Come si esce dalla crisi

per Gabriella
Fonte: www.perunanuovafinanzapubblica.it
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 COME SI ESCE DALLA CRISI. PER UNA NUOVA FINANZA PUBBLICA E SOCIALE – AA.VV. – ed. ALEGRE

da www.perunanuovafinanzapubblica.it

Dal 2007 la Crisi non fa che peggiorare i suoi effetti economici e sociali e i Grandi Economisti, i “Bocconi Boys” consiglieri dei governi negli ultimi vent’anni, continuano a proporre come rimedio politiche di austerità, per poi scoprire che sono le stesse che l’hanno causata.

In questo libro 11 originali contributi di attivisti sociali, frutto di oltre due anni di confronti pubblici, smascherano le false argomentazioni utilizzate da Oligarchi, Accademici Liberisti, Apprendisti Stregoni.

Gli Autori (Marco Bertorello, Danilo Corradi, Vittorio Lovera, Andrea Baranes, Stefano Risso, Roberto Errico, Gigi Malabarba, Guido Viale, Francuccio Gesualdi, Antonio Tricarico e Marco Bersani) analizzano e smontano le teorie del debito pubblico fuori controllo, introducono meccanismi di controllo partecipativo attraverso la pratica dell’ auditoria del debito, identificano i passaggi essenziali per determinare una reale equità fiscale, che parte dalla tassazione reale della finanza speculativa, passa da una completa e radicale rivisitazione di scopi e finalità del sistema bancario, per giungere alla lotta senza quartiere ai paradisi fiscali e alla “finanza ombra”, scoprono i nessi finanza/lavoro, ragionano su nuove pratiche auto-organizzate di lavoro e di riconversione ecologica della società, e giungono a proporre un’ innovativa forma di finanza pubblica e sociale, che con la socializzazione della Cassa Depositi e Prestiti garantisca la possibilità di finanziare gli enti locali e di strutturare piani per nuove forme di economia sociale territoriale, di tutela dei beni comuni e di un modello sociale alternativo per il Paese. Rispetto agli scenari europei e internazionali, il libro si fregia inoltre dello stimolante contributo intellettuale fornito da Damien Millet e Eric Toussaint.

La genesi di questo libro è in un lungo percorso collettivo di ascolto e confronto, compiuto in oltre due anni di dibattiti pubblici che hanno attraversato il Paese in un reticolare, interessante e piacevole percorso di reciproca formazione orientata all’azione, di costante arricchimento personale e collettivo, capace di generare riflessioni da tradurre in proposte concrete. Da questo percorso formativo e da una successiva serie di assemblee pubbliche (a Roma, Milano e Firenze) ha preso l’abbrivio il Forum per una Nuova Finanza Pubblica e Sociale, un luogo plurale e inclusivo, orizzontale e ricettivo di molteplici vertenzialità, pensato per costruire assieme una battaglia per la riappropriazione sociale della ricchezza collettiva, attraverso il rifiuto della trappola del debito, la predisposizione di una reale equità fiscale e la socializzazione delle risorse, a partire da quelle del risparmio postale gestito da Cassa Depositi e Prestiti.

Le argomentazioni tecniche, le riflessioni d’orizzonte, il percorso tratteggiato e le proposte concrete contenute in questo libro, nella loro scientifica semplicità, compiono l’attentato più deflagrante alla narrazione neoliberale: ne smascherano l’ideologia, evidenziando le false argomentazioni e la manipolazione dei fatti concreti, costringendo ancora una volta chiunque legga ad affermare, senz’ombra di dubbio, “il re è nudo”. Gli autori non si limitano a questo pur fondamentale compito e provano collettivamente a delineare una nuova rotta, capace di modificare il presente e ridare un senso all’idea di futuro, fuori dalla crisi e verso un altro modello sociale: perché è intorno alla questione della finanza che ruota la possibilità di una rinascita sociale e politica e di una nuova democrazia dei diritti e dei beni comuni. Sfogliando le pagine di questo libro, ci si accorgerà di come le cose non siano mai state come ce le hanno raccontato: quarant’anni di fondamentalismo neoliberista hanno generato il massimo delle diseguaglianze sociali e la crisi profonda del capitalismo ha squadernato tutti i suoi errori sistemici in campo economico, finanziario, sociale, ambientale e climatico, rendendola difficilmente  reversibile.

Proprio per questo, gli autori sono intenzionati a proporre al variegato universo della mobilitazione e conflittualità sociale, tanto attiva nel Paese quanto frammentata nelle sue esperienze e pratiche concrete, nuovi nessi e possibili obiettivi comuni: perché la costruzione di una strada maestra per uscire dalla crisi, in modo celere, efficace, democratico, partecipativo, e di una via possibile per ridare prospettiva di futuro a intere generazioni precarizzate e marginalizzate, passa proprio dalla capacità di definire collettivamente nuove regole per una finanza pubblica e sociale, gestita territorialmente e capace di una visione mutualistica e solidale; in grado di recepire tutte le positività delle filiere corte introdotte dalle buone pratiche e dalle oramai trentennali esperienze della finanza etica, nonché di dare risposte ai problemi sociali con una forte innovazione, in termini di riconversione ecologica della produzione, di nuovi diritti sociali, a partire dal reddito garantito, e di meccanismi di partecipazione e di controllo popolari.

Obiettivi che necessitano di un percorso lungo e condiviso e con una premessa irrinunciabile: occorre respingere l’illusione che sia possibile uscire dalla crisi senza una drastica inversione di rotta e senza rivoluzionare il sistema vigente: gli autori provano a decostruire gli elementi fondativi della crisi e i cardini della finanza speculativa, posizionano in modo netto la ristrutturazione del debito e rimettono a tema l’improrogabile necessità di rimettere al centro la politica dell’interesse generale sull’ economia al servizio dei profitti di pochi.

 

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