In risposta a Rino Cammilleri
di Lina Lombardo
A proposito di chiarimento di idee, per prima cosa, in relazione a quanto lei afferma :
“Gli ebrei vivevano pacificamente a Roma da duemila anni…..ecc.” mi pare importante invitarla a non stravolgere la storia. La storia ci dice che in Italia e non solo, la situazione degli Ebrei non era idilliaca come ci vuol far credere. Probabilmente Lei da cattolico fervente qual’è, prova a smentire l’operato a dir poco limpido della Chiesa.
Quindi mi permetto un breve excursus storico per ricordare.
Si sa che prima che Pio IX (1792-1878) fosse eletto Papa nel 1846 , gli ebrei romani erano costretti a vivere nel ghetto, quartiere separato della città. Egli all’inizio del suo pontificato, pare per carenza di preparazione politica e determinazione di carattere, si lasci trasportare dagli eventi e appaia liberale anche nei riguardi degli ebrei, ai quali concede alcune libertà, In realtà egli in un suo scritto del 1833 dice “Odio e abomino […] i pensieri […] dei liberali, ma il fanatismo dei cosiddetti papalini non mi è sicuramente simpatico. Il giusto mezzo […] cristiano sarebbe quella via che amerei battere coll’aiuto del Signore: ma ci si riescirà?” Non è liberale al punto che dopo l’episodio della Repubblica Romana del 1849 in cui è costretto all’esilio a Gaeta, Pio IX cambia il suo atteggiamento e rivela il suo pensiero conservatore. Associa gli ebrei con il liberalismo e la rivoluzione e nel 1850 vara una serie di misure anti-liberali tra cui il ristabilimento del ghetto e l’inammissibilità, nei tribunali, della testimonianza di ebrei contro cristiani. In un’udienza alla Pia Unione delle donne cattoliche di Roma, il 24 agosto 1871, dopo la Presa di Roma, vissuta come un oltraggio si esprime così: «Or gli Ebrei, che erano figli nella casa di Dio, per la loro durezza e incredulità, divennero cani. E di questi cani ce n’ha pur troppi oggidì in Roma, e li sentiamo latrare per tutte le vie, e ci vanno molestando per tutti i luoghi. Speriamo che tornino ad essere figli» (Wikipedia)
“Nel 1861 furono chiusi i ghetti italiani, rimanevano solo quelli di Roma dove era convinzione che le stesse forze che avevano attaccato il potere della chiesa, avevano concesso agli ebrei uguali diritti. Nel 1864 con l’enciclica “Quanta cura – Il sillabo” papa Pio IX condannava i principali errori dell’era moderna, tra i quali la libertà di stampa, di religione, la separazione dei poteri, la fine del controllo ecclesiastico sulle scuole pubbliche. A Roma si denunciava la cospirazione delle sette, come quella dei massoni, si affermava che dietro la cospirazione vi era la sinagoga di satana degli ebrei, nel 1867 il papa ridiede attendibilità all’accusa d’omicidio rituale mosso agli ebrei.” ( David I.Kertzer, I papi contro gli ebrei, Ed. Rizzoli)
E pensare che Pio IX è stato beatificato nel 2000 da Giovanni Paolo II.
Ovviamente l’antiebraismo non è stato solo di Pio IX. Una lunga serie di fatti che certificano l’ostracismo nei confronti degli Ebrei si snoda nei duemila anni di storia italiana che Lei presenta come Eden per gli Ebrei. Qualche accenno sempre per ricordare.
In Italia dopo il Concilio Lateranense del 1215 voluto da Papa Innocente III, nemico giurato degli ebrei -il cui destino in seguito sarà segnato per molti secoli- si proibisce loro di avere Banchi di Credito e si impone loro di portare uno speciale distintivo- una rotella di stoffa gialla cucita sulla parte sinistra del petto per gli uomini e un velo giallo per le donne che era pure considerato contrassegno delle meretrici e li si allontana dai cristiani.
Nello Stato Pontificio gli ebrei devono sostenere le spese di due feste popolari, quella di piazza Navona e quella al Monte Testaccio e per essere esonerati dall’obbligo umiliante di parteciparvi, sin dal 1312 sono costretti a pagare una forte tassa che viene suddivisa tra le comunità dello stesso Stato Pontificio.
Nel 1414 il Concilio ecumenico di Costanza che considera eretici tutti coloro che vivono al di fuori delle fede cattolica, ribadisce l’ordine agli ebrei di portare il marchio giallo. Nel 1416 monaci predicatori come Bernardino da Siena -poi fatto santo- predica per quaranta anni contro gli Ebrei, Giovanni di Capistrano è responsabile della condanna al rogo di molti Ebrei, Bernardino da Feltre con la sua predicazione farà scacciare gli Ebrei da molte città dell’Italia settentrionale e ancora peggio provocherà nel 1475 il Processo di Trento per il quale tutti i componenti della comunità Ebraica , accusati di omicidio rituale del bambino Simone vengono torturati e uccisi, dopo di che sono espulsi dal Trentino. Ma “fu soprattutto l’Inquisizione ad aggravare la situazione degli Ebrei, che nel 13° sec. erano presenti in quasi tutte le regioni; nel 1321 Giovanni XXII fece distruggere negli Stati della Chiesa le copie del Talmud. Varie città italiane, tuttavia, chiamarono gli Ebrei a esercitare il prestito a interesse: così Venezia(1366), Firenze (1437), Mantova (1454), Milano (1465). Invece la loro espulsione dai domini aragonesi determinò l’esodo forzato da Sicilia (1482) e Sardegna (1492); nel 1540 furono allontanati anche dal Regno di Napoli”.(Treccani)
Dopo la Controriforma -Concilio di Trento 1542 -1549 gli Ebrei sono confinati in quartieri separati, i cosiddetti ghetti. Ancora Papa Paolo IV, eletto il maggio 1555, nato Carafa e precedentemente inquisitore generale, con la bolla Cum Nimis Absurdum del 12 luglio 1555 stabilisce che negli stati della Chiesa gli ebrei devono continuare ad essere rinchiusi nei ghetti, dove vivevano in condizioni di estrema miseria e con poco spazio. Proibisce agli Ebrei di scrivere sui loro registri con caratteri ebraici- prima li potevano utilizzare per scrivere nella lingua italiana- non possono possedere beni immobili e devono vendere entro sei mesi quelli che hanno, non possono avere l’accesso a determinate professioni all’università e non possono avere domestici cristiani.
