Crisanti e Galli, situazione molto preoccupante. Bisogna intervenire presto e arrivare a bloccare e invertire la tendenza nelle prossime due settimane

per Gian Franco Ferraris
Fonte: Globalist

Durante la trasmissione ‘Cartabianca’ su Rai 3, è intervenuto Massimo Galli, il responsabile del reparto malattie infettive del Sacco di Milano: “Nel mio reparto l’aria è tornata l’aria di marzo: ci sono molte persone con una malattia grave e non sono quelle già in rianimazione”.

Lo scienziato ha proseguito: “Il trend è molto preoccupante. Bisogna intervenire presto e arrivare a bloccare e invertire la tendenza nelle prossime due settimane. Altrimenti, in termini di gravità, la situazione somiglierebbe terribilmente a quello che abbiamo già vissuto. A marzo siamo stati colti di sorpresa, avevamo migliaia di casi prima di accorgerci della malattia”.

“Era prevedibile da un paio di settimane che si sarebbe arrivati a questo punto” aggiunge Galli, sottolineando: “Ora bisogna invertire la tendenza, bisogna fare subito cose per non doverne fare di peggiori dopo. Le misure prevedevano correttivi che potevano essere adottati nelle singole realtà. In alcuni contesti la situazione impone di fare di più e implica la necessità di interventi più decisi. L’indicazione chiara e forte su cui sono chiamati i cittadini ad aderire è ‘state a casa il più possibile’ e evitare situazioni in cui sono presenti molte persone”.

Crisanti frena gli entusiasmi di Conte: “Il vaccino covid tra 2 mesi è irrealistico”

“La sfida per i prossimi mesi e nei prossimi due anni sarà tenere sotto controllo il virus, stiamo dando un vantaggio competitivo pauroso a Cina, Giappone, Corea”

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Andrea Crisanti, virologo dell’Università di Padova, si riferisce alla possibilità che il vaccino contro il Covid sia pronto tra due mesi.

“Forse fra due mesi arriverà qualcuno che dice ‘abbiamo un vaccino’. Ma da lì a fare uno studio pilota e poi a distribuirlo, passano tanti mesi”, ha detto a Sky Tg24.
Alla domanda se questa estate abbiamo perso un’occasione importante, l’esperto ha risposto: “Sulla base di quello che stiamo vedendo adesso abbiamo messo a rischio sia i sacrifici che hanno fatto gli italiani che sono restati a casa due mesi sia l’economia, un sacrificio che ci è costato 150-160 milioni”.
“La sfida per i prossimi mesi e nei prossimi due anni sarà tenere sotto controllo il virus, stiamo dando un vantaggio competitivo pauroso a Cina, Giappone, Corea, cioè a tutte quelle economie che sono riuscite a controllare l’epidemia”. “Fare paragoni con altri Paesi europei è da vili”, ha affermato ancora.

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