Url fonte: http://www.perlademocraziaeluguaglianza.it/2017/11/18/riprendere-percorso-virtuoso-del-brancaccio/
Per aderire scrivi a perilbrancaccio@gmail.com
di Tomaso Montanari e Anna Falcone – 18 novembre 2017
Le due strade per far ripartire la sinistra del Brancaccio
L’appello firmato da Luciana Castellina e da tante altre personalità pubbliche della Sinistra italiana, e i numerosi altri appelli giunti da tutta Italia in questi giorni tormentati, meritano una risposta seria e responsabile.
Il percorso del Brancaccio è stato il tentativo di costruire una lista che accogliesse, unisse e portasse in Parlamento la Sinistra più diffusa, concreta e carica di futuro. Quella dei cittadini, e delle tante lotte e vertenze disseminate nel Paese, per la difesa di un posto di lavoro, di un territorio, di un bene comune, di uno spazio, un diritto, un servizio o un principio. Quella della Costituzione, e della vittoria del 4 dicembre.
Abbiamo proposto di farlo non contro, ma con, i partiti: in un’alleanza per la democrazia e l’uguaglianza. Perché, come ci ha ricordato anche ieri Maurizio Landini, “il problema non è mettere insieme cose che già ci sono, ma innescare un nuovo processo”.
Ci siamo fermati quando abbiamo avvertito con nettezza, nei soggetti organizzati, la paura di mettersi in gioco fino in fondo, preferendo ad una partita in campo aperto il tratto autoconsolatorio dell’identità, e quello politicista dell’autoconservazione: si stava, e si sta andando, verso la somma di tre partiti già esistenti.
Se l’assemblea del 18 novembre rischiava di liquidare ogni anelito unitario, quella del 3 dicembre si sta costruendo – sono parole dell’appello cui rispondiamo – come mera “ratifica di una scelta interna al tavolo dei partiti”.
Una scelta legittima, certo: ma assai diversa dal “nuovo processo” che avremmo voluto, e che ci siamo promessi al Brancaccio.
Ora, e prima che sia troppo tardi, con sforzo d’immaginazione e ottimismo della volontà, ci par di vedere un solo modo per rimettere in carreggiata quel processo: costruire un processo autenticamente democratico di cui nessuno abbia il controllo.
Un’assemblea che possa decidere, liberamente e realmente, su programma, leadership, criteri delle candidature, comitati etici e di garanzia.
Crediamo che ci siamo ancora due modi per arrivare a questo risultato.
Il primo è costruire un percorso completamente diverso da quello deciso al tavolo dei partiti: ci vuole un percorso di elezione di delegati che non preveda membri di diritto, né liste bloccate proposte dalle presidenze delle assemblee (e composte per quote di partito stabilite a tavolino), ma una libera competizione elettorale tra liste diverse, che rappresentino modi diversi di intendere la Sinistra, mescolando le appartenenze e mettendo al centro i progetti.
Ma perché un simile percorso sia davvero credibile e partecipato occorre più tempo per presentarlo e per stimolare la massima affluenza possibile: è dunque necessario rinviare l’assemblea finale già convocata per il 3 dicembre.
Il secondo modo è mantenere, invece, quella assemblea del 3 dicembre: ma non costruendola per delegati, bensì aprendola a tutto il popolo della Sinistra, in un grande evento democratico le cui decisioni finali nessuno possa predeterminare in anticipo.
Una assemblea in cui migliaia di persone presenti fisicamente, e altre migliaia sulla rete, possano votare a suffragio universale su programma, leadership, criteri delle candidature, comitati etici e di garanzia.
Rimettiamo ai partiti la scelta tra queste due strade: a noi sta a cuore il risultato finale. Che è uno solo: riannodare i fili con chi ha perso la speranza, e non vota più, e far contare davvero la volontà di chiunque aspira a partecipare alla costruzione dal basso della Sinistra che ancora non c’è.
Aspettiamo una risposta pubblica a queste nostre proposte. Se sarà chiara, definitiva e coerente con i suddetti obiettivi, ci impegniamo a sottoporla al voto online di tutti gli aderenti al percorso del Brancaccio perché decidano, se la condividono, di impegnarsi nel percorso delineato. Non è, infatti, in questione la partecipazione di due persone a un tavolo di mediazione, ma l’apporto – di idee, di passione, di energie – delle migliaia di persone che hanno dato vita alle nostre assemblee negli ultimi mesi.
La strada è stretta, ma non ci stanchiamo di cogliere ogni opportunità per realizzare ciò che chiedeva il nostro appello di giugno: una lista a sinistra del Pd (e ad esso radicalmente alternativa, senza se e senza ma) che sia unica, credibile, innovativa e partecipata.
Nuova, insomma: e capace di invertire la rotta, di rovesciare il tavolo delle ingiustizie e delle diseguaglianze.
È davvero l’ultima possibilità di costruire qualcosa di nuovo: non perdiamola.
Grazie



1 commento
Gli errori del Brancaccio sono stati due.
Il primo è il senso di superiorità nei confronti dei partiti e delle organizzazioni politiche esistenti, considerati una cosa vecchia, quasi un freno al cambiamento. In realtà sono strumenti di partecipazione che altri cittadini, prima di loro, si sono costruiti. Del resto anche la comunità del Brancaccio si proponeva un percorso costitutivo, con regole organizzative, strutture territoriali, ecc… Insomma una nuova organizzazione politica con la pretesa di dettare regole e condizioni alle altre. Di tutto la sinistra ha bisogno , meno che di nuovi rottamatori.
Il secondo errore è l’illusione di poter unire tutte le sinistre italiane. Definitele come volete, ma in tutto il mondo la sinistra ha due anime, inconciliabili tra loro: quella di governo e quella di opposizione a prescindere. Dal mio punto di vista sono entrambe legittime, ma ognuna ha ruoli e funzioni diverse. La seconda ha una sua dignità solo come pungolo per una sinistra di governo (che è quella che oggi manca). Non è un caso che tutti i tentativi passati di unirle sono naufragati e hanno prodotto solo disastri.
La comunità del Brancaccio deve decidere di quale parte della sinistra fare parte, per poi entrarci in punta di piedi e spirito di servizio. Non può pensare di insegnare a babbo e mamma come si fanno i bambini.