Come riprendere il percorso virtuoso del Brancaccio

per Gabriella
Fonte: perlademocraziaeluguaglianza.it
Url fonte: http://www.perlademocraziaeluguaglianza.it/2017/11/18/riprendere-percorso-virtuoso-del-brancaccio/

Il brusco arresto del percorso avviato lo scorso 18 giugno al teatro Brancaccio da Anna Falcone e Tomaso Montanari è una brutta notizia per la sinistra e per il Paese. L’idea di introdurre un’iniezione di rinnovamento e di partecipazione dal basso, della società civile più o meno organizzata, insieme ai partiti alla sinistra del Pd e non contro di loro, in una stagione segnata dall’antipolitica e da una forte disillusione, rappresenta una delle poche novità positive del dibattito politico in corso.
Le soluzioni che oggi sono in campo, senza un quadro di riferimento che vada oltre i partiti, e con i leader delle formazioni della sinistra che sottoscrivono un accordo e incoronano un capo autorevole, rischia di essere un deja vu al quale non possiamo e non vogliamo rassegnarci.
Le 100 piazze del Brancaccio hanno suscitato in migliaia di persone una grande aspettativa e la speranza che finalmente la sinistra diffusa, sotto scacco in questo Paese dove l’egemonia della destra è sempre più evidente, potesse rialzare la testa e mettere in campo una alternativa credibile ed efficace. Questo significa confermare sì il ruolo dei partiti, riconosciuto dalla nostra Costituzione, provando però a percorrere strade nuove caratterizzate da un forte rinnovamento, sia programmatico sia di metodo.
L’assemblea del 2 dicembre, presentandosi – al di la delle intenzioni dei promotori – come la ratifica di una scelta interna al “tavolo dei partiti”, certamente legittima, ma che ripropone riti noti, e rischia di tradursi in un arretramento rispetto al percorso aperto ed inclusivo che si stava profilando, mentre vi è oggi la necessità e l’opportunità di produrre uno scarto in avanti che ci allontani dall’esperienza della Sinistra Arcobaleno e dei più recenti insuccessi.
Un’altra disfatta o un risultato semplicemente consolatorio per i partiti a sinistra del Pd sarebbe un disastro, politico e culturale.
La povertà sempre più diffusa, il disagio sociale nelle mille periferie del Paese, il populismo e il neo fascismo crescenti, non consentono a nessuno di rimanere a guardare. C’è la necessità di far ripartire il percorso messo in moto con l’assemblea del Brancaccio, confidando nel fatto che le formazioni politiche che hanno promosso l’assemblea del 2 dicembre diano un segnale di apertura concreto, a partire dalla ridefinizione degli appuntamenti già previsti e fissando le tappe successive in un percorso realmente comune e trasparente. Solo così si potrà dimostrare la reale apertura ai cittadini e a quella “maggioranza invisibile” del Paese che non vota più e dal cui reale coinvolgimento – come già ribadito da più parti – dipendono la credibilità dell’appello dei partiti e il successo elettorale di una qualsiasi lista futura.
Per questo facciamo appello innanzitutto a Tomaso e Anna, a coloro che hanno condiviso quel percorso, ai partiti della sinistra alternativa a questo governo, inclusi quelli che non stanno nel percorso del 2 dicembre, e a tutte quelle persone che credono che la sinistra possa svolgere un ruolo in questo Paese e in Europa, a rivederci per costruire le condizioni per una assemblea nazionale della sinistra unita, alternativa e profondamente rinnovata, realmente aperta ai cittadini e a quanti si riconoscano nel progetto.
Rocco Albanese, Marco Barbieri, Piero Bevilacqua, Sandra Bonsanti, Stefano Brugnara, Alberto Campailla, Anna Caputo, Luciana Castellina, Sergio Cofferati, Massimo Cortesi, Andrea Costa, Vezio De Lucia, Luigi Ferrajoli, Daniele Lorenzi, Giorgio Marasà, Federico Martelloni, Walter Massa, Filippo Miraglia, Andrea Ranieri, Bia Sarasini, Salvatore Settis, Francesco Silos Labini.

Per aderire scrivi a perilbrancaccio@gmail.com

di Tomaso Montanari e Anna Falcone – 18 novembre 2017

Le due strade per far ripartire la sinistra del Brancaccio

L’appello firmato da Luciana Castellina e da tante altre personalità pubbliche della Sinistra italiana, e i numerosi altri appelli giunti da tutta Italia in questi giorni tormentati, meritano una risposta seria e responsabile.

Il percorso del Brancaccio è stato il tentativo di costruire una lista che accogliesse, unisse e portasse in Parlamento la Sinistra più diffusa, concreta e carica di futuro. Quella dei cittadini, e delle tante lotte e vertenze disseminate nel Paese, per la difesa di un posto di lavoro, di un territorio, di un bene comune, di uno spazio, un diritto, un servizio o un principio. Quella della Costituzione, e della vittoria del 4 dicembre.

Abbiamo proposto di farlo non contro, ma con, i partiti: in un’alleanza per la democrazia e l’uguaglianza. Perché, come ci ha ricordato anche ieri Maurizio Landini, “il problema non è mettere insieme cose che già ci sono, ma innescare un nuovo processo”.

Ci siamo fermati quando abbiamo avvertito con nettezza, nei soggetti organizzati, la paura di mettersi in gioco fino in fondo, preferendo ad una partita in campo aperto il tratto autoconsolatorio dell’identità, e quello politicista dell’autoconservazione: si stava, e si sta andando, verso la somma di tre partiti già esistenti.

Se l’assemblea del 18 novembre rischiava di liquidare ogni anelito unitario, quella del 3 dicembre si sta costruendo – sono parole dell’appello cui rispondiamo – come mera “ratifica di una scelta interna al tavolo dei partiti”.

Una scelta legittima, certo: ma assai diversa dal “nuovo processo” che avremmo voluto, e che ci siamo promessi al Brancaccio.

Ora, e prima che sia troppo tardi, con sforzo d’immaginazione e ottimismo della volontà, ci par di vedere un solo modo per rimettere in carreggiata quel processo: costruire un processo autenticamente democratico di cui nessuno abbia il controllo.

Un’assemblea che possa decidere, liberamente e realmente, su programma, leadership, criteri delle candidature, comitati etici e di garanzia.

Crediamo che ci siamo ancora due modi per arrivare a questo risultato.

Il primo è costruire un percorso completamente diverso da quello deciso al tavolo dei partiti: ci vuole un percorso di elezione di delegati che non preveda membri di diritto, né liste bloccate proposte dalle presidenze delle assemblee (e composte per quote di partito stabilite a tavolino), ma una libera competizione elettorale tra liste diverse, che rappresentino modi diversi di intendere la Sinistra, mescolando le appartenenze e mettendo al centro i progetti.

Ma perché un simile percorso sia davvero credibile e partecipato occorre più tempo per presentarlo e per stimolare la massima affluenza possibile: è dunque necessario rinviare l’assemblea finale già convocata per il 3 dicembre.

Il secondo modo è mantenere, invece, quella assemblea del 3 dicembre: ma non costruendola per delegati, bensì aprendola a tutto il popolo della Sinistra, in un grande evento democratico le cui decisioni finali nessuno possa predeterminare in anticipo.

Una assemblea in cui migliaia di persone presenti fisicamente, e altre migliaia sulla rete, possano votare a suffragio universale su programma, leadership, criteri delle candidature, comitati etici e di garanzia.

Rimettiamo ai partiti la scelta tra queste due strade: a noi sta a cuore il risultato finale. Che è uno solo: riannodare i fili con chi ha perso la speranza, e non vota più, e far contare davvero la volontà di chiunque aspira a partecipare alla costruzione dal basso della Sinistra che ancora non c’è.

Aspettiamo una risposta pubblica a queste nostre proposte. Se sarà chiara, definitiva e coerente con i suddetti obiettivi, ci impegniamo a sottoporla al voto online di tutti gli aderenti al percorso del Brancaccio perché decidano, se la condividono, di impegnarsi nel percorso delineato. Non è, infatti, in questione la partecipazione di due persone a un tavolo di mediazione, ma l’apporto – di idee, di passione, di energie – delle migliaia di persone che hanno dato vita alle nostre assemblee negli ultimi mesi.

La strada è stretta, ma non ci stanchiamo di cogliere ogni opportunità per realizzare ciò che chiedeva il nostro appello di giugno: una lista a sinistra del Pd (e ad esso radicalmente alternativa, senza se e senza ma) che sia unica, credibile, innovativa e partecipata.

Nuova, insomma: e capace di invertire la rotta, di rovesciare il tavolo delle ingiustizie e delle diseguaglianze.

È davvero l’ultima possibilità di costruire qualcosa di nuovo: non perdiamola.

Grazie

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1 commento

Sandro 18 Novembre 2017 - 18:14

Gli errori del Brancaccio sono stati due.
Il primo è il senso di superiorità nei confronti dei partiti e delle organizzazioni politiche esistenti, considerati una cosa vecchia, quasi un freno al cambiamento. In realtà sono strumenti di partecipazione che altri cittadini, prima di loro, si sono costruiti. Del resto anche la comunità del Brancaccio si proponeva un percorso costitutivo, con regole organizzative, strutture territoriali, ecc… Insomma una nuova organizzazione politica con la pretesa di dettare regole e condizioni alle altre. Di tutto la sinistra ha bisogno , meno che di nuovi rottamatori.

Il secondo errore è l’illusione di poter unire tutte le sinistre italiane. Definitele come volete, ma in tutto il mondo la sinistra ha due anime, inconciliabili tra loro: quella di governo e quella di opposizione a prescindere. Dal mio punto di vista sono entrambe legittime, ma ognuna ha ruoli e funzioni diverse. La seconda ha una sua dignità solo come pungolo per una sinistra di governo (che è quella che oggi manca). Non è un caso che tutti i tentativi passati di unirle sono naufragati e hanno prodotto solo disastri.

La comunità del Brancaccio deve decidere di quale parte della sinistra fare parte, per poi entrarci in punta di piedi e spirito di servizio. Non può pensare di insegnare a babbo e mamma come si fanno i bambini.

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