Barbara Spinelli va al Parlamento europeo

per Gabriella

Spinelli: “Accetto l’elezione al Parlamento europeo”

Il testo della lettera. Pubblichiamo la lettera spedita alla lista L’Altra Europa con Tsipras. Spinelli ci ripensa e lascia Marco Furfaro (Sel) fuori dall’europarlamento.

Cari tutti, cari elet­tori, cari can­di­dati e garanti della Lista “L’Altra Europa con Tsipras”,

ho molto medi­tato quel che dovevo fare, in con­si­de­ra­zione della domanda sem­pre più insi­stente che veniva dagli elet­tori e da un gran numero di can­di­dati, e ritorno sulle mie deci­sioni: accet­terò l’elezione al Par­la­mento euro­peo, dove andrò nel gruppo GUE-Sinistra Euro­pea, ripro­met­ten­domi di garan­tire la fedeltà al primo mani­fe­sto della Lista ita­liana «L’Altra Europa con Tsi­pras» e ai 10 punti di pro­gramma che abbiamo pro­po­sto agli elet­tori. Sin dalla con­fe­renza stampa del 26 mag­gio avevo lasciato in sospeso la mia deci­sione: e non solo per­ché sor­presa dalla quan­tità di pre­fe­renze ma anche in con­si­de­ra­zione del fatto che la situa­zione politico-elettorale stava pre­ci­pi­to­sa­mente cambiando.

La linea mae­stra alla quale intendo atte­nermi è di ope­rare nel Par­la­mento euro­peo –  e anche nella comu­ni­ca­zione scritta, come rap­pre­sen­tante degli elet­tori euro­pei – per una poli­tica di lotta vera all’ideologia dell’austerità e della cosid­detta «pre­ca­rietà espan­siva», alla cor­ru­zione e alle minacce mafiose in Ita­lia; per i diritti dei cit­ta­dini; per la rea­liz­za­zione di un’Europa fede­rale dotata di poteri auten­tici e demo­cra­tici: quell’Europa che sinora, gestita dai soli governi in un mici­diale equi­li­brio di forze tra potenti e impo­tenti, è man­cata ai suoi com­piti. Il Par­la­mento in cui intendo entrare dovrà, su spinta della nostra Lista e delle pres­sioni che essa eser­ci­terà in Europa e in Ita­lia, essere costi­tuente. Dovrà lot­tare acca­ni­ta­mente con­tro lo svuo­ta­mento delle demo­cra­zie e delle nostre Costi­tu­zioni, a comin­ciare da quelle ita­liane e dal vuoto demo­cra­tico che si è creato in un’Unione che non merita, oggi, il nome che ha.

Mi ha con­vinto a cam­biare opi­nione anche la let­tera di Ale­xis Tsi­pras. La domanda che mi rivolge di accet­tare il risul­tato delle ele­zioni è per me deci­siva e – ne sono certa – lo sarà per la Lista nel suo com­plesso. Alle innu­me­re­voli sol­le­ci­ta­zioni rice­vute dall’interno (garanti, elet­tori, comi­tati, can­di­dati) si aggiun­gono infine sol­le­ci­ta­zioni dall’esterno (depu­tati del GUE e non solo).

So che molti sono delusi: il pro­po­sito espresso all’inizio di non andare al Par­la­mento euro­peo sarebbe disat­teso, e que­sto equi­var­rebbe a una sorta di tra­di­mento. Non sento tut­ta­via di aver tra­dito una pro­messa. I patti si per­fe­zio­nano per volontà di almeno due parti e gli elet­tori il patto non l’hanno accet­tato, accor­dan­domi oltre 78.000 pre­fe­renze. Mi sono resa conto, il giorno in cui abbiamo cono­sciuto i risul­tati, che sono vera­mente molti coloro che mi hanno scelto nep­pure sapendo quel che avevo annun­ciato: anche loro si sen­ti­reb­bero tra­diti se non tenessi conto della loro volontà. Inol­tre, come garante della Lista, ho il dovere di pro­teg­gerla: le logi­che di parte non pos­sono com­pro­met­terne la natura ori­gi­na­ria. Pro­prio le divi­sioni iden­ti­ta­rie che si sono create sul mio nome mi indu­cono a pen­sare che la mia pre­senza a Bru­xel­les garan­ti­rebbe al meglio la voca­zione, che va asso­lu­ta­mente sal­va­guar­data, del pro­getto – inclu­sivo, sopra le parti – che si sta costruendo.

