Bersani, Cuperlo e C. che tristezza!

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti,

di Alfredo Morganti – 9 febbraio 2016

Sfondare a sinistra

Ricordate quando si trattava di ‘sfondare al centro’, perché era quello l’ultimo miglio della sinistra, percorso il quale si conquistava il governo? Contrordine compagni. Adesso (e Milano pare che sia un laboratorio) si tratta di conquistare il ‘popolo della sinistra’, che è ormai soltanto una variabile subordinata in margine all’ascesa (resistibile) del centro tecnocratico. D’altronde qual è la prova migliore dell’insediamento centrista (o peggio) del PD? Proprio l’esigenza attuale di sfondare a sinistra, di prendersi i voti che una volta avevano una loro autonoma configurazione e una rappresentanza, e che oggi non hanno né l’una né l’altra. Andate a vedere, d’altra parte, tra chi dovrebbero scegliere gli elettori milanesi: Sala, Parisi, Passera. Tutti pericolosi comunisti. È la prova che siamo al culmine di una strategia che ha vinto su tutta la linea e che consisteva in ciò: spostare al centro la barra, erodere la rappresentanza a sinistra, raccogliere i molti profughi agitando qualche simbolo (Togliatti, l’Unità) oppure facendo dei selfie negli stand cucina delle Feste, svuotando nello stesso tempo di contenuti, ideali, valori e senso le vecchie forme organizzative, di cui oggi resta appena un marchio senza più valore. Il ‘nuovo’, insomma.

Ovviamente gran parte del vecchio personale politico (vecchio, ma ancor giovane anagraficamente) si è spostato in massa nella direzione di marcia intrapresa dal PD renziano. Strano che non accadesse. E i pochi strenui difensori di un’altra modalità politica e di un PD ove confluissero le culture politiche riformiste in vista di una trasformazione radicale del nostro modello di sviluppo a vantaggio degli ultimi, dei più disagiati, dei lavoratori, di un popolo inteso in senso sociale, quale protagonista delle vicende del Paese e non mera appendice del populismo mediatico e straccione, questi pochi strenui difensori oggi sono in un angolo. Secondo me anche disorientati. E se anche meditassero di mollare finalmente l’impresa e magari riavviarne un’altra, lo farebbero con un ritardo abissale rispetto al tempo debito. Fino a pochi mesi fa avrebbe avuto un senso e una risonanza enormi andarsene via, oggi sarebbe solo una ‘fuoriuscita’. Nemmeno una ‘scissione’. Una fuoriuscita, a cui pochi presterebbero davvero attenzione. Che tristezza.

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