Manca solo il comunicato ufficiale, ma leggendo la pagina facebook di Carlo Calenda, si evince con facilità che ha l’intenzione di candidarsi alla poltrona di Sindaco di Roma capitale, le reazioni di esponenti del centro sinistra chic sono state subito favorevoli, Zingaretti insiste nel fare le primarie e nel cercare l’accordo politico con il Movimento 5 Stelle (senza Raggi), mentre i miei compagni di sinistra ritengono questa candidatura divisiva e senza senso politico.
Condivido con i miei amici il disprezzo politico per la mancanza di rispetto verso le ragioni della sinistra storica da parte di Calenda. Tuttavia ritengo errato il paragone con Matteo Renzi: Calenda si distingue dallo sventurato avventuriero fiorentino perchè è un uomo competente, sincero e non tradisce l’amicizia. Calenda non ha le responsabilità dell’intera classe dirigente del Pd (almeno dal 2013) compresi Franceschini, Orlando e Zingaretti ,che hanno avuto comportamenti molto discutibili di cinismo e di stupidità.
L’ipotesi paventata da Calenda di Fronte repubblicano è sbagliata ma con approfondimenti, è compatibile con l’Arca antipopulista, un nuovo Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) che mi pare essere la migliore proposta “possibile” da mettere in campo.
Infine Calenda è consapevole che nella situazione difficile che stiamo vivendo, è importante contare su uno Stato efficiente ed imparziale, cosa quantomai urgente e necessaria e colpevolmente sottovalutata dall’intera sinistra di “governo e di opposizione”.
Piuttosto mi chiedo chi voterà a Roma, Calenda? la destra è radicata e fedele alle proprie bandiere, parte del Pd è offeso e accusa Calenda di tradimento dopo il successo alle elezioni europee e il successivo abbandono e nel caso che Calenda arrivi al secondo turno non si comprende per quale motivo l’elettorato grillino dovrebbe votarlo. Se arriva al ballottaggio perchè non è da sottovalutare il risultato che potrebbe ottenere Virginia Raggi al primo turno – a mio parere intorno al 20%, è una giovane donna che ha dovuto affrontare mille difficoltà e che al consuntivo non mi pare abbia fatto peggio dei vari Rutelli, Veltroni, Alemanno e senza dimenticare il caso di Ignazio Marino finito accoltato dal notaio con mandanti Matteo Renzi e Matteo Orfini e come killer il piemontese assessore dei trasporti Stefano Esposito. In calce ho pubblicato un sondaggio di Alessandra Ghisleri riportato da “Il Messaggero” e anche i commenti assai curiosi ripresi dalla pagina facebook di Calenda sulla eventualità della sua candidatura capitolina. (gian franco ferraris)
La candidatura di Carlo Calenda è iniziata sui social il 9 ottobre con il pizzino di Pierluigi Castagnetti, cattolico “democratico”, fedelissimo amico del Presidente Sergio Mattarella:
si candida sindaco a Roma sarà una benedizione per la città. E il @pdnetwork
promuova un bel triduo di ringraziamento.
Carlo Calenda – 12 ottobre
Articoli e virgolettati spiegano che appoggio a eventuale candidatura da parte del
dipende da “ammorbidimento dei toni verso il Governo”. Bene chiarirsi prima. Non esiste. Continuerò a fare opposizione al Governo in modo fermo ma costruttivo. Qui si parla di Roma.
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Carlo Calenda – 12 ottobre: “Il matto e il lavoro che nessuno vuole fare”
a commento de “L’Amaca” di Michele Serra
12 ottobre – “Grazie Giorgio” a commento del sostegno di Giorgio Gori
Carlo Calenda – 14 ottobre
L’Italia ha un problema con il funzionamento dello Stato. La questione non è stanziare le risorse ma saperle spendere bene. Nei momenti di crisi è l’unica cosa che conta. Per questo il #Covid è per noi il Mostro di tutti #IMostri.
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Calenda a corredo della foto di La Repubblica
Non ho ragione di temere le primarie. Ne riconosco l’importanza in molti casi. Ma su Roma sono sbagliate, a prescindere da chi sarà il candidato. Dobbiamo parlare a tutti i cittadini, non solo a una parte, iniziare subito e evitare rischi sanitari enormi e inutili.