Per quanto riguarda la scelta che sono chia­mata uffi­cial­mente a com­piere, annun­cio che essa sarà in favore del Col­le­gio Cen­tro: è il mio col­le­gio natu­rale, la mia città è Roma. È qui che ho rice­vuto il mag­gior numero di voti. A Sud non ero capo­li­sta ma seconda dopo Ermanno Rea, e da molti ver­rei per­ce­pita come «para­ca­du­tata» dall’alto. Mi assumo l’intera respon­sa­bi­lità di quest’opzione, che mi pare la più giu­sta, nella piena con­sa­pe­vo­lezza dei prezzi e dei sacri­fici che essa comporterà.

La mia più grande gra­ti­tu­dine va a Marco Fur­faro per la gene­ro­sità che ha messo nella cam­pa­gna e che spero dedi­cherà ancora all’avventura Tsi­pras. Sono certa che i tanti elet­tori di SEL, bat­tu­tisi con forza per la nostra Lista, appro­ve­ranno e comun­que accet­te­ranno una scelta che è stata molto sof­ferta, visti i costi che saranno sop­por­tati dal can­di­dato del Cen­tro desi­gnato come il primo dei non eletti. Conto non solo sulla loro fedeltà alla Lista ma sulla loro par­te­ci­pa­zione immu­tata al pro­getto ini­ziale, che ha come pro­spet­tiva un’aggregazione di forze (di sini­stra, di delusi dalla pre­sente demo­cra­zia rap­pre­sen­ta­tiva, di emi­grati nell’astensione) alter­na­tiva all’odierno centro-sinistra e alle grandi intese.

Augu­rando a tutti voi e noi il pro­se­gui­mento di una bat­ta­glia uni­ta­ria e inclu­siva al mas­simo, vi saluto con grande affetto e gratitudine.

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1 commento

Gian Franco Ferraris 8 Giugno 2014 - 12:55

Io detesto gli Spinelli, ma Barbara ha fatto la scelta migliore possibile e le polemiche di questi giorni sono una tempesta in un bicchiere d’acqua.
Dei tanti commenti sulla scelta di Barbara Spinelli condivido quello di Antonio Napoletano. Aggiungo che, a mio parere, la lettera di Tsipras in cui invita Barbara ad accettare il risultato elettorale è decisiva e invito tutti gli interessati all’argomento a riflettere un poco.
Il casino era peraltro inevitabile, se si pensa che alcuni garanti sono scappati (Flores, Camilleri) e altri si sono candidati, dicendo che non avrebbero accettato l’eventuale elezione: una stupidità davvero inaudita in riferimento anche ai vari porcelli elettorali in Italia, che dovrebbero essere seriamente contrastati da tutta l’opinione pubblica democratica.
Io penso che bisogna occuparsi non del nostro ombelico ma dei problemi degli italiani, a partire dal degrado democratico e istituzionale ed ancor di più, se possibile, di affrontare i problemi della società italiana a partire dal lavoro e da una politica di redistribuzione del reddito che capovolga la deriva all’impoverimento di moltitudini di famiglie italiane.
Se una “forza politica” riuscisse ad occuparsi dei problemi del Paese, avrebbe buone probabilità, oltre che di fare buona politica, di prendere l’80 % dei voti e non si starebbe a discutere di un misero seggio al parlamento europeo. Questo è anche un augurio a Marco Furfaro che è un giovane politico di grandi qualità.
Infine, non si può dimenticare che Barbara Spinelli ha preso 78.000 preferenze senza cercarle e va rispettata la scelta degli elettori.
A proposito, perchè detesto gli Spinelli? Per le mie ossessioni di adolescente: leggevo ripetutamente Cesare Pavese e non potevo comprendere perchè “la donna dalla voce roca” avesse scelto la serietà di Altiero (in carcere per antifascismo) alle poesie romantiche e un poco misogene di Cesarino. In realtà non ho mai compreso il sesso e per quale motivo le persone intelligenti sono condizionate dall’opacità dei corpi. Tra i due contendenti T.P. sposò un profugo slavo e nacque…
Queste vicende esistenziali ebbero un ruolo importante negli arresti da parte della polizia fascista degli antifascisti di “Giustizia e Libertà” di Torino: Bobbio scrisse al duce e andò ad insegnare all’università, Pavese fu spedito al confino, Vittorio Foa si fece 8 anni di carcere e Leone Ginzburg morì nel 1944 in carcere a Roma.
Questi uomini, che si stimarono per tutta la vita, umanamente avevano le loro contraddizioni ma il loro sguardo era rivolto al Mondo. Oggi siamo incapaci di attenzione verso “l’altro” e per questo incapaci di fare Buona Politica e così si spiega anche il renzismo.

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