Cambiare non si può ?

per Gian Franco Ferraris

da Sbilanciamo l’Europa #20 supplemento a il manifesto del venerdì

di Mario Pianta, 13 giugno 2014

Mar­tedì scorso Ale­xis Tsi­pras ha incon­trato a Fran­co­forte Mario Dra­ghi. Il lea­der del primo par­tito di Gre­cia discute con uno dei respon­sa­bili delle poli­ti­che euro­pee che hanno distrutto il paese. Ma potremmo anche dire che il can­di­dato a pre­sie­dere un cam­bio di rotta della Com­mis­sione euro­pea discute con l’unico potente d’Europa che sta cam­biando (almeno un po’) poli­tica. È un segno di quanto sia con­fusa l’Europa del dopo-voto, con equi­li­bri poli­tici incerti in Par­la­mento e nes­sun accordo sulla scelta di chi gui­derà la Commissione.

È un pec­cato che l’italiano – nell’incontro a Fran­co­forte – sieda die­tro la scri­va­nia del ban­chiere e non su un 27% di voti di sini­stra. Ma per ora accon­ten­tia­moci. Non è poco un ban­chiere cen­trale che guarda da vicino che cosa si muove fuori del peri­me­tro della «grande coa­li­zione» di Atene e Bru­xel­les. È uno sguardo che dob­biamo avere anche noi. In quell’area, a Bru­xel­les, c’è la Sini­stra euro­pea di Tsi­pras e il gruppo dei Verdi, messi a con­fronto nel numero scorso di «Sbi­lan­ciamo l’Europa» sulla base dei con­sensi otte­nuti e dei pro­grammi di lavoro. In que­ste pagine chie­diamo ad alcuni pro­ta­go­ni­sti ita­liani della sini­stra, dell’ambientalismo, dei movi­menti, di misu­rarsi con quell’orizzonte e con le pos­si­bi­lità di un lavoro comune.

Le rispo­ste che abbiamo rice­vuto nel nostro Forum deli­neano un qua­dro poco inco­rag­giante. Le forze che potreb­bero con­tra­stare la «grande coa­li­zione» sono fram­men­tate in Europa e molto esili in Ita­lia. Sulle divi­sioni pesano schie­ra­menti e ideo­lo­gie, cul­ture poli­ti­che e appar­te­nenze nazio­nali. Anche in Ita­lia l’agenda poli­tica è ancora cucita su misura dell’identità poli­tica di cia­scuna orga­niz­za­zione, anzi­ché sugli spazi e sulle alleanze pos­si­bili. L’autoreferenzialità pre­vale sulle con­ver­genze, l’interesse imme­diato sull’orizzonte più lungo. Per non par­lare di com­por­ta­menti con­creti che sono spesso sco­rag­gianti. Eppure l’agenda poli­tica del cam­bia­mento in Europa non può fare a meno delle «eco­si­ni­stre». Disoc­cu­pa­zione di massa, disu­gua­glianze record e cam­bia­mento cli­ma­tico pos­sono tro­vare una solu­zione solo se un’altra poli­tica riprende il comando, e mette fine al tren­ten­nio libe­ri­sta. Sini­stra e ambien­ta­li­smo hanno biso­gno l’una dell’altra per costruire l’alternativa al mer­cato che fa da solo. Entrambe hanno biso­gno di una cul­tura paci­fi­sta, unico argine ai con­flitti che tor­nano a esplo­dere alle porte dell’Europa: in Ucraina, in Tur­chia, in Bosnia e in tutto il mondo arabo.

L’altra con­ver­genza neces­sa­ria è quella tra l’«alto» dei palazzi e il «basso» di una società in sof­fe­renza come mai prima. Impo­ve­ri­mento, man­canza di pro­spet­tive, indi­vi­dua­li­smo sono alla radice del popu­li­smo del M5s in Ita­lia e della rea­zione nazio­na­li­sta in nord Europa. Solo un’altra poli­tica potrebbe ridurre una distanza incol­ma­bile. Solo una demo­cra­zia pra­ti­cata offre un anti­doto all’antipolitica, un ter­reno di con­ver­genza per i movi­menti, di ricom­po­si­zione per la società, di dia­logo tra le cul­ture poli­ti­che. Se si par­lano Tsi­pras e Dra­ghi, per­ché non un con­fronto sta­bile su un’agenda comune tra i gruppi euro­pei lasciati fuori dalla «grande coalizione»?

I nostri destini sono sem­pre più legati a Bru­xel­les, e così Sbi­lan­cia­moci! e ilmani­fe­sto con­ti­nue­ranno a pro­porre ai let­tori que­ste pagine di appro­fon­di­mento. Ci ser­vono stru­menti per capire e ener­gie per evi­tare il peg­gio: Sbi­lan­cia­moci! invita tutti alla scuola estiva dell’Università di Urbino per capire «L’economia com’è e come può cambiare».

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.