LA NUOVA ATLANTIDE

per Filoteo Nicolini

LA NUOVA ATLANTIDE

Oggi vorrei parlare della “Nuova Atlantide”, il racconto utopico scritto da Francesco Bacone nel 1624, che si colloca a fianco della “Città del Sole” di Campanella e “Utopia” di Tommaso il Moro. La Nuova Atlantide è un’isola del Pacifico, sconosciuta ai cartografi, chiamata Bensalem, il cui nome è una contrazione di Betlemme e Gerusalemme. A Bensalem vive e opera una comunità dedicata all’approfondimento della conoscenza della Natura e all’utilizzazione del sapere acquisito. L’equipaggio di una nave è costretto ad approdare sull’isola, e ad un marinaio vengono mostrate le meraviglie della Casa di Salomone, ovvero della Accademia delle Scienze, cervello e motore della ricerca che lì si svolge. Diamo allora uno sguardo a questo paradiso terrestre. Gli abitanti dell’isola sono in buona salute, laboriosi e contenti. Il loro benessere è assicurato dal governo della Casa di Salomone, che ha come meta il raggiungimento di una saggezza sempre maggiore. La Casa di Salomone ha una struttura gerarchica fatta da nove livelli, con compiti precisi e assegnati, dove il primo livello è costituito da emissari della Casa, o Tempio, chiamati i Mercanti di Luce, i quali viaggiano intorno al mondo per raccogliere informazioni. Sopra di essi vi sono i rimanenti otto gradi, i primi quattro, denominati Depredatori, Uomini Mistero, Minatori e Compilatori, appartengono al circolo esterno; i rimanenti tre gradi, chiamati Benefattori, Lampade e Inoculatori, compongono il circolo o livello più interno. E al di sopra di tutti vi sono gli iniziati supremi, gli Interpreti della Natura. Tutti sono legati dal giuramento del silenzio e si dedicano ai loro compiti quali sacerdoti laici. La struttura a più livelli è ideata come un sistema umano di processamento dei dati forniti dai Mercanti di Luce, i quali raccolgono la più grande quantità di informazione nei loro viaggi, estraendola da libri, quaderni e progetti di esperimenti. Nel secondo stadio i dati estratti sono registrati in memoria, nel terzo vengono organizzati e classificati in categorie, nel quarto c’è il recupero e l’analisi dei contenuti, nel quinto stadio vengono formulati dalle Lampade modelli e procedimenti, mentre gli Inoculatori testano le nuove formule. Nel sesto e ultimo stadio, gli Interpreti deducono finalmente le leggi generali.

Se ripercorriamo attentamente i passi e la struttura gerarchica della Casa di Salomone, ci troviamo di fronte alla formulazione ideale di un computer basato su esseri umani! Il metodo induttivo di Bacone, descritto diffusamente nelle sue opere, è qui sintetizzato magistralmente. La mente umana è vista visionariamente come un mulino che processa dati, e più grande sarà tale volume, migliore il risultato. La sua nuova proposta di induzione permette di avanzare attraverso stadi graduali di crescente complessità e generalità, basandosi su di una esauriente collezione di dati e fatti.

L’idea di ridurre l’informazione a digiti binari per poi processarli è generalmente attribuita a G. W. Leibniz, ma stranamente non è tracciata all’indietro al suo reale inventore Francesco Bacone. Leibniz trovò l’idea nei libri pubblicati di Bacone, che è senza dubbi il padre spirituale del computer e ne descrisse i principi prima che Leibniz nascesse. Bacone, nella sua vasta opera, chiede all’Umanità di vedere nella “parola” soltanto un idolo, non più lo spirito e il Verbo ormai spento del passato, ma un idolo. Il nostro linguaggio, insinua Bacone, è composto di sole parole, ed in esse si è perso lo spirito che ancora aleggiava nel passato. È l’annichilazione di ciò che è contenuto nella frase biblica “Nel Principio era la Parola”. L’opacità e l’oscurità gradualmente si sono diffuse ed è necessaria una vasta riforma della scienza che parta da dati oggettivi. Nella dottrina degli idoli si sancisce l’inizio della rivoluzione scientifica, la tendenza ad avere fiducia nell’osservazione sistematica del mondo esterno. Bacone magistralmente riduce il pensiero a parole, le parole a lettere, e le lettere a sequenze ordinate di soli due digiti, ‘a’ e ‘b’, come egli usava fare nella crittografia delle sue missive private nella vita politica. È il principio basico della comunicazione digitale. E lucidamente dice al riguardo della nuova scienza che deve sorgere “Sono stato come un uomo che è cosciente delle condizioni deplorevoli di un edificio e sa come spiegarlo agli abitanti. Li ho avvisati di abbandonare la casa, di cercare un nuovo luogo e di erigere lì una nuova casa. Ho scosso alcune pareti, le ho fatte crollare, e gli abitanti sono stati costretti a muoversi. Ho indicato nuove basi su cui edificare, ma ora mi accorgo, col senno di poi, che esse non erano poi così chiare e convincenti. Ho accennato a nuovi materiali sconosciuti e la gente ha cominciato a disperdersi in tutte le direzioni per riportare una varietà infinita di pezzi singoli, mentre sul cantiere sorgevano nuovi piani e nuove attività e insediamenti.”

Bacone di Verulano è una personalità affascinante, il cui impatto sulla modernità è straordinariamente maggiore di quello che gli storici gli hanno attribuito. È stato chiamato padre del pensiero scientifico e del metodo induttivo, ma è stato molto di più. Potenti forze spirituali si sono manifestate attraverso di lui, servendo le une il progresso dell’Umanità, le altre spingendo a considerare “idoli” tutte le cose non percepibili ai sensi. Bacone è in fondo l’inauguratore della scienza dei nuovi idoli, ed è comprensibile che fosse proprio lui ad essere ispirato dai mondi spirituali per introdurre l’idea e la promessa di un paradiso terrestre materiale. Non è cosa da poco. Questo doveva essere presentato con carattere di utopia, mentre allo stesso tempo veniva raffigurato come paradiso in termini materialistici, basato sulla praticità e l’efficienza. L’aspetto pratico e materiale della vita doveva ancora essere presentato come un ideale. Una epoca che cominciava a sostenere come la parola fosse un idolo doveva cercare i suoi ideali in nuovi idoli, questa volta meccanici. Bacone in questa luce ci appare il grande annunciatore del materialismo pratico e padre del computer.

 

 

FILOTEO NICOLINI

IMMAGINE: FRANCIS BACON

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