Più interessanti i commenti sulla pagina facebook di Carlo Calenda:
Aggiungiamo che la signora Franceschini ha detto che il pd e i 5s si devono sedere attorno un tavolo per tirar fuori un candidato comune, tale dichiarazione esclude ovviamente
per cui di che stiamo parlando? Hanno già deciso di svendere Roma e i romani ai peggiori pseudo politici con cui “governano”
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Per essere disperati forse a Napoli lo siamo di più. Non può farci un pensierino?Se poi cambiasse idea decidendo di candidarsi a Bologna sarebbe una grande cosa!!
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stralcio dell’articolo di MARIO AJELLO per il Messaggero
Il sondaggio che Carlo Calenda aspettava, e che aveva commissionato a Euromedia Reserach di Alessandra Ghisleri è arrivato. Il calcolo dei possibili consensi si basa sulla candidatura del leader di Azione con il suo partito, e non con la coalizione di centrosinistra, anche se lui l’ex ministro insiste:
«Io continuerò a cercare l’accordo con il Pd e con tutte le altre forze della coalizione». I dati sono piuttosto incoraggianti per Calenda nella sua corsa a sindaco di Roma se, dopo attenta lettura del report, ufficializzerà di voler competere per il Campidoglio. Calenda batte la Raggi per 22,2 a 16,9: questo è il primo numero interessante.
E ancora Calenda: oltre a superare la Raggi batte anche il candidato di centrosinistra che non si sa qual è al momento ma nel sondaggio si è ipotizzato fosse Fabrizio Barca e su questo sono state fatte le domande. Barca al 16,3 e Calenda al 22,2. La Meloni (candidata al Campidoglio, anche se non sarà, alla guida del centrodestra) in questo schema è al 44,6.
Più forte di tutti, ma appunto l’indisponibilità di Giorgia ad essere la candidata è assoluta. E come andrebbero le cose a Roma se a correre fossero: Giletti (centrodestra), Raggi, Barca e Calenda? Il giornalista di Non è l’Arena al 31 per cento, il leader di Azione al 26,5 in seconda posizione (ballottaggio Calenda-Giletti!) e dietro la Raggi (23,1) e Barca (19,4). Ultimo specchietto by Ghisleri: Tajani candidato del centrodestra vince con il 30,3, secondo Calenda con il 27,3, la Raggi al 22,7 e ultimo Barca (19,7).
Morale del sondaggio? Calenda arriva al ballottaggio quali che siano gli altri candidati. Il problema è che non saranno questi (a parte la Raggi e pure su di lei però giurarci non conviene) ma già che Calenda batte Virginia è un dato che dovrebbe confortare il leader di Azione.
Il quale, se si candidasse con l’intero centrosinistra, sbaraglierebbe. Altra rilevazione Ghisleri riguarda la fiducia dei romani nei candidati. Il paragone è tra Calenda e la Meloni (presa come esempio di candidato fortissimo anche se, ripetiamo, non sarà lei in campo). Il 45,9 ha fiducia in Giorgia, il 42,7 in Calenda, il 32,7 in Giletti, in Cirinnà (candidata alle primarie del Pd) il 31,8 mentre la Raggi arriva al 30,8.
Questi sono numeri che potrebbero spingere il Pd a convergere su Calenda, e la conquista del Campidoglio per il centrosinistra si farebbe molto possibile. Infatti il Nazareno a Calenda non chiude le porte in faccia.
Anche se continua con il mantra delle primarie (pure ieri sera nella riunione del centrosinistra romano) e anche se Zingaretti insisterà fino alla fine per un accordo rossogiallo per Roma (con ritiro della Raggi). In più, nella girandola dei nomi, ieri tra i dem ne circolava un altro, civico, che potrebbe andare a genio al secondo turno (e magari anche al primo) ai grillini: Lorenzo Tagliavanti.
Uomo di sinistra, presidente della Camera di Commercio, provenienza Garbatella, capace di parlare alle periferie e ai poteri che contano. Sarà lui il candidato? Chissà.