Fonte: La Giustizia -quotidiano on line dell'associazione socialista liberale -
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Non è che ci svegliamo con l’ossessione di Trump e di parlare per forza di lui.
Ma ogni mattina ne spara una talmente clamorosa che è impossibile non occuparsene.
Un “dittatore mai eletto”, “un comico mediocre” che “rifiuta di indire elezioni, è molto giù nei sondaggi ucraini e l’unica cosa in cui è stato bravo è l’aver suonato Biden come un violino”.
Che stile!
Sono le parole che Trump ha dedicato a Zelensky e alle quali hanno fatto l’eco quelle del suo Vice Jd Vance che gli ha mandato un messaggio suggerendogli di “piantarla”.
Poi parlando con i cronisti del Daily Mail ha aggiunto: “L’idea che faccia cambiare idea al presidente parlando male di lui sui media di tutto il mondo è un modo tremendo di trattare questa amministrazione”.
Infine l’intervento del tuttofare Elon Musk: “Zelensky non può affermare di rappresentare la volontà del popolo ucraino a meno che non ripristini la libertà di stampa e smetta di cancellare le elezioni!”.
E poi l’ultima chiosa di Trump coinvolge anche l’Europa: “Dittatore senza elezioni, Zelensky farebbe meglio a muoversi in fretta o non gli rimarrà un Paese”, vantandosi poi che sta “negoziando con successo la fine della guerra con la Russia”, e affermando in chiusura che “l’Europa ha fallito nel tentativo di portare la pace”.
Sono solo parole diranno i Trumpiani di casa nostra.
Certo ma sono parole che rivelano quel che sta succedendo.
Primo: a Trump non interessano processi di pace né in medioriente né in Ucraina ma interessa appropriarsi di territori o di acquisire il diritto di sfruttare quei territori.
Secondo si muove ed agisce con una prepotenza indegna, non solo di un Presidente, ma di una qualunque persona rappresentante di soggetti pubblici che abbia il senso della misura e della moderazione.
Terzo il suo obiettivo è annientare la comunità europea, sottoporla a umiliazioni, aggravi economici, ritorsioni politiche, per acuire le sue divisioni, scavare distanze tra le sue differenziazioni, frantumarla ed estinguerla.
Il tutto per ridurre la partita del mondo a un gioco a due, tra lui e Putin, nel quale le puntate sul tavolo verde non sono gli interessi dei popoli e la pacifica convivenza sul pianeta ma i loro affari e le loro speculazioni.
Del resto che Donald e Vladimir non sono più due capi di stato ma due squali della finanza si è capito da tempo.