“Il Vaticano considerava l’ebreo fondamentalmente malvagio e un pericolo per la società cristiana, nel 1898 col pontificato di Papa Leone XIII l’Osservatore Romano si lamentava che l’emancipazione degli ebrei aveva procurato indicibili sofferenze al mondo cristiano”. ( David I.Kertzer, I papi contro gli ebrei, Ed. Rizzoli)
“Sull’atteggiamento della Chiesa verso gli ebrei durante il pontificato di Pio X, contrariamente a quanto parte della storiografia ha sostenuto, la mia ricerca ha attestato la presenza di un antisemitismo cattolico che,nonostante la relativa marginalità della”questione ebraica” lo guidò nelle sue scelte ogniqualvolta si trattò di dirimere casi che riguardassero gli ebrei”. (Dalla tesi di Raffaella Perin, Università di Padova)
Papa Pio X all’anagrafe Giuseppe Melchiorre Sarto fu proclamato santo nel 1954 dalla Chiesa fedele a se stessa.
Unico Papa ad avere pietà degli ebrei fu Papa Pio XI
“Nel 1938 papa Pio XI, turbato dalle persecuzioni naziste degli ebrei, provò compassione per loro e pensò di scrivere un’enciclica contro il razzismo, il generale dei gesuiti Ledochowski non era entusiasta del progetto e lo sabotò, informando il direttore di Civiltà Cattolica, Enrico De Rosa, il papa morì nel 1939, forse avvelenato, gli successe Pio XII che non volle critiche all’antisemitismo nazista e così la bozza dell’enciclica fu sepolta negli archivi vaticani. ( David I.Kertzer, I papi contro gli ebrei, Ed. Rizzoli)
E l’antisemitismo della Chiesa proseguirà fino al 1965, quando muterà la sua linea con il Concilio Vaticano II. Fino ad allora la Chiesa, con la rivista dei gesuiti Civiltà Cattolica sarà in prima linea nella battaglia contro gli ebrei.
E da qui mi allaccio al caso Mortara da Lei citato per dissentire ulteriormente dal suo pensiero.
In primis il fatto, come Lei afferma, che alcuni stati portassero via i figli alle famiglie per loro scopi non giustifica lo stesso atteggiamento da parte di alcuno. Men che meno di un Papa Pastore di una Chiesa che si professa Universale e da Lei descritta paradossalmente come tollerante e amica nei confronti del popolo ebraico. La storia al contrario dice che vi è separazione coatta e netta tra cristiani ed ebrei tant’è che, per fare un esempio ad hoc, domestici cristiani non possono essere al servizio in case ebree. Lei stesso lo ricorda, ma ovviamente per avallare l’operato della Chiesa.
Quindi, come detto, anche al tempo di Papa Pio IX si seguono le stesse norme del tempo di Papa Paolo IV in fatto di separazione tra ebrei e cristiani. Il caso Mortara è la conseguenza di questa separazione e Pio IX , forte del suo potere, nel 1858 si arroga il diritto di sottrarre a genitori ebrei un bambino di sei anni e decidere del suo futuro sol perché si dice essere stato battezzato. Battesimo ritenuto valido dalla Chiesa anche se celebrato da un laico – in questo caso dalla pietosa domestica cristiana, anche lei forte della verità ecclesiale cattolica -, purché si osservasse la formula precisa e l’immersione in acqua. A questo punto il bambino battezzato per la Chiesa non poteva restare con i genitori ebrei se questi non si convertivano. Quando il mondo si muoverà in seguito allo scalpore suscitato dal grave fatto e fa appelli perché il bambino sia restituito alla famiglia, Pio IX si permette di dire alla delegazione di notabili ebrei che lo incontrano nel 1859 “non sono interessato a cosa ne pensa il mondo” Ovviamente riteneva di essere superiore al mondo convinto di essere il possessore indiscusso della verità unica di fede.
Lei afferma che “i genitori potevano visitarlo quando volevano”. Sì, potevano incontrarloma non potevano restare soli con il bambino e Pio IX nel 1870 lo fa allontanare definitivamente da loro facendolo portare all’estero.
Edgardo Mortara, cresciuto, si fa sacerdote. Scrive di tutto il bene ricevuto da Pio IX, suo amato padrino, ma a mio avviso il dubbio che sia stato manipolato al punto di farsi prete e di pensare fosse giusto quello che gli era accaduto resta concreto, con buona pace delle sue affermazioni diverse. Questo excursus alla luce della storia, a mio avviso, chiarisce che Pio IX ha tenuto un comportamento scorretto e viziato da antisemitismo.