L’analisi delle sequenze temporali della frazione dei contagiati osservati rispetto alla popolazione della provincia rivela che 94 delle 107 province presentano una diminuzione del tasso di crescita. Mancano all’appello tutte le province di ieri: Firenze, Napoli, Oristano, Avellino, Varese, Latina, Isernia, Brindisi, Genova, Imperia, Savona e La Spezia. Si è inoltre aggiunta la provincia di Barletta-Andria-Trani per la quale abbiamo lo stesso problema di ieri delle quattro province della Liguria. A parte queste ultime cinque province, i cui problemi sono di tipo sperimentale, notiamo una certa resistenza al superamento del picco nelle restanti otto province di Firenze, Napoli, Oristano, Avellino, Varese, Latina, Isernia e Brindisi. I risultati di tutte le province possono essere scaricati qui.
Abbiamo ulteriormente sviluppato l’analisi della distribuzione spaziale delle province maggiormente colpite in relazione alla loro posizione lungo le quattro direttrici autostradali con grande flusso: E35, E70, E55, A22 (vedi figura 1).

Figura 1. Distribuzione spaziale delle 33 province italiane che al 5 aprile hanno più di 1000 contagiati osservati. Le province di Piacenza e Cremona sono rappresentate dai due cerchietti più scuri. Sono inoltre rappresentati i tratti di quattro autostrade di carattere internazionale che attraversano i capoluoghi della stragrande maggioranza di queste province.
Sulla base dei risultato illustrato in questa figura, ieri abbiamo formulato l’ipotesi che il virus abbia viaggiato lungo l’autostrada. Naturalmente, a questo punto si tratta solo di una correlazione. Si potrebbero invertire i termini dicendo che le province maggiormente colpite hanno capoluoghi con grande popolazione ed è naturale che si trovino lungo direttrici autostradali con elevato flusso.
Ieri abbiamo fornito un elemento a supporto invece della relazione causale. Infatti una delle due sole province italiane dove si ha al momento una percentuale di contagiati osservati rispetto alla popolazione della provincia maggiore dell’1% è quella di Piacenza, il cui capoluogo si trova nell’intersezione tra la E35 e la E70. Inoltre, la seconda provincia è quella di Cremona, il cui capoluogo si trova a meno di 40 km dalla prima proprio lungo la E70.
Forniremo ora un ulteriore elemento a supporto dell’ipotesi formulata. Nella figura 2 viene rappresentato nel tempo il numero totale di contagiati osservati a livello nazionale.

Figura 2. Andamento nel tempo del numero totale dei contagiati osservati in Italia. Il miglior fit con un modello logistico è stato sovrapposto ai valori misurati.
Dalla figura 3, osserviamo che il 25 marzo viene raggiunto il picco del tasso di crescita del numero totale di contagiati osservati.

Figura 3. Andamento nel tempo del tasso di crescita del numero dei contagiati osservati in Italia calcolato a partire dal modello teorico logistico stimato a partire dai dati. Si nota il superamento del picco il 25 marzo.
Prendiamo quindi questa data come riferimento temporale in corrispondenza del quale in figura 4 viene rappresentata la distribuzione spaziale delle province (tramite i rispettivi capoluoghi) con un totale di contagiati osservati maggiore di 1.000.

Figura 4. Distribuzione spaziale delle province italiane che al 25 marzo avevano più di 1.000 contagiati osservati.
Sempre dalla figura 2, possiamo vedere che il giorno 18 marzo il numero di contagiati è circa la metà rispetto al 25 marzo. Nella figura 5 viene rappresentata la distribuzione spaziale delle province che a quella data (18 marzo) avevano un numero di contagiati maggiore di 500, ossia la metà del valore del 25 marzo.

Figura 5: Distribuzione spaziale delle province italiane che al 18 marzo avevano più di 500 contagiati osservati.
Sempre dalla figura 2, vediamo che nelle date del 13, 9 e 6 marzo il numero totale dei contagiati è approssimativamente la metà rispetto alla data immediatamente successiva nel tempo.
Nelle figure 6,7 e 8 sono mostrate le corrispondenti distribuzioni spaziali analoghe alle precendenti.

Figura 6: Distribuzione spaziale delle province italiane che al 13 marzo avevano più di 250 contagiati osservati.

Figura 7: Distribuzione spaziale delle province italiane che al 9 marzo avevano più di 125 contagiati osservati.

Figura 8: Distribuzione spaziale delle province italiane che al 6 marzo avevano più di 64 contagiati osservati.
Confrontando tutte e cinque le distribuzioni spaziali notiamo che passando dal 6 al 25 marzo, seppure si siano aggiunte delle province, esiste un nucleo di province comune a tutte e cinque le date, che contiene quelle di Piacenza e Cremona. Questo nucleo di province presenta per costruzione un’evoluzione dell’epidemia rappresentativa di quella su scala nazionale. Il fatto che queste province si trovino lungo la E70 e la E35, fornisce supporto all’ipotesi formulata.
Nota
In questo documento sono descritti i risultati relativi all’analisi per tutte le province italiane. I dati utilizzati sono quelli aggiornati alle 18 del 6 aprile 2020 e sono stati scaricati dal sito https://github.com/pcm-dpc/COVID-19/tree/master/dati-province. I risultati sostituiscono o integrano quelli nel documento del 5 aprile. Valgono le stesse considerazioni generali del documento del 5 aprile. Alcuni chiarimenti possono essere trovati nella Nota metodologica. I risultati di tutte le province possono essere scaricati qui.
Giovanni Sebastiani
Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone”, Consiglio Nazionale delle Ricerche


