Calenda: in un Paese serio Di Maio si dimetterebbe dopo le bugie sull’Ilva

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Carlo Calenda

di Carlo Calenda – 8 settembre 2018

Quanto dichiarato da Di Maio su #Ilva non ha riscontro di verità nel parere dell’Avvocatura. Quando un Ministro viene colto sul fatto a dire una bugia ha due alternative: o chiarisce e si scusa o si dimette

(ndr) qualche ora prima sul profilo facebook Calenda ha pubblicato 2 pagine del parere dell’Avvocatura con questo commento:

Chiaro ora perché Di Maio ha tenuto segreto il parere! L’Avvocatura conferma in pieno parere precedente su rilanci. Eccesso di potere ci sarebbe stato se non si fosse tenuto in conto interesse pubblico. In un paese SERIO un Ministro che distorce un parere istituzionale si dimette

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ecco come hanno affrontato la questione i giornali italiani:

Franco Stefanoni per il Corriere della Sera 

Di Maio ha pubblicato sul sito del Mise il parere dell’Avvocatura di Stato che ha giudicato annullabile la gara solo se si ravvisa un «particolare interesse pubblico» e ha espresso dubbi sulla mancata valutazione dell’offerta di Acciai Italia. Dunque per annullare l’aggiudicazione dell’Ilva ad Arcelor Mittal non basta che la procedura abbia profili di illegittimità ma è necessario l’interesse pubblico «attuale e concreto».

Il Corriere riporta anche un commento del primo Ministro:

Giuseppe Conte in mattinata aveva sottolineato che la gara non poteva essere annullata. «Non potendo più ridiscutere la gara», ha detto Conte, «l’abbiamo studiata in tutti i modi ma vi assicuro che il rischio di un contenzioso legale che ci vedeva perdente è stato superiore al vantaggio che me potevamo trarre».

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Il Fatto quotidiano

Luigi Di Maio, ha chiuso la procedura di accertamento sulla vendita al colosso lussemburghese dell’acciaio e disposto di “non procedere” all’annullamento della gara, come si legge sul sito del Mise dove sono stati pubblicati l’atto che mette fine al caso Ilva e anche il parere dell’Avvocatura di Stato.

Nelle 35 pagine di risposte ai 6 quesiti avanzati dal Mise sulle “possibili anomalie”, inviate sul tavolo del vicepremier il 22 agosto, che hanno provocato grandi polemiche per la mancata pubblicazione subito dopo la ricezione, si legge che, come spiegato da Di Maio nelle scorse settimane, pur essendoci dei profili di illegittimità, per attivare l’iter di annullamento era necessario “ancorarsi ad un interesse pubblico concreto ed attuale, particolarmente corroborato”. Con la stretta sul piano ambientale e l’accordo sindacale firmato negli scorsi giorni, il possibile “interesse pubblico” è venuto meno. Di qui la decisione di procedere con il via libera definitivo ad Arcelor.

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La Repubblica

Ma la possibilità di annullare, scrive ancora l’avvocatura, deve ancorarsi ad un interesse pubblico concreto ed attuale, particolarmente corroborato”.

Interesse pubblico che evidentemente non c’era nell’annullamento e che invece è stato tutelato con la chiusura positiva dell’operazione. In questo senso, tra l’altro, l’Avvocatura
segnala anche come in caso di eventuale azzeramento delle procedure e ripartenza della gara, Acciai Italia non sarebbe stata in partita perchè nel frattempo la cordata era stata sciolta.

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Il Sole 24 Ore con sottotitolo “fine di un tormentone” e senza citare Calenda

In contemporanea il ministero guidato da Luigi Di Maio ha anche pubblicato il parere dell’Avvocatura di Stato sulla gara su Ilva vinta da ArcelorMittal. «La possibilità di addivenire ad un legittimo esercizio del potere di annullamento [deve] ancorarsi ad un interesse pubblico concreto ed attuale, particolarmente corroborato», si legge in un passaggio dell’Avvocatura.

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Il Manifesto – Gianmario Leone

In realtà, il parere dell’Avvocatura di Stato, composto da ben 35 pagine, è molto più complesso e articolato. E va a toccare tutti gli aspetti sui quali lo stesso Di Maio aveva chiesto chiarimenti.

Partendo dal presupposto che una procedura come quella della cessione dell’Ilva ad ArcelorMittal non può essere annullata, seppure si dimostrasse che è illegittima, a meno che non sia riscontrato un interesse pubblico prevalente, l’Avvocatura indica nel suo parere che, nel caso specifico, l’interesse pubblico superiore potrebbe essere rintracciato nella tutela ambientale e nella salute pubblica.

Nel suo parere, l’organo dello Stato ricorda che secondo la Legge 15/2005, «il provvedimento amministrativo illegittimo può essere annullato d’ufficio in presenza delle seguenti condizioni: sussistenza di ragioni di interesse pubblico; esercizio del potere entro un termine ragionevole; comparazione con gli interessi dei destinatari del provvedimento e degli eventuali controinteressati». Quindi, «il potere di autotutela deve essere coordinato, ai fini del suo esercizio, con il perseguimento dell’interesse pubblico, che non si risolve nel mero ripristino della legalità in senso stretto».

Secondo l’avvocatura, da questo «deriva la dimensione tipicamente discrezionale del potere di autotutela, che prescinde da ogni automatismo, costituendo invece espressione di una congrua valutazione comparativa degli interessi in conflitto, dei quali occorre dare adeguatamente conto nella motivazione». In tale contesto, si ammette che si potrebbe «in concreto verificarsi che proprio la conservazione dell’atto, benché illegittimo, sia paradossalmente la soluzione che meglio consente di soddisfare l’interesse pubblico».

Secondo l’ex ministro Calenda, «Di Maio ha mentito: in un Paese serio un ministro si dimetterebbe».

Contrariato anche il segretario della Fim Cisl Bentivogli, che ha dichiarato «adesso capisco il perché Di Maio ha tenuto nascosto il parere dell’Avvocatura».

Da domani comincia il referendum sull’accordo tra gli operai.

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