di Alfredo Morganti – 6 aprile 2016
Il premier si è schermito. E ha rigettato le accuse secondo le quali lui userebbe “i bonus per le marchette elettorali”. Secondo Renzi così si farebbe torto al popolo, ritenendolo “incapace di comprendere”, ritenendolo che esso possa farsi “abbindolare dagli 80 euro” che sono invece, dice sempre il capo del governo, “un fatto di giustizia sociale ed economica”. Sono affermazioni che si prestano a molte la critiche. La prima riguarda lo strano concetto di giustizia sociale che ha Renzi. Gli 80 euro assegnati ai dipendenti sotto la soglia mensile dei 1500 euro, difatti, sono stati distribuiti a pioggia, senza alcuna considerazione del reddito familiare o del patrimonio in possesso. Così che un poveraccio che guadagna 1600 euro e che appartiene a una famiglia monoreddito, non prenderà un euro, mentre un altro che guadagna 1300 euro , ma possiede case e vive con un coniuge ricco, prenderà il suo bonus (elettoralissimo, ma soprattutto ingiusto).
Ma non è solo questo il punto. È semplicemente vero e comprovato che i bonus sono elettorali. Perché, guarda caso, essi sono annunciati prima di impegni elettorali. Con un naturale effetto di grassa propaganda tanto al chilo. Anche stavolta, dunque, si annunciano gli 80 euro (sempre 80, mai 83 o 77) prima del referendum trivelle (che il governo e il PD boicottano con l’astensione) e a soli due mesi dalle elezioni amministrative. Con questo efficace sdoppiamento: l’annuncio per un evento elettorale e il possibile ‘pagamento’ effettivo per l’altro. E con questa sostanza finale: che è proprio il premier per primo a credere che gli italiani si facciano abbindolare da una risicata prebenda. Tanto che, purtroppo, dobbiamo anche dargli almeno in parte ragione: sì, è vero, se si regala una scarpa, come faceva Lauro, prima del voto e l’altra dopo, succede che un buon numero (forse marginale, ma sufficiente a spostare punti percentuali rilevanti ai fini degli equilibri politici) decidano di votare per il ‘donatore’, perché tanto ‘sono tutti uguali’, tanto la politica fa schifo, tanto il voto non serve a niente, e poi c’è questo ‘nuovo’ che dice di voler ‘fare’. Riducendo il confronto elettorale a un ‘mercato’ rionale (il marketing, appunto).
P.S. Sollevo a proposito una questione. Ho una figlia diciottenne che ha compiuto gli anni a gennaio. Non ha ancora visto un becco di un quattrino (come direbbe Paperino) del suo bonus-diciottenni, e nemmeno se ne parla più. Si dice che non sia nemmeno stato scritto il decreto attuativo del provvedimento annunciato ormai da molti mesi. L’ipotesi che faccio è: vuoi vedere che si sblocca tutto prima del voto nelle città? Mi ci gioco tutto per vincere un soldo bucato.