Bersani il più amato del Pd, in Abruzzo: «questa destra andrà a sbattere, c’è troppa arroganza»

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Niccolò Carrattelli
Fonte: La stampa

SULMONA (AQ). «Dipende da voi, andate a votare», ripete Elly Schlein mentre stringe mani scendendo dal palco nella gelida piazza di Sulmona. Ha appena chiuso l’ennesimo comizio abruzzese cantando “Bella ciao” con Pierluigi Bersani, il suo amuleto, chiamato a tirare la volata a Luciano D’Amico: «Siamo stati insieme a Carbonia per Todde e in Sardegna abbiamo vinto, così eccoci qui», sorride la segretaria Pd. Rispetto a qualche settimana fa e alle sue prime visite in Abruzzo, sente «un’aria diversa, c’è più entusiasmo, forse perché nel frattempo abbiamo dimostrato che la destra si può battere», spiega. Secondo la leader dem, «anche qui la partita sarà sul filo, ce la giochiamo e, se vinciamo, diamo una vera spallata al governo». Insomma, un bis in Abruzzo avrebbe un peso maggiore sul quadro politico nazionale: «In Sardegna potevano dire di aver sbagliato il candidato, provando a minimizzare – ragiona Schlein – qui, in caso di sconfitta, a perdere sarebbe proprio un modello di amministrazione che rimanda a Giorgia Meloni, sarebbe uno schiaffo diretto alla premier». E la segretaria Pd spera di riuscire ad assestarlo domenica, grazie a «una coalizione unita, perché solo uniti si vince», ripete più volte anche dal palco.

Si contende gli applausi con Bersani, accolto come una guest star, tra selfie e scatole di confetti in regalo. «Saluti mia madre, se no poi chi la sente», gli dice un ragazzo. «Che onore, che piacere», gli dice un signore che si qualifica come un «anziano comunista». C’è chi si ricorda di «quella volta che sei venuto da ministro, quanti anni fa erano? Ma tu dovevi fare il presidente del Consiglio!». Bersani ride, si diverte nelle vesti di portafortuna. Lo hanno paragonato alla Madonna pellegrina, lui si sente più «il prosciutto dentro al panino, tra la speranza dell’Abruzzo e la speranza del Pd», tra D’Amico e Schlein. Le signore di Sulmona si mettono in fila per abbracciarlo, lui mette via il sigaro e si concede: «La gente capisce che sono qui da militante, che non chiedo niente per me, sono un pensionato volontario, come loro», scherza l’ex segretario. Dal palco va all’attacco di Marsilio, Meloni e i ministri vari arrivati in Abruzzo «a fare promesse, ma dopo cinque anni che hai governato devi fare un resoconto di quello che hai realizzato, non altre promesse». Va giù duro anche sull’autonomia differenziata: «Stanno facendo a fettine l’Italia, bisogna chiamare Garibaldi per riunirla, ma se gliene tiene di venire…». Poi accusa la destra di «essere una mucca con la coda lunga» e di «cercare una rivincita antica», perché per il loro legame con il fascismo «mi viene da citare Ovidio: né con te né senza di te posso vivere». La scritta “Nec sine te nec tecum vivere possum” è appesa e illuminata su fili sospesi lungo il corso di Sulmona. La statua del poeta, nato in questa terra, domina la piazza del comizio bagnata dalla pioggia. «Diciamoci la verità: gli indecisi un po’ hanno ragione. Però ora qui in Abruzzo diciamo una cosa: marzo, andiamo, è tempo di migrare. Anche perché se resti indeciso, non siamo qui mica a pettinare le bambole». Una citazione di D’Annunzio riadattata per l’occasione e un’autocitazione da standing ovation, la stessa ricevuta nel pomeriggio a L’Aquila, dove un ragazzo si era presentato addirittura con la maglietta da “bersaniano doc”. A Sulmona, appena arrivato, era entrato in un bar per un caffè: «La sinistra deve tornare nei bar», è il suo ultimo consiglio. «Qui sei l’esponente del Pd più amato», gli ha detto un altro cliente. Lui ha ringraziato, ma subito precisato: «Tutto questo affetto lo trasmetto a Elly, è tutto per lei». Prima di risalire in macchina, per raggiungere l’ultima tappa serale del suo tour abruzzese, consegna la profezia, «questa destra andrà a sbattere, c’è troppa arroganza», e regala l’ultima metafora: «I partiti del centrosinistra stanno iniziando a sentirsi alternativa, perché l’alternativa è il fiume, loro sono gli affluenti».

Un concetto che riprende anche Schlein, salutando D’Amico, il miglior candidato perché «è riuscito a unirci e sta bene in foto con tutti. L’ha fatta con me, con Conte, con Calenda, pure con Renzi, oggi è venuto persino Renzi», sottolinea la segretaria, tra lo stupito e il soddisfatto. Qualcuno le fa notare che servirebbe un collage con Photoshop per farli sembrare tutti davvero insieme, lei ride, ma insiste sulla necessità di alimentare l’impegno unitario, anche nelle altre Regioni che andranno al voto. Prima di lasciarsi, con D’Amico si scambiano le impressioni dal territorio: «Ci sono segnali importanti, mi fermano elettori di destra e mi dicono apertamente che voteranno per me», racconta lui. La segretaria annuisce, «io sono molto fiduciosa». Si abbracciano, lei deve correre a Castel di Sangro per l’ultimo comizio. «A domani a Pescara con Bonaccini», gli dice. Oggi, infatti, altro comizio con ospite d’eccezione, il presidente del Pd e dell’Emilia-Romagna in trasferta elettorale. Pronto a una foto insieme sul palco. Senza bisogno di Photoshop.

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