Fonte: Corriere della sera
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di Redazione Online – Corriere della sera – 8 febbraio 2015
Spezza il silenzio, Silvio Berlusconi, e lo fa a modo suo, con un videomessaggio affidato al tg della rete ammiraglia di Mediaset. «Non era questo il patto del Nazareno che volevamo, non era questo l’obiettivo che volevamo raggiungere insieme per il bene del Paese», attacca il leader di Forza Italia ed ex cavaliere , in onda alle 20 su Canale 5 dal suo studio. «Avevamo creduto di poter fare insieme le riforme istituzionali e la legge elettorale e di avere un Presidente della Repubblica condiviso. Ma il Partito Democratico non ha rispettato i patti per puri interessi di parte». E poi subito si scaglia contro l’Italicum, la prossima legge che dovrà essere votata dal Parlamento. «Così è venuto meno il nostro sogno di un progetto condiviso ed anzi: per come si sta delineando la nuova legge elettorale, con una sola camera eletta dal popolo, con il terzo Presidente del Consiglio non eletto dagli italiani, avvertiamo il rischio che vengano meno le condizioni indispensabili per una vera democrazia e che ci si possa avviare verso una deriva autoritaria».
Le frequenze della discordia
Berlusconi ha riportato l’attenzione anche sull’emendamento al decreto milleproroghe che ha provocato tensioni tra Pd e Forza Italia: «È inaccettabile che il Presidente del Consiglio impegni tutti gli sforzi del governo e del Parlamento per affrontare leggi certamente di rilievo ma che non hanno urgenza alcuna, stante la drammatica situazione in cui versa il Paese», ha detto riferendosi al caso dei canoni annuali per l’utilizzo delle frequenze che il governo, riformulando un emendamento al milleproroghe, riporta sotto il controllo del ministero dello Sviluppo Economico dopo le polemiche scaturite dalla delibera AgCom dello scorso settembre, che garantiva un maxi-sconto alla tv pubblica e al Biscione.
Gli uomini di Berlusconi hanno infatti visto nella mossa una ritorsione contro Mediaset proprio mentre si consumava la rottura del patto del Nazareno. Tesoro e Sviluppo Economico stanno studiando alcuni ritocchi al testo, che non cambierebbero né la sostanza della norma, né la scadenza per il pagamento degli oneri fissata al 30 giugno prossimo. L’emendamento dovrà essere riformulato entro mercoledì prossimo, quando poi si passerà al vaglio della normativa.
Crisi del centrodestra
Berlusconi non lascia margini alle riforme di Renzi e affronta anche i problemi interni del suo partito. Lui è sicuro: il paese ha necessità di riforme strutturali ben diverse da quelle proposte dalla sinistra. «Lavorerò con rinnovato impegno perché il centro-destra possa ritornare unito e possa offrire al paese quelle urgenti soluzioni che finché ho avuto l’onore di presiedere il governo avevano garantito agli italiani più benessere, più sicurezza, più libertà», ha concluso. Quasi a voler avvertire le fazioni che lui, le redini, non le lascia in eredità proprio a nessuno. E dire che proprio oggi il suo interlocutore più avverso, Raffaele Fitto, aveva provato a pungolarlo, di nuovo. Aveva ribadito il suo obiettivo, «di voler impostare una sfida politica e di visione a Renzi e alla sinistra»; aveva espresso la sua speranza, di «contribuire a rilanciare il centrodestra».
Le reazioni: «Berlusconi è a disagio, la famiglia gli stia vicino»
Le parole di Berlusconi sono state subito commentate dal Pd: «Berlusconi è incoerente tra ciò che dice e ciò che ha votato. Mi sembrano dichiarazioni un po’ fuori controllo e registro, fatte per tenere insieme il proprio partito piuttosto che espressione di valutazioni di merito reale», ha detto il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini, ribadendo che il Pd «va avanti» sulle riforme.
Twitta Deborah Serracchiani, l’altra vice segretario del Pd: «Berlusconi che parla di deriva autoritaria è quasi commovente». «Berlusconi parla di deriva autoritaria? Deve essere una delle sue famose barzellette», è il commento del senatore pd Andrea Marcucci. Ancora più ironico Ernesto Carbone, membro della segreteria del Pd: «Le ultime dichiarazioni di Berlusconi sono allarmanti, non per la tenuta delle riforme – che non sono a rischio – ma per Berlusconi stesso. Ci auguriamo che la famiglia gli stia vicino in queste ore di evidente disagio».
Si fa sentire anche la voce di Forza Italia a sostegno del suo leader: «I colonnelli di Renzi non perdono tempo e danno fiato a trombe e trombette. Cara Serracchiani e caro Guerini, la denuncia di Berlusconi sulla deriva autoritaria del governo Renzi non potrebbe essere più seria e determinata. Fanno piangere le vostre battute da bar. Incommentabili, impalpabili. Andrete avanti comunque anche senza di noi? Auguri. Vorrà dire che questa volta le accalorate e preoccupate telefonate della Boschi e di Lotti alla ricerca dei voti altrui verranno fatte a Sel, agli ex M5S e a qualche altro transfuga del Parlamento italiano», dichiara Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia.