di Luigi Altea – 22 febbraio 2019
Sembra passato un secolo da quando, nelle sue frequenti apparizioni televisive, Roberto Formigoni, ostentava il sorrisetto sarcastico e un po’ pretesco, di chi è sicuro di saperne una più del diavolo, e sa di poter campare tranquillo, tanto non sarà mai scoperto nulla a suo carico, di “penalmente rilevante”.
Il Celeste sembrava dire: io le cose le faccio “per bene”, quindi indagate, indagate, non riuscirete a trovare nulla!
E mentre le Procure indagavano, lui sghignazzava: acqua, acqua, focherello, no, no, acqua acqua!
E giù risate!
Anche ad un perfezionista come lui capita, però, di dimenticare i coperchi, dopo aver fatto “per bene” le pentole.
E’ quanto ha deciso la Cassazione.
A questo punto c’è chi dice che, non avendo rubato solo una mela, otterrà presