati

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti,

di Alfredo Morganti – 24 febbraio 2016

Diciamo la verità. A Renzi della legge Cirinnà frega il giusto. Gli interessa di più mantenere e rafforzare, se possibile, il suo esecutivo. Che vuol dire dire potenziare il patto di governo con Alfano (godendo della non belligeranza delle autorità vaticane), mantenere nella propria orbita Verdini, continuare a giocare con la scarsa scaltrezza politica dei grillini, e tenere a bada la minoranza interna (i cosiddetti gufi). Per questo ha lanciato l’esca del ‘canguro’ (inutile e superfluo, visto che gli emendamenti si erano già ridotti fisiologicamente a 500), alla quale il M5S ha abboccato (e non poteva fare altrimenti, visto che il ‘canguro’ era stato usato, in altre circostanze, contro di loro), aprendo così la strada al patto scellerato che cancella le adozioni.

Le unioni civili, i diritti, sono diventati il campo operativo di una sordida (e nemmeno troppo) lotta per il potere e per il suo rafforzamento. Il terreno sopra il quale consolidare rapporti e relazioni politiche. La piattaforma su cui impiantare e concimare il partito della nazione (o chiamatelo come volete). Potrà apparire paradossale, ma è così. La genialità, diciamo, di Renzi è stata quella di consolidare una politica che toglie tutele sociali, mediante il campo aperto da un provvedimento che, a rigore, dovrebbe invece ampliare le tutele civili (ma non troppo, eh?). Acrobazie, si dirà. Sempre più difficili, tuttavia, anche perché, come scrive Stefano Folli su Repubblica, davanti a Renzi adesso c’è un forno solo, dato che quello del M5S in questa fase appare serrato, dopo la polemica sul canguro. È stato il premier stesso a dire che di Di Maio e soci non ci si può fidare. Gettandosi, così, nelle braci di Alfano, l’altro forno a disposizione.

Tutto questo mentre Grasso sancisce la impraticabilità degli emendamenti canguro e li cancella. Con ciò concedendo molte ragioni ai cinque stelle, che già ne avevano ben donde, visto che i ‘canguri’ (di ogni tipo e modalità) sono di fatto procedure antidemocratiche, utilizzate da chi non ha del Parlamento un ottimo giudizio, preferisce le trattative extraparlamentari a quelle istituzionali e sceglie di tessere trame piuttosto che scioglierle. Adesso il DDL Cirinnà verrà ‘ripulito’ da ogni richiamo alle adozioni che possa aprire la strada alle sentenze dei tribunali. E si tratterà di capire se questa legge, questa Cirinnà amputata di alcune parti essenziali, possa reggere il confronto dell’opinione pubblica, non solo quella gay. La propaganda di governo (se non uscirà bruciata dal forno alfaniano) dirà che si è fatto un passo avanti. Basterà rispondere che questo supposto passo avanti è stato compiuto mentre il terreno sotto i piedi veniva fatto scorrere all’indietro, scambiando diritti con rendite di potere. Metodo non nuovo, visto che in altri settori si è già fatto (vedi il jobs act, dove si sono ridotte tutele per ingraziare le organizzazioni imprenditoriali). E poi, in fondo, anche chiedere più flessibilità di bilancio in cambio di due coperte indosso ai migranti, che cos’è se non la proposta di uno ‘scambio’ scellerato di simil genere?

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.