di Alfredo Morganti – 28 settembre 2017
I renziani ne dicono tante, la maggior parte di esse fuori luogo, ma il disegno resta sempre lo stesso e nemmeno tanto sotteso. Renzi e Richetti, lo sappiamo, hanno abbandonato da tempo il trip secondo cui “pensa a tutto Renzi” (almeno dalla fase post-referendaria) e sono entrati, invece, nella nuova modalità “costruiamo una coalizione di centrosinistra”. La coalizione è un altro modo per dire ‘Partito della Nazione’, il cui schema dovrebbe essere così congegnato. Una copertura a destra, verso i ceti moderati e produttivi con Calenda, un’alleanza di centro con Alfano, una copertura a sinistra con Pisapia (o chi altri), che funzioni soprattutto da viatico verso l’ulivismo (ossia Prodi). Un tale rassemblement avrebbe seggi e cotillon per tutti i partecipanti all’impresa. E sarebbe una specie di bidone aspira-consensi (almeno negli intenti), magari in vista di un governo ‘largo’ con Forza Italia.
Capirete da ciò quanto sia importante invece contrapporre a questo disegno una iniziativa che lo scongiuri, evitando la saldatura di un blocco che, alla sinistra, imprimerebbe forti limiti espansivi, rendendo problematico persino l’accesso in Parlamento. Che le cose stiano così lo si evince anche da tracce marginali. Prendete la velina di oggi di M.T. Meli sul Corsera. Dapprima vi si dipingono, come di prammatica, frizioni e spaccature in seno ad Articolo 1. Quindi si parla di un mondo cattolico-centrista inviperito con l’intervista di D’Alema al Corsera. Poi ci sarebbero rumoreggianti dichiarazioni di guerra di questo o quel centrista, ulivista o pisapiano, contro Articolo 1, aggiungendo che i progetti di Pisapia rispetto al movimento di Bersani e D’Alema sarebbero ‘diversi’. Infine, prendendo qua e là frasi neutre e banalmente fuori contesto di Prodi e Letta (sic!) si arriva persino a suggerire che questi due (pure Letta!) sarebbero pronti a salire con vigore sul carro pisapiano-renziano.
Ed ecco la chiusura: “Molto dipende dalla legge elettorale. Con il Rosatellum, infatti, nonostante tutto, quella dell’alleanza tra il ‘nuovo Ulivo’ di Giuliano Pisapia e il Pd di Matteo Renzi potrebbe diventare l’unica strada percorribile”. Pur di raggiungere l’obiettivo, consistente in un molle ‘corpaccione’ centrista, ben coperto a destra e sinistra, farebbero strame anche del senso comune. Ciò dimostra, comunque, che lì sono fermi, al piano richettiano (‘tutti uniti da Calenda a Pisapia’), e che da quello non possono prescindere, per mancanza di un vero Piano B. Questo per dire che non si scende in campo (uso maledettissime metafore calcistiche anch’io) facendo finta che la squadra avversaria non giochi o peggio non esista. Va bene avere un proprio schema di gioco originale, ma poi il campo ti regala partite vere e situazioni di gioco impreviste, e si scopre che gli avversari hanno un piano di battaglia con cui dover fare i conti, e guai a pensare che tutto dipenda soltanto dai nostri gagliardissimi schemi o dai nostri avanzatissimi progetti. Guai a pensare, in sostanza, che si giochi da soli.