di Gian Franco Ferraris – 30 ottobre 2016
Quos vult Iupiter perdere, dementat prius, “a quelli che vuole rovinare, Giove toglie prima la ragione” (Euripide)
“Credo che sia irrecuperabile, perché ha una tale consapevolezza di sé che non vede limiti alla sua arroganza”. E ancora: “Ho l’impressione che tu abbia sostituito il vigore del pensiero con la quantificazione delle notizie” questa la sintesi di De Mita durante il confronto con Renzi da Mentana.
Il copione pareva lo stesso dei confronti precedenti: dopo aver duellato con Smuraglia e Zagrebelsky, Renzi ha scelto un altro anziano: Ciriaco De Mita. Lo scopo è piuttosto evidente, vige una immutabile legge umana per cui tra il vecchio saggio e il nuovo vince sempre il novo seppur superficiale e scellerato. Non stupisce pertanto che su facebook quasi tutti ritenessero De Mita un facile bersaglio e gli amici dell’intellettuale meridionale della ‘Magna Grecia” (Agnelli), gli abbiano consigliato di non cadere nella trappola di Renzi. A questo proposito il Corriere della sera ha scritto: ” Ma il premier lo ha corteggiato e blandito e l’ex leader democristiano, la cui vanità è nota quanto la sua intelligenza, si è lasciato sedurre.”
Anche l’inizio del duello ha ripetuto il verso degli scontri precedenti, Renzi sulla Costituzione ha ridetto le tre solite sciocchezze: non aumentano i poteri del premier, si riducono i costi della politica con la riforma del senato, e poi la perla; rivolgendosi a De Mita “lei disse che la riforma istituzionale era la chiave per cambiare il Paese, ma le tre bicamerali sono fallite. Tre buchi nell’acqua. Ora che qualcuno lo fa dopo 35 anni, volete bloccare anche i prossimi 35?” ed intanto usava la tecnica all’americana (Renzi paga il coach Jim Messina fior di quattrini) di demolire, a qualsiasi costo, la credibilità del ‘suo’ avversario agli occhi della gente comune. Così il rottamatore ripeteva con verve senza fine: “Ci avete rubato il presente, adesso speriamo che non succeda lo stesso con il futuro”. La sua scure si abbatte sul debito accumulato negli anni ’80: “In quel decennio avete fatto la Cicala costringendo noi a fare la formica”.
De Mita sulla Costituzione argomenta: ricorda una frase di Moro molto bella: “la riforma costituzionale è la casa di tutti e tutti ci devono abitare liberamente”:
“Se io fossi giurista avrei grossa difficoltà a leggerla così come è, con periodi lunghissimi. E le norme costituzionali devono essere brevi. Fare un periodo lungo tre colonne ê una cosa che non si è mai vista”.
“Io avrei tolto il Senato, un senato così non ha senso” e comunque come lo avete dipinto nella riforma il Senato è un pasticcio a partire dalla composizione con personale politica di “terza scelta” proveniente dalle regioni, di fatto i trombati dagli assessorati, “le regioni sono l’istituzione più costosa e dalla capacità giuridica indefinita” andavano riformate.
E sui costi della politica De Mita ribatte che “vanno ridotti ma è una cosa antiestetica mettere in Costituzione la riduzione dei costi della politica; queste cose si fanno, non si enunciano”.
Sulla prima repubblica De Mita fa un ragionamento ‘noioso ‘ a partire dalla riforma agraria del 1950 e conclude con qualche eleganza “Io non dò la lettura catastrofica che dai tu. Gli anni ‘90 sono stati gli ultimi anni di crescita, c’è stato il debito ma anche la crescita. Negli ultimi tre anni non mi pare siamo cresciuti molto”.
All’improvviso lo scenario cambia paesaggio, Renzi apre le danze. “La tua idea di politica è che cambi partito quando non ti danno un seggio”, De Mita con una intelligenza e una forza sorprendenti per un uomo di 88 anni fa saltare il gioco del cinico statista di Rignano e degli spin doctor americani che lo hanno istruito. “Questa è una volgarità che non mi aspettavo soprattutto se detta da chi in politica le ha inventate tutte. Tu non hai diritto di parlare di moralità della politica. E’ un mestiere che vuoi gestire in maniera autoritaria”. E poi. “Hai fatto un partito in cui parli da solo. I tuoi interventi alle assemblee andrebbero pubblicati per vedere a cosa si è ridotta la politica”.
E ancora: “Io non ho rabbia per te, ho pietà, non sarò mai di quelli che cambiano partito. Sono nato e muoio democristiano tu non so… tu non cambi partito soprattutto quando è il ‘tuo’ ma cambi amicizia… quello che hai fatto a Pistelli”. De Mita mena fendenti diretti a Renzi: “La lettura della storia che racconti è fatta tutta su di te. La politica, invece è la scienza dell’organizzazione dello stato, l’approssimazione ti rende arrogante, inconcludente”. Renzi era un pugile suonato e Mentana ha interrotto con la pubblicità ma alla ripresa De Mita stende il duellante al tappeto ‘Credo che Renzi sia irrecuperabile, non conosce i limiti alla sua arroganza’.
Io non so quali sono state le reazioni dell’opinione pubblica, di certo il duello ha avuto un successo inaspettato sui social, i fans di Renzi hanno fatto eco al loro capo accusando De Mita di non aver letto la riforma, una vera assurdità, così come quelli che si aspettano chiarimenti sul dettato costituzionale dai confronti televisivi, che ha un linguaggio che è l’esatto opposto di quello delicato e complesso della materia costituzionale.
Ho riportato numerosi commenti su facebook, a me ha colpito il fatto che De Mita ha svelato non tanto la fragilità poltica di Renzi e della sua tecnica televisiva, ma la debolezza di una politica che dura ormai da trent’anni e che ha condotto il Paese ad essere non competitivo sul piano economico e sociale e con itituzioni democratiche ridotte a una sottile lastra di ghiaccio. Renzi è solo il frutto di un albero malato, di una infinita decadenza.
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Andrea Bertucci Abbiamo assistito ad uno scontro dove uno cita Napoleone e l’altro crede di esserlo.
Leonardo Rizzo Credo di essermi sbagliato nel considerare inefficace il confronto di questa sera tra Renzi e De Mita.
Ho iniziato a guardarlo dopo circa mezz’ora che era iniziato, perché stasera avevo deciso di vedere un’altro programma, e quando sono passato su La7 sono stato attratto dalla grande dialettica e schiettezza di analisi di Ciriaco De Mita, che io consideravo cotto, e che invece mi ha letteralmente stupito per la sua capacità di tenere botta ad un piccolo e misero personaggio che questa sera è stato smascherato, messo con le spalle al muro e letteralmente asfaltato da un Politico vero che avrà anche fatto i suoi errori nel passato ma non ha mai agito con la supponenza, la presunzione e la pericolosità dell’attuale presidente del consiglio.
Gianni Vocaturo Più futuro e meno storia … la grande cazzata finale di Renzi.
Gabriele Di Marzo Un immenso Ciriaco De Mita su La7. Impressiona la lucidità di pensiero in relazione alla sua età anagrafica. Scuola democristiana, preparazione, rispetto anche nella pluralità del pensiero. «Quando la politica è mestiere può essere breve, quando è pensiero deve essere lunga». 88 anni e non sentirli.
Luigi Marco Game set match per De Mita. Entrato per parlare di costituzione si arrabbia più volte perchè da volpone DC di 88 anni capisce su cosa Renzi vuole portare il discorso. Ovviamente va sullo scontro generazionale, ma DeMita rivolta la frittata portandola sul dibattito culturale. Non rinnega il passato e serra le fila dei DC dell’irpinia, quasi indicando il voto. Per Renzi non è disfatta solo perchè il linguaggio moderno è utilizzato magistralmente dal premier. De Mita quasi unico baluardo di una politica che sta scomparendo bacchetta Renzi sulla lettura che fa della storia, ricordandogli che le cose che racconta, lui le ha vissute.
“Hai una lettura della storia fatta solo su di te”.
La vecchia politica vince sul nuovo che avanza sul terreno che sembra più favorevole per il nuovo che avanza. Battuto in casa.
Giorgio Ripani Non ho mai considerato “finto” quel dibattito Dottor Mentana, solo che si ripropone sempre il medesimo schema. Renzi-Zagrebelsky era un confronto che sembrava “giovani contro vecchi”…
De Mita in qualche modo impersona ciò che viene comunemente definito “vecchia politica”. Renzi, piaccia o meno, rappresenta il “nuovo”. Ed é chiaro che in questo dibattito tra “vecchio” e “nuovo” il vincitore é scontato, a prescindere dalle competenze e dalle capacità di dibattito dei personaggi scelti.
