Il canone RAI nella bolletta della luce è una truffa

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Salvatore G. B. Grimaldi
Fonte: politicaPrima
Url fonte: http://www.politicaprima.com/2016/01/il-canone-rai-nella-bolletta-della-luce_19.html

di Salvatore G. B. Grimaldi – 19 gennaio 2016

La RAI-Radiotelevisione Italiana S.p.A. è una azienda così come lo è SKY o Mediaset.

Queste ultime trasmettono sia in libera visione, finanziandosi con le pubblicità, che a pagamento, con le formule: pay-tv, pay for view, on demand, dove ognuno è libero, sulla base degli interessi personali e della qualità dei programmi, di scegliere, sottoscrivere un abbonamento e pagare il canone stabilito.

legge-di-stabilita-680x360Con la legge di Stabilità 2016, è stato introdotto il prelievo del canone RAI dalle utenze elettriche a partire dal mese di luglio 2016. Questa decisione parte già male, poiché basata sulla presunzione della presenza di un apparecchio televisivo per il solo fatto di avere l’elettricità, come a dire, che, chi ha conseguito la patente nautica oltre le 12 miglia abbia presumibilmente un transatlantico e non una semplice qualifica professionale. Senza contare che si vanno a ledere diritti e si concretizzano abusi e reati; primo tra tutti quello di truffa come previsto dall’art. 640 del c.p. punti 1 e 2 e procedibilità d’ufficio, di concorrenza sleale art. 2598 c.c punto 3 e turbativa di industria e commercio, art. 513 c.p., non ultimo l’abuso d’ufficio art. 323 c.p.

Vediamo perché.

Mediaset premiumIl contratto d’utenza elettrica è vincolante tra due parti, dove una s’impegna a fornire l’energia e l’altra, in qualità di consumatore, a pagarne il prezzo del consumo, in base ai chilowattora. In un contratto così fatto non si può inserire nessun altro soggetto a pretendere la retribuzione di un suo servizio, per di più presunto, che non è ricompreso nei termini contrattuali già siglati tra le parti.

Inserendo il canone RAI nelle utenze elettriche si ha:

a) l’inadempienza contrattuale della società elettrica, art. 1218 c.c., che invece di limitarsi ai termini del contratto, ovvero fornire l’elettricità, v’introduce arbitrariamente servizi non richiesti, con il relativo diritto del consumatore al risarcimento del danno emergente derivante dai costi aggiuntivi art. 2043 c.c.

sky-300x197b) la concorrenza sleale di RAI S.p.A. nei confronti di SKY, Mediaset Premium ed altre società, che forniscono servizi televisivi a canone, previa sottoscrizione di un contratto, tramite decoder o tessera prepagata, infatti al punto 3 dell’art. 2598 c.c. “compie atti di concorrenza sleale chiunque: si vale direttamente o indirettamente di ogni altro mezzo non conforme ai principi della correttezza professionale e idoneo a danneggiare l’altrui azienda”.

Attenti al canoneLa RAI prelevando il canone d’abbonamento direttamente dalle utenze elettriche, storna di fatto la clientela alle altre aziende, si crea clienti in maniera forzosa e viene svincolata dal dover fornire prodotti di qualità, dal rispetto del diritto d’informazione, art. 21 della costituzione, massimizza impropriamente i dividendi agli azionisti ed è posta in una posizione di monopolio e privilegio rispetto alle altre aziende, che nei bilanci hanno anche la voce di rischio d’impresa.

Cavallo-Rai-Viale-Mazzinic) la RAI S.p.A. in concorso con la società per l’energia elettrica, consumano anche il reato di truffa art. 640 c.p.; il citato articolo, al primo comma dice che; viene punito chiunque procura a se o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno tramite artifici e raggiri; e già la presunzione della presenza di apparecchio adatto a ricevere segnali radio è di per sé un artificio, inducendo taluno in errore, si pensa di pagare una tassa e invece è un abbonamento, e si prevede una pena detentiva da uno a cinque anni più una multa: 1) se il fatto è commesso ai danni dello Stato, e colpire il popolo degli utenti d’elettricità si va a colpire uno degli elementi costitutivi dello Stato ed il più importante; 2) se il fatto è commesso ingenerando nella persona offesa l’erroneo convincimento di dovere eseguire un ordine dell’Autorità, ovvero di dover pagare una tassa quando di fatto è un abbonamento, perché le tasse si pagano allo Stato e non ad una azienda com’è la RAI, e l’insieme dei due fatti, ma anche uno solo dei due, ci porta alla procedibilità d’ufficio.

RenziRaiIl governo con questo provvedimento non pratica una lotta all’evasione fiscale, ma stabilisce un patto con un’azienda, che viene posta in una posizione dominante e con introiti economici monopolistici, e dalla quale ci si aspetta riconoscenza. Non possiamo quindi escludere che vi possa essere una contro parte: finanziare in qualche modo il partito politico che ha reso questo possibile, un maggiore controllo dell’informazione, assunzioni di favore, e possibile voto di scambio.

C’è anche il conflitto d’interessi o meglio l’abuso d’ufficio art. 323 c.p., quando il politico-legislatore è anche, direttamente o tramite società di comodo, azionista della società privilegiata e favorita; si spiegano così: il condono fiscale alle società che gestiscono le slot machine e il gioco-scommessa in genere, il prelievo dei canoni RAI S.p.A. dalle bollette della luce e il decreto per il salvataggio di banche, in quest’ultimo caso al vincolo azionario s’aggiunge quello di parentela tra beneficiati e politici-legislatori.

A pensar male si fa peccato ma spesso s’indovina.

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