Armenia sempre più vicina al caos

per Fabio Belli
Autore originale del testo: Elisa Angelone
Fonte: Casa del Sole TV
Url fonte: https://youtube.com/watch?v=OZMSsCl8cag&si=EnSIkaIECMiOmarE

Sfruttando il momento di tensione tra Russia e Ucraina, la UE cerca di inserirsi in un’altra area di conflitto a ridosso dei confini russi: l’Armenia o, per meglio dire, la regione del Nagorno-Karabakh contesa tra Yerevan e Bakù e ora al centro di nuovi scontri.

Per Bruxelles si tratta infatti di un buon momento per aumentare la propria presenza nella regione: non solo perché le energie di Mosca sono ora concentrate in Ucraina, ma anche perché di recente Yerevàn ha espresso insoddisfazione nei confronti dell’operato delle forze di pace russe di stanza nel Karabakh e la volontà di sostituirle prossimamente con un contingente delle Nazioni Unite.

Mentre la situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh si aggrava, l’Unione Europea avrebbe in programma di ampliare la propria missione di monitoraggio, in quanto “la Russia non [sarebbe] più un attore affidabile nella regione”. Il piano, in fase di discussione, prevederebbe il dispiegamento di un centinaio di osservatori.

I deputati del Parlamento europeo, si legge in un comunicato stampa pubblicato ieri, 19 gennaio, “incoraggiano la UE a garantire che la popolazione del Karabakh non sia più ostaggio dell’attivismo di Bakù, del ruolo distruttivo della Russia e dell’inerzia del gruppo di Minsk”.

Una provocazione per Mosca, che, come ha riferito il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, aveva recentemente proposto a Yerevàn di inviare nella regione una missione dell’organizzazione del trattato di sicurezza collettiva, incontrando però il rifiuto dell’Armenia, che pur fa parte dell’alleanza militare. “Nonostante il fatto che siamo alleati”, ha commentato Lavrov con una certa irritazione “l’Armenia preferisce negoziare con Bruxelles”.

Proprio il giorno prima, il 18 gennaio, anche il segretario di Stato americano, Antony Blinken, aveva avuto un colloquio telefonico con il premier armeno, Nikol Pashinyàn, per “discutere della sicurezza dell’Armenia” e “sollecitare le parti a una soluzione diplomatica del conflitto in Nagorno Karabakh”. E se lo dice Washington, si può star certi che le tensioni, nel Karabakh, non avranno presto fine.

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