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di Vecchia Talpa 4 maggio 2016
E’ in dirittura d’arrivo la svendita, la seconda in meno di trent’anni, della più grande fabbrica di acciaio d’Europa e anche della più inquinante. Costruttrice di acciaio e di morte, l’ILVA di Taranto già Italsider.
Due i contendenti, e i mass media embedded che vogliono indorare la pillola, la fanno passare come una gara fra italiani.
La Marcegaglia grande finanziatrice di Renzi e la Arvedi.
In realtà loro sono solo i prestanomi, la facciata. Dietro di loro ci sono da un lato i turchi di Erdemir e dall’altra i franco-indiani di Arcelor-Mittal. Ma chi ci mette i soldi è la Cassa Depositi e Prestiti.
Infatti con una acrobazia tutta linguistica questa viene pretesa come a garanzia politica, in realtà come investitore finanziario.
Poi a rendere la partita più credibile sul piano mediatico spunta l’outsider Leonardo Del Vecchio, il fondatore del gruppo Luxottica nonché uno degli uomini più “liquidi” d’Italia. Il più italiano dei tre nonchè passato come “pugliese” per via di un suo lontano nonno nato in un paesino della provincia tarantina.
Ma per quanta liquidità possa avere, mai in grado, sia dal punto di vista economico che di esperienza manageriale di un cosi complesso siderurgico, di poter gestire un business di queste dimensioni.
Se sul piano dei concorrenti compratori la partita è ormai giocata a tavolino, resta ancora il piccolo problema giudiziario pendente sia sulla fabbrica, sia sulla sentenza di Bruxelles per gli aiuti di Stato sia sopratutto per produzione indesiderata di diossina che la fabbrica produce e del possibile, probabile occhio della magistratura.
E’ vero che Renzi ci ha messo la pezza con un altro decreto per cui i nuovi compratori sarebbero esenti da procedimenti giudiziari, ma questo vale per il pregresso, non certo per il futuro.
E risanare un impianto del genere non è alla portata di nessuno dei tre anche se messi insieme.
Cosa ci guadagnerebbe dunque Taranto?
1) Che non avrebbe più un impianto che produce inquinanti (ed è già un bel guadagno) ,
2) gli resterebbe mare e terreni altamente inquinati e su cui non si può coltivare nè pascolare nè pescare nè coltivare mitili,
3) gli abitanti morirebbero meno (ma non scomparirebbe) perché in assenza di nuovo inquinamento, ma solo quello già prodotto,
4) non avrebbe più nessuna attività produttiva e fonte di reddito se non la malavita, la prostituzione, droga, killeraggio che comunque fa aumentare il PIL nazionale.
Ancora una volta siamo stati fregati.