Vincenzo Saverino A Zagheberski gli diceva “ho studiato dai suoi libri…”, a De MIta ” io mi inchino”… a Berlusconi cosa dira ? ” ho cercato di imitarti e sono riuscito ad essere peggio di te e purtroppo l’hanno capito in 2 mesi mentre per te e’ durata 20 anni…” e’ la velocita’ bellezza dei tempi moderni….sei vecchio giocatore di bocce di Rignano
Giulio Papadia A me lascia sgomento che un signore di quasi novant’anni debba sfilarsi il loden e scendere nell’arena a combattere contro Renzi per manifesta mancanza di concorrenti di livello. De Mita ha stravinto, ma chi conosce la Prima Repubblica sa che la pacatezza di toni nasconde una dialettica di altissimo livello, a tratti Renzi la buttava in caciara e in volgarità tentando colpi bassi. I renziani vedendo il dibattito invece si saranno ancora più convinti della bontà della loro scelta vista la contrapposizione generazionale.
Angela Profeta Ho temuto un attacco cardiaco quando si é inalberato dandogli del volgare, a uno che riscrive la Costituzione con Verdini! De Mita è stato un signore.
Pietro Levante Stima moltissimo De Mita, e lo rispetta, lo dice lui, però gli rinfaccia le cose in maniera arrogante al limite dell’insulto.
Tra l’altro gli rinfaccia anche che ha fatto aumentare il debito pubblico, ma scusatemi, il debito pubblico con il governo renzi è per caso sceso? No, anzi è salito. E tutti i soldi che gli servono per elargire bonus per far vincere il Sí secondo voi da dove li prende? ALTRO DEBITO PUBBLICO. Io boh non capisco come fa la gente a credere a una persona così falsa e demagogica.
Roberta Grazia Stefani Al di là del voto referendario, sono rimasta affascinata dalla lucidità di un signore di 88 anni, dalla sua calma, pacatezza e chiarezza espressiva trasudante di cultura e dai tentativi di metterlo all’angolo secondo le più becere stategie di comunicazione (che ti insegnano in ogni Azienda per colpire l’interlocutore) di un arrogantello giovane che si sente forte della sua età. E’ incredibile come alcune parole e frasi pesino quintali (perchè ricche di significati) ed altre sono solo ad “effetto” ma siano vuote e prive di sostanza. Le prime ti si scolpiscono nella testa e ti rimangono incise nell’animo, le seconde in un primo momento ti scuotono e catturano la tua attenzione ma due secondi dopo le hai scordate e ti lasciano dentro lo stesso vuoto di cui sono portatrici. Questo confronto mi ha fatto riflettere tutta la notte perchè mi ha dato una sensazione quasi fisica di fastidio nel sentire e vedere l’atteggiamento quasi da bulletto del signor Presidente del Consiglio, mi venivano in mente le sue espressioni con la bocca storta quasi commiseranti che trasudavano arroganza da tutti i pori, quando ascoltava parlare De Mita. Grazie Signor Mentana per avermi permesso di chiarirmi ulteriormente le idee (chiaramente non attraverso le sensazioni fisiche ma grazie ai contenuti di chi aveva qualcosa da dire e che mi hanno dato tantissimi spunti di riflessione a discapito degli slogan che mi sono del tutto scivolati addosso).
Lucia Del Grosso E aridaje con il debito pubblico! Tu ci stai lasciando con l’alternativa tra disoccupazione e voucher.
Franco Maria Fontana Quando un politico vero incontra un venditore di pentole, il venditore di pentole è un uomo morto (Paraf.da Per un pugno di dollari) ….”credo che Renzi sia irrecuperabile: ha una consapevolezza di sé che non mette limiti alla sua arroganza” è il colpo del KO.
4 commenti
In mezzo al marasma di chiacchiere del bullo arrogante di Rignano, l’unica considerazione che mi viene da fare è che lui sa giocare con l’espressione mezza scema e accattivante che oggi va tanto di moda e con le parole che, però, non corrispondono ai fatti.
LEGGE ELETTORALE: l’aveva descritta come invidiabile e invidiata in Europa;
adesso vede che gli si potrebbe torcere contro e si finge così aperto e disponibile da volerla cambiare.
RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI: perché ridurre solo il numero dei senatori lasciando l’altra Camera con 630 membri?
RIDUZIONE DEL COSTO DELLA POLITICA: è stato valutato irrisorio. Se avesse
davvero voluto ridurre i costi, non solo avrebbe ridotto davvero il numero dei
parlamentari ma avrebbe fatto in modo di eliminare un bel po’ di sprechi e privilegi, oltre alla riduzione degli stipendi.
SNELLIMENTO DEI TEMPI LEGISLATIVI: perché i parlamentari non cominciano a
lavorare come tutte le altre categorie di lavoratori? cioè almeno 5 giorni settimanali?
REVISIONE TITOLO V: viene portato come un modo per snellire l’iter delle leggi. Bella fregatura. Infatti con il passaggio di alcuni poteri dagli enti locali allo Stato, si potrà privatizzare qualunque bene pubblico, senza che i cittadini abbiano la possibilità di opporvisi. E cos’ l’AMA a Roma, tanto per fare un esempio.
Lo sbruffone dovrebbe poi spiegarci qual è il motivo per cui i PARLAMENTARI e i
SENATORI non possano e non debbano esseri ELETTI DAL POPOLO, come prevede la Costituzione. È ovvio pensare che sotto c’è un interesse; ed è un interesse molto chiaro: quello di tenere sotto ricatto gli eletti, che non verrebbero più candidati in caso di disubbidienza.
Dunque con un Parlamento di NOMINATI il potere del Presidente del Consiglio aumenterebbe.
E il bullo continua a ripetere come un disco rorro: “Mi si deve dire in quale articolo è previsto che il Premier abbia più poteri”.
Stronzo! Non è detto in maniera esplicita ma è un fatto intrinseco in tutta la riforma costituzionale.
Che strano, Renzi mi era piaciuto molto quando aveva perso. Dall’Annunziata fece un bellissimo discorso. Scrissi su FB “È la prima volta che sono stato contento nell ‘ascoltare un discorso di un politico italiano. Se fossi tuo padre, sarei orgoglioso di te.”Da quando è diventato presidente del consiglio, in quel modo così subdolo, cambiando completamente le carte in tavola, può iscriversi tranquillamente alla lista dei vari Andreotti, Craxi, Berlusconi, di cui sembra veramente il figlio degenera. Ora non lo riconoscerei più come figlio e, dubitare grandemente …della madre.
Mi pare eccessivo paragonare un bullotto di paese con personaggi come Andreotti e Craxi, i quali, anche se hanno fatto delle porcherie, avevano comunque una statura politica. Il bullotto dice solo bugie che smentisce il giorno dopo e fa gaffes a non finire, ridendoci poi sopra e minimizzando (basti per tutte Nizza e Savoia a Porta a Porta, da Vespa). Per non parlare poi dei suoi esordi.
Uno che inizia male la carriera politica: nel 2011, condannato in 1° grado per danno erariale, quando era presidente della provincia, giudicato colpevole per aver effettuato assunzioni clientelari (per un danno di 2.155.000 euro) e per aver speso circa 600 mila euro di soldi pubblici in cinque anni tra viaggi, ristoranti, regali e ospitalità. Tanto per dirne una, la sua visita negli Stati Uniti, nei giorni in cui Obama fu eletto presidente, è costata ben 70mila euro.
Uno che ha affermato pubblicamente che mai avrebbe fatto il
Presidente del Consiglio senza passare per il voto popolare, ed ecco che subito dopo fa le scarpe, come suol dirsi, al compagno di partito Letta, dicendogli pure “stai sereno”.
Uno che si presenta come il rottamatore della politica e della classe politica e invece ricicla tutti i vecchi politicanti e rottama il Paese: eliminazione art.18, lavoro precario e malpagato, vaucher a più non
posso (chiamano tutto questo “job’s act”), scuola pubblica incasinata (la chiamano “buona scuola”), sanità depauperata e sempre più costosa, risparmi bruciati per migliaia di persone, leggi a favore delle banche (“bail-in” e non solo), suolo mare e prodotti italiani svenduti, accordi con gente condannata e inquisita (Berlusconi, Verdini), eliminazione di persone scomode alla Rai (Porro, Berlinguer…), ricatto nei confronti dei propri parlamentari, l’Italia declassata a livello europeo, alla mercé delle banche e della finanza, con un debito pubblico capestro, fatto ad arte per tenere il Paese in soggezione e prima o poi comprarlo.
Un megalomane che spende parecchi milioni per farsi l’aereo personale, uno sconsiderato che acquista aerei da guerra e manda 140 soldati ai confini con la Russia (e l’Art. 11 della Costituzione?); uno che non si pone nemmeno il problema di ritirare le truppe italiane dai vari fronti di guerra; uno che parla di eliminazione delle auto blu, senza far seguire – come sempre – alle parole i fatti; uno che si fa la campagna elettorale finanziato dalle lobbies, alle quali poi deve rispondere; uno che non elimina il finanziamento pubblico ai partiti e alla stampa, dopo averlo sbandierato in TV e ai quattro venti…
Un rottamatore?
Anche per questo – ma non solo – IO VOTO “NO”!!!