Dopo la rottamazione, l’azzeramento. Serra dixit

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 6 marzo 2018

Michele Serra non ne imbrocca più una. Era il mio preferito, adesso lo leggo raramente e pure con qualche fastidio. Oggi su ‘Repubblica’ discetta sostenendo che saremmo all’anno zero della sinistra. E che da zero dovremmo ripartire. Ricordo il povero Troisi, quando voleva ricominciare da tre, le tre cose che gli erano riuscite nella vita, mentre Lello Arena voleva imporgli il detto comune ‘ricominciare da zero’, appunto. Come può, uno che ha abbracciato sino alla fine il PD renziano, che ha votato in ultimo Bonino sapendo che quel voto sarebbe rifluito al medesimo PD, imporre a tutti adesso di ricominciare da zero?

E se avessimo invece un 3% e più da cui ripartire, una base da cui tentare di spiccare il volo, una storia che vogliamo salvare, una radice che non vogliamo recidere, un’idea del mondo che è ancora valida, delle idee da rilanciare, dei valori che possano reinterpretare gli attuali conflitti? E se avessimo quelle tre cose che rivendica Troisi, perché gettare tutto a mare? Questo vorrebbe dire, difatti, ‘ricominciare da zero’: buttare via tutto. Rottamarci laddove altri non sono riusciti a farlo.

Ricordo un giovanissimo Michele Serra sull’Unità, che in Panda percorreva in lungo e in largo la penisola e faceva poi i suoi bei resoconti di viaggio. C’è anche lui in questa storia, dovrebbe saperlo, a meno che non abbia deciso di rinnegarla dopo la batosta elettorale. Ricominciare da zero vorrebbe dire azzerare tutto, tutti, anche gli errori e ogni nostra memoria. E perché? Per far contento chi? Quelli che il PD renziano lo hanno attraversato per intero, orgogliosi di sé e sprezzanti verso i rottamati? Per salvare la loro coscienza, magari, per rinfocolare la loro anima, quelle stesse anime senza più corpo, di cui scrive proprio oggi Serra. Troppo comodo adesso. Troppo facile e troppo comodo.

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