di Fausto Anderlini – 2 maggio 2018
Mi scuso con tutti i compagni che prediligono l’analisi articolata, ma, in modo spiccio, vorrei dire che trovo puerili tutte queste accuse di bieco strumentalismo rivolte a Renzi. Almeno dal punto di vista strettamente metodologico. La politica non è fatta solo di appartenenze e buone maniere, la politica è anche e soprattutto il campo del kratos, cioè della forza. Al di là dei giudizi morali sulla condotta dell’uomo accusare Renzi di esercitare in modo scorretto e meschino la forza di cui dispone è solo ammettere la propria debolezza. Rafforzandone il potere di ricatto. Perchè Renzi che è in lotta per la sua sopravvivenza politica e persegue un proprio disegno politico i cui tratti apparvero chiari sin da subito dovrebbe disporsi alla propria eutanasia per lasciar campo libero a Martina e altra compagnia (che peraltro di quella forza si misero a suo tempo al seguito) ? Per il bene supremo del Partito e del Paese ?
Ma non diciamo sciocchezze. Ciò che è davvero deprecabile è la titubanza della variegata compagnia non-renziana nell’affrontare l’inevitabile prova di forza con la determinazione che essa richiede. Stanando e cacciando il mestatore, facendo valere le finalità statutarie del Pd (per quanto criticabili da lui ampiamente violate con largo margine di prova), per disporsi a una nuova fase politica. Certo richiamando l’ethos tradito, ma solo per metterlo su un piano di forza.