Elettricità, a breve diremo addio alla classica rete?

per ElenaVe
Autore originale del testo: Elena Vertignano

13 giugno 2017

Dimenticate tutto ciò che sapete in termini di elettricità e di impiantistica: sta per partire una nuova rivoluzione, all’insegna della tecnologia senza fili. E, per una volta, è l’Italia a guidare l’innovazione.

Com’è formato un impianto elettrico? La domanda potrebbe mettere in crisi un buon numero di lettori, magari non avvezzi a queste nozioni tecniche e pratiche; dopo l’iniziale disorientamento, però, basterebbe andare alla ricerca di informazioni su Internet per leggere le principali fondamenta della materia: come ad esempio spiega il portale specializzato Punto Luce, in estrema sintesi l’impianto è composto da fili conduttori, di cavi e accessori come un teleruttore o un relè, necessari per far arrivare l’energia elettrica nelle nostre case.

Un nuovo futuro per l’energia

Questa è la descrizione più semplicistica e veloce, ma soprattutto è quella tradizionale. Ebbene, a breve potrebbe diventare “arcaica”, perché è alle porte una nuova rivoluzione in questo ambito, che potrebbe portare all’addio alla rete elettrica come la conosciamo, con tutto il collegato di tralicci, cavi, piloni in ambienti esterni e addirittura anche alle spine e alle prese elettriche dei nostri appartamenti.

Una rete senza rete

Il futuro dell’energia sembra sempre più orientato al “wireless“, ovvero alla tecnologia senza fili, e di recente proprio in Italia è partita la sperimentazione di un’alimentazione innovativa, destinata appunto a cambiare le nostre nozioni e le nostre abitudini. Per la precisione, il progetto è stato lanciato in Abruzzo e riguarda del terzo piano della Torre di Cerrano, nell’Area Marina Protetta del Cerrano, e fa riferimento ad alcuni esperimenti messi a punto dal grande Nikola Tesla a fine Ottocento.

L’energia senza fili

Seguendo dunque l’esempio del noto inventore di origine serba, considerato il papà del moderno sistema elettrico a corrente alternata, un team di ricercatori italiani ha deciso di alzare l’asticella dell’applicazione pratica. Come spiega Marco Santarelli, direttore scientifico di Res On Network e membro scientifico del progetto di ricerca Netonnets, “la trasmissione dell’energia senza fili è la frontiera della ricerca in tutto il mondo, perché eliminare i cavi renderà i nostri dispositivi e tutto ciò con cui interagiamo molto più efficiente, pratico e decisamente meno costoso. Con tale scoperta potremmo prevenire black-out e fornire interi quartieri con energia in surplus di impianti rinnovabili”.

L’intuizione di Nikola Tesla

Secondo le prime notizie, l’esperimento è registrato come “Elastic Energy” ed è condotto in collaborazione con esperti internazionali; la squadra di ricerca sta anche portando avanti delle prove “importanti sulla rete elettrica tradizionale, con un approdo a un’energia senza fili che sfrutti anche l’energia da elementi ambientali, secondo il principio della cosiddetta risonanza reciproca“, aggiunge Santarelli.

Come funzionerà l’energia

A rendere possibile questo progetto è anche l’apporto innovativo dei dispositivi smart e quindi del cosiddetto Internet of Things: in generale, per la trasmissione energia prodotta da fonti rinnovabili e da una determinata massa o materia reperibile nell’ambiente sono necessari principalmente tre elementi, ovvero due bobine in rame (note come bobine di Tesla) e un trasformatore. Le bobine trasformano l’energia raccolta e creano un campo di forza, mentre l’altro apparecchio rende il segnale energetico fruibile da una lampadina o da qualsiasi dispositivo, senza più necessità di spine.

Un futuro prossimo

I tempi per la diffusione di questa rivoluzione energetica sembrano decisamente brevi: l’esperimento in Abruzzo ha avuto buoni esiti e soprattutto ha dimostrato che è possibile trasmettere energia a una distanza di 500 metri e di produrre e stoccare 1,5 kw di energia al giorno in modalità “wireless”; già entro il prossimo anno, poi, sarà realizzato un ulteriore prototipo che dovrebbe portare il funzionamento delle bobine trasmettitrici a circa 20 km di distanza.

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