La ricerca letteraria di oggi 11 agosto: “Giuseppe Di Vittorio”

per mafalda conti
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Giuseppe Di Vittorio nasce a Cerignola in Puglia il 11 agosto del 1892 [dichiarata all’anagrafe di Cerignola il 13 agosto, ndr] . Il padre Michele è un lavoratore dei campi e tutta la famiglia è costituita da braccianti agricoli. La madre si chiama Rosa Errico.
La figura di Giuseppe Di Vittorio è sicuramente una delle massime espressioni del movimento sindacale italiano.
Nel 1902 il padre muore in seguito a malattia contratta nel suo lavoro di curatolo, e lui è costretto ad abbandonare la scuola elementare per essere avviato al lavoro nei campi.
Nel 1904, nel maggio, partecipa ad una manifestazione di lavoratori agricoli, durante la quale interviene la polizia. Quattro lavoratori vengono colpiti a morte. Fra questi un suo giovane amico quattordicenne, Antonio Morra. Continua a leggere qui la sua Biografia -> Clicca qui
Giuseppe Di Vittorio manifestò sin dalla gioventù una notevole sensibilità per le problematiche sociali. La sua esistenza fu dedicata in modo essenziale alla risoluzione dei problemi dei lavoratori secondo una visione di profonda moralità unita alla convinzione che ogni rivendicazione e istanza dei lavoratori dovesse essere portata avanti con metodo unitario e democratico. Profondamente critico nei confronti della feroce repressione sovietica del 1956 in Ungheria sosteneva:
“il socialismo è libertà, il socialismo è bontà, umanità. Senza consenso popolare e senza contare sulla conquista ideale e politica e non sulla coercizione, si rischia di far crollare ogni sforzo collettivo di ricostruzione e rinnovamento”.
Il suo pensiero fu il rifiuto più totale della violenza nelle lotte di massa e nell’azione del movimento sindacale poiché riteneva che, nel nuovo sistema democratico, la classe lavoratrice aveva disposizione gli strumenti pacifici per sviluppare le sue rivendicazioni e far sentire la propria voce agli altri ceti della popolazione italiana. Questa grande carica ideale ispirò sicuramente l’opera di Di Vittorio anche in seno all’assemblea costituente: a buon diritto, infatti, può essere considerato il padre dell’art. 39 della nostra Carta Costituzionale, della norma che sancisce la libertà e la pluralità sindacale come fondamento delle relazioni fra le organizzazioni dei lavoratori e i datori di lavoro.

La fama ed il prestigio di Giuseppe Di Vittorio ebbero largo seguito tra la classe operaia ed il movimento sindacale di tutto il mondo tanto che, nel 1953, fu eletto presidente della Federazione Sindacale Mondiale.

“I padroni, non considerano il lavoratore un uomo. Lo considerano una macchina, un automa. Ma il lavoratore non è un attrezzo qualsiasi, non si affitta, non si vende. Il lavoratore è un uomo, ha una sua personalità, un suo amor proprio, una sua idea, una sua opinione politica, una sua fede religiosa e vuole che questi suoi Diritti, vengano rispettati da tutti e in primo luogo, dal padrone. ”  Giuseppe Di Vittorio

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