Appello a Bersani, D’Alema e Speranza

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Lucia Del Grosso
Fonte: Lucia Del Grosso
Url fonte: http://www.luciadelgrosso.it/?p=2712

di Lucia Del Grosso – 23 luglio 2017

Cari Bersani, D’Alema e Speranza, mi rivolgo a voi quali massimi esponenti di una formazione di sinistra che, spero, si collocherà stabilmente in un’area ALTERNATIVA al PD e darà il suo contributo alla ricostruzione di una sinistra credibile in Italia.

La cronaca di Roma di questi giorni ci consegna una metafora adatta a descrovere le condizioni di larga parte del Paese: siamo al razionamento dell’acqua, il che equivale a dire che si è a secco.

E così sono a secco i lavoratori, deprivati di diritti e potere d’acquisto, i giovani, deprivati di stabilità lavorativa ed esistenziale e di futuro, i territori, deprivati di servizi e di proteione e sicurezza.

E’ un’Italia a secco e arrabbiata e che per questo volta le spalle alle urne e soprattutto a una sinistra che l’ha tradita.

Pensate che questa Italia assetata di rappresentanza sia in qualche modo interessata al successo di federatori, alla costruzione di ponti con il PD, a richiami al ceto politico che vi è rimasto nonostante non abbia più nulla dei valori e degli obiettivi della sinistra?

Io direi al contrario che abbia bisogno di radicalità e di scelte coraggiose e che ne abbia abbastanza di tatticismi per allargare il più possibile il campo di una forza alternativa al PD a soggetti che “pettinano le bambole” lanciando un improbabile doppio tesseremento alla coalizione e ai partiti pur di non escludere gli amici del PD.

E veniamo al suggeritore della moltiplicazione delle tessere.

Il suo abbraccio alla Boschi ha provocato la sollevazione dei militanti di MDP nella rete e lo sfottò di quelli delle altre forze di sinistra. E questo già la dice lunga sia del seguito di cui gode, sia della sua abilità di comunicatore: siete così sicuri, Bersani, D’Alema e Speranza, che questo campione sia utile alla causa?

Credo che D’Alema non lo sia affatto, ma penso che in Bersani e Speranza sia forte il timore che perdere quel “pezzo” equivalga consegnare la sinistra in costruzione alla minorità.

E’ un errore politico: la sinistra non è come le feste, più ne siamo e più ci si diverte. Nella sinistra si può correre il richio di imbarcare chi rovina le feste.

E le feste della sinistra possono essere rovinate da strafalcioni politici, ma anche da misere sceneggiate tattiche.

E tale è il gesto di Pisapia, non una sottovalutazione politica di un gesto, che già sarebbe grave.

E’ uno sfrontato giocare su due fronti per alzare il suo prezzo politico sia nei confronti del PD sia nei confronti di MDP. Occorre che sia più chiara? Della serie: “Se le cose non vanno come devono andare nel PD mi sento comunque a casa mia”. Andiamo, non è un’ingenuità: è un chiaro messaggio politico”.

Sarebbe irritante se non fosse ridicolo.

Per cui, cari D’Alema, Bersani e Speranza, che di ricatti politici ne avete ricevuti a secchiate, e sapete come è andata a finire, vi chiedo di non cedere a questa ignobile farsa, lo dovete a quel popolo che aspetta di riavere una casa politica, dove non hanno albergo questi trucchetti.

Non è tempo di sinistra timorosa, è tempo di sinistra che costruisce il futuro con rigore e serietà.

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1 commento

michelecaccavone 24 Luglio 2017 - 10:35

Con queste ambiguità e questi giochini estorsivi certamente non è utile alla causa di chi vuole costruire la sinistra alternativa al PD. C’è che vede nel personaggio timidezze e ritrosie (Gad Lerner) ma io credo più ad un lucido progetto strategico di fiancheggiamento al PD che sicuramente non potrà far ritornare alla sinistra i voti di chi in questi anni è stato tradito dalle politiche renziane. Come può essere “casa mia” quella dalla quale io sono stato, di fatto, cacciato come un appestato indesiderato? E poi parafrasando Stalin (se lo ha mai detto!): “Ma quante divisioni ha Pisapia (Papa)?” Io che, come si suol dire, lavoro sul “territorio” per strutturare e rafforzare Articolo1 non ne vedo molte. Pisapia mi sembra più un “abbaglio” mediatico (vedasi “La Repubblica”) che una presenza reale tra la gente perciò ricollochiamolo, senza cedimenti, nel posto che gli tocca e lavoriamo per una sinistra coraggiosa.

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