D’Alema: “Una pace giusta in Medio Oriente? Passa attraverso elezioni e nuove leaders

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fabio Martini
Fonte: La stampa

D’Alema: “Una pace giusta in Medio Oriente? Passa attraverso elezioni e nuove leaders

La storia si è messa a correre ad una velocità inaudita e verso orizzonti imprevedibili e tuttavia si stanno aprendo spazi per leader e Paesi coraggiosi, proprio per questo l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema, già protagonista di significative mediazioni in Medio Oriente, ritiene che per salvare quell’angolo martoriato di mondo sia il momento di esercitare un’azione, a cominciare dall’Europa, perché finalmente si arrivi ad un ricambio di entrambe le leadership, quella di Israele e quella di Hamas.

Per D’ Alema è soprattutto Israele che deve sentire il peso di una «pressione da parte della comunità internazionale» e come primo passo verso la pace, l’ex presidente del Consiglio ha indicato una suggestione che inizia a farsi strada: l’auspicio che si possano «svolgere le elezioni in Palestina e in Israele perché è evidente – come ha detto con molto coraggio il cardinale Pizzaballa – che il futuro di quel mondo non può essere nelle mani di una leadership sotto accusa per crimini internazionali da una parte e dall’altra parte di una leadership priva di forza e di legittimità».

Lo scenario che D’Alema indica come un possibile obiettivo di una pressione internazionale è, da una parte, far «emergere dalla società palestinese una leadership non compromessa con la corruzione e l’autoritarismo e non compromessa con il fondamentalismo e con il terrorismo», così come in Israele va incoraggiata «una spinta a liberarsi dell’attuale governo, condizionato in modo determinante da una destra razzista violenta» con i «ministri che incitano alla tortura nelle carceri».

Nella Sala Berlinguer del Gruppo Pd della Camera Massimo D’Alema interviene durante la presentazione dell’ultimo numero della rivista «Italianieuropei» interamente dedicato all’incendio mediorientale, saggi e articoli uniti da un obiettivo indicato in copertina: «Una pace giusta». Accanto a D’Alema c’è il presidente della Commissione Esteri della Camera Giulio Tremonti, già ministro dell’Economia dell’ultimo governo Berlusconi, nel 2022 rieletto nelle liste di Fratelli d’Italia che, pur non condividendo alcuni passaggi di «condanna nei confronti di Israele», ha convenuto sulla qualità dei contributi presenti nella rivista e nel convegno. E in effetti gli interventi hanno proposto, non un coro monocorde “pro-pal”, ma «voci diverse per una pace giusta», come ha spiegato D’Alema.

Presentazione e convegno nel corso del quale sono intervenuti padre Ibrahim Faltas, francescano di stanza a Betlemme («qui cristiani e musulmani stanno tutti male, hanno perso la fiducia») l’ex primo ministro israeliano Ehud Olmert, da sempre critico verso Netanyahu e da Ramallah l’informatissima e indipendente free lance Francesca Bprri che ha invitato gli esponenti della sinistra a farla finita di replicare missioni effimere e autocelebrative in quelle zone martoriate, provando invece ad interpellare e fare pressioni sui palestinesi per sciogliere il «nodo Hamas».

Per il resto diverse variazioni sul tema. Come quando D’Alema ha sostenuto che «ogni tentativo di costruire una soluzione politica dei conflitti mediorientali aggirando la questione palestinese, come si cercò di fare con la pace di Abramo, è un tentativo destinato a fallire».

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