Non ho alcuna intenzione di ballare sulla musica suonata da Salvini, una musica pericolosa.
Mi spiego: del Governo Lega-5Stelle penso il peggio, l’ho scritto qui e detto pubblicamente molte volte, soprattutto nei discorsi in Aula al Senato, che per me resta il tempio della rappresentanza e della volontà popolare. So bene che questa esperienza di Governo, per fortuna, è giunta al termine, e che presto i cittadini italiani saranno chiamati alle urne.
Nonostante ciò, non vedo perché io e tutti i senatori di opposizione (di LeU, del Misto, del Pd, ma anche di centrodestra) dovremmo trasformarci nei “volenterosi carnefici” al servizio di Salvini, e votare allegramente l’assurdo di una mozione di sfiducia al Governo presentata da Ministri tuttora ipocritamente e vergognosamente in carica e che intendono rimanere tali fino al giorno delle elezioni!
Non vedo perché le opposizioni dovrebbero fare il lavoro sporco di un gruppo parlamentare che rappresenta il 17% del voto delle elezioni di marzo 2018.
Facendo i conti, basta poco per impedirlo. Preso dalla brama di potere Salvini ha fatto un errore: ha presentato una mozione di sfiducia potendo contare solo sui suoi 58 voti. Per questo chiedo ai senatori e alle senatrici di opposizione – noi che mai avremmo potuto votare la fiducia a Conte – di non partecipare al voto sulla mozione di sfiducia presentata dalla Lega. Disinneschiamo questa sciagurata pazzia voluta da Salvini con gli strumenti propri della democrazia parlamentare: oggi infatti Salvini non ha i numeri per rendere il Parlamento ostaggio dei suoi desiderata, né per disporre delle Istituzioni a suo piacimento, tra un comizio machista e un cocktail in spiaggia.
Se la mozione proposta dalla Lega sarà votata solo dalla maggioranza (Lega e 5 Stelle), Conte non sarà tecnicamente sfiduciato. Politicamente dovrà ovviamente dimettersi, e sarà necessario un governo elettorale (non deve essere Salvini a gestire dal Viminale le elezioni, come ho spiegato ieri) ma i tempi della crisi passeranno dalle mani di Salvini a quelle, istituzionalmente corrette, del presidente del Consiglio e soprattutto del presidente della Repubblica.
Non diamo noi per primi “pieni poteri” in questo momento di crisi a Matteo Salvini.
Troppo a lungo ci siamo fatti imporre l’agenda: è il momento di cambiare musica.
-.-.-.-
il commento di Pietro Grasso su facebook – 9 agosto 2019
La caduta del Governo Conte è una buona notizia. Purtroppo il timore è che, stando così le cose, il prossimo Governo sarà addirittura peggiore.
Togliere la fiducia a Conte è nel pieno della legittimità politica di Salvini: tempi e modi, invece, mostrano il suo disprezzo per le Istituzioni. Sta sfiduciando un Governo in cui esponenti della Lega ancora ricoprono ruoli importanti: inizino a dimettersi. Vorrei poi ricordare a Salvini che i “pieni poteri” non esistono, se non nei fumetti (uno solo li ha pretesi, nel 1933, ed è bene non prenderlo ad esempio).
E’ evidente che Salvini abbia piena consapevolezza del disastro dei conti pubblici, e di quanto li abbiano aggravati con le scelte di questi mesi. Per questo vuole correre ad elezioni ma, come ha sottolineato Conte, i tempi del Parlamento li decidono i Presidenti di Camera e Senato, e quelli della crisi li deciderà il Quirinale. Salvini non può gestire dal Viminale la fase elettorale. È inaccettabile che chi chiede alla piazza pieni poteri e si scaglia contro Parlamento e Magistratura sovrintenda i delicati passaggi del voto. Dovrà essere un Governo elettorale a gestire le settimane che ci separano dal voto.
Per quel che riguarda il campo della sinistra, tutto quello che c’è ora non è sufficiente.
Sono convinto che non si possa andare in ordine sparso e a mani nude contro Salvini, la Bestia e il clima che c’è nel Paese. Serve un cambio di passo, una rivoluzione programmatica e nuovi protagonisti, una visione del Paese forte su alcuni punti irrinunciabili (svolta ecologica, istruzione gratuita, rilancio del welfare e degli investimenti pubblici, revisione del Trattato di Dublino e della Legge Bossi-Fini) che possa riportare tanti elettori alle urne, ma al momento non vedo tracce di nulla di tutto questo. Resto di indole ottimista, ma come ho detto giorni fa inizio a essere preoccupato.


