Gentili si nasce

per Gian Franco Ferraris

Moni Ovadia,  pagina ufficiale facebook 28 luglio 2014

“A me, in quanto ebreo, hanno spesso chiesto anzi, “sono stato richiesto” di spiegare che cosa significhi essere ebreo, che cosa sia in realtà un ebreo.
Durante mesi di notti insonni ho tormentato la mia mente, il mio cuore, la mia anima e ho distillato una dolente risposta che vi propongo: “BOH???”
(…) Il nostro mirabile e ubertoso Veneto, ci fornisce un singolare contributo alla comprensione del problema dell’identità ebraica.
Ci troviamo in un tratto ferroviario diciamo tra Padova e Treviso.
Un treno lo percorre e si arresta in una stazioncina intermedia tra Cavarzere e Trebaseleghe.
Sale sul convoglio uno di quei leggendari ubriachi – sublimi poeti dell’ebrezza come destino ultimo dell’uomo – 75/80 anni, tasso alcolico oltre la soglia di guardia già alle dieci del mattino, del genere:
“un’ombra de vin la matina, un’ombra de vin la sera e di giorno niente sole: ombre, ombre, ombre….”.
L’ubriaco scruta i vari scompartimenti e gliene piace uno dove c’è seduto, solo, un distinto signore che legge il giornale.
Entra, si siede proprio di fronte a lui, lo studia per qualche istante poi si sporge faticosamente dal sedile, mette un dito sopra il giornale del signore, glielo abbassa e dice:

– Par mi, lù, è ebreo.

Il signore scuote il giornale, gira la pagina e, pacatamente, dice:

– No, non sono ebreo buon uomo, lei si sbaglia.
La prego, mi lasci leggere.

Per alcuni secondi l’ubriaco si da’ pace.
Poi si sporge ancora e questa volta col ditino sotto il giornale…

– Scusi sior….. ghe digo…..go tanta esperiensa…..
xe sicuro….. ghe prometo…..Par mi, lù, è ebreo.

E il signore un po’ seccato:

– Le ho detto che non sono ebreo, lei si sbaglia,
SI SBAGLIA!

Ma l’ubriaco di cinque secondi in cinque secondi, infilando il suo ditino dappertutto, dove trova spazio, ripete:

– Ebreo, ebreo, ebreo. Ebreeooo! Brèo…brèo!!!

Il signore, oramai esasperato, non legge più.
Tiene il giornale contro il naso e con le braccia contratte,  gira le pagine.
Poi si alza, appallottola il giornale strizzandolo come fosse il collo del suo impertinente compagno di viaggio.
Alla fine lo scaraventa per terra e urla:

– E va bene, hai ragione, sono ebreo!
Ebreo! Ebreo! Ebreo!
Contento adesso???
Ma guardati tu piuttosto, hai la sbornia più schifosa che si sia mai vista!

L’ubriaco, si alza faticosamente, cerca di tenersi in piedi con dignita e risponde:

– Vero sior…verissimo…posso confermare…
Però….. a mì….. doman….. la me pasa.

(da: Oylem Goylem)

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