da Piovono Rane, il blog di Alessandro Gilioli – l’Espresso
Certo che voterò lista Tsipras.
La voterò prima di tutto per il suo programma: rifare l’Europa dal basso, uscire dalla falsa diade per cui o stai con la Troika o stai con gli antieuropei, stracciare molti dei trattati degli ultimi trent’anni e i parametri – tutti ideologici, profondamente ideologici – che ci hanno ingabbiati avvantaggiando pochi e impoverendo molti.
La voterò poi per i suoi candidati, quasi tutti ottimi. Per trasparenza e non per endorsement (*) indico anche le mie probabili preferenze, qui nel collegio centro: Marco Furfaro, Francuccio Gesualdi e Raffaella Bolini. Ma ci sono anche altre persone di eccellente livello, nella mia come nelle altre circoscrizioni.
Voterò lista Tsipras per la sua chiara scelta di campo europea e lo farò al netto dei tanti difetti, degli errori, dei vecchi cascami subculturali che ne hanno impedito il decollo, che hanno soffocato il tentativo di andare una buona volta oltre la sinistra radicale: come invece ha fatto proprio Alexis Tsipras in Grecia, peraltro con un lungo lavoro nella società e tra le persone.
Ma transeat, il partito perfetto non esiste. E, come ho detto fin dalla sua nascita, spero che questa lista Tsipras sia soprattutto un passaggio utile alla costruzione della sinistra italiana, che ha bisogno di teste e di pratiche molto diverse da quelle che la imbrigliano da molti anni.
Voterò lista Tsipras, ma non sono iscritto a niente e quindi mi auguro laicamente e fortemente un successo di tutti quelli che vogliono andare al Parlamento Ue per rovesciare il tavolo, per impedire che anche li si replichino le larghe intese, per costruire maggioranze diverse da quelle pro austerity che ci hanno portato dove siamo.
Spero quindi che a Bruxelles il M5S sia intenzionato a lavorare su molti temi con gruppi come i Verdi e la stessa Sinistra Europea. By the way, giusto ieri ho a lungo parlato di politica con due deputati del Movimento, Davide Tripiedi e Claudio Cominardi, e non ho paura a dire che se tutto il M5S fosse come loro l’ipotesi di votarlo, un giro o l’altro, per me non sarebbe affatto peregrina. Così come non lo sarebbe per il Pd, se fosse quello dei candidati Paolo Sinigaglia o Elly Schlein: ma qui purtroppo siamo abbastanza nella fantascienza.
Per il resto, voglio solo aggiungere la preghiera a tutti di non sprecare la possibilità di usare la preferenza, quale che sia il simbolo che sceglierete: ne abbiamo a disposizione tre, di cui una deve essere di genere diverso dalle altre due. Sfruttatele tutte, dopo aver studiato i candidati della vostra circoscrizione. Così si fa in una democrazia adulta.
(*) Sì, lo so che è sottile la differenza tra “dichiarazione di voto” ed “endorsement”. Ma la prima, al contrario del secondo, non ha alcuna pretesa di convincere nessuno: credo che tra i lettori, qui, ciascuno pensi con la sua testa. È quindi più che altro un atto di trasparenza, quasi doveroso per chi tutti i giorni scrive su un blog.