Hannah Arendt, film di Margarethe von Trotta

per Lina Lombardo
Autore originale del testo: Lina Lombardo

di Lina Lombardo 20 dicembre 2014

Questa sera mi è capitato di vedere il film Hannah Arendt di Margarethe von Trotta. La regista pone l’accento sulle reazioni negative abnormi suscitate dalla pubblicazione delle considerazioni della Arendt sul processo Eichmann poi riunite nel libro La banalità del male, non solo da parte di comuni cittadini ebrei ma anche da parte di intellettuali di livello. Se il racconto è veritiero c’è da chiedersi come sia stato possibile, da parte di questi intellettuali, non comprendere il pensiero della Arendt. Il pensiero della Arendt appare controcorrente nella sua formulazione. Eppure lei lo spiega in maniera semplice ed esauriente. L’incapacità di pensare espressa nell’obbedienza acritica e pertanto cieca annichilisce nelle persone la capacità di giudizio e azzera ogni possibile consapevolezza delle proprie responsabilità nel compimento di azioni siano esse negative o positive. Le persone hanno perso col pensiero la loro stessa essenza umana e si ritrovano a d essere pecore che obbediscono a un padrone.

Trovo queste considerazioni ancora oggi, per certi versi, attuali. Stiamo vivendo in un totalitarismo atipico che sta annientando, con una guerra atipica, cittadini inermi. Cittadini che subiscono in maniera acritica i diktat di centri di potere forti come sono le banche, le multinazionali e dei governi ad esse associati, cittadini convinti da una propaganda bugiarda che restare in vita significhi chinare la testa di fronte all’annientamento dei propri diritti basilari quali sono il diritto alla dignità che solo il lavoro può dare, il diritto alla salute e alla propria felicità.

Hannah Arendt, nata a Linden in Germania nel 1902 e morta a New York nel 1975, è stata filosofa politica e storica, cresciuta alla scuola di Heidegger e Jaspers; docente universitaria negli Stati Uniti, ha scritto numerosi saggi che hanno come oggetto di indagine lo sviluppo dei grandi totalitarismi e il rapporto tra politica e vita, individuo e massa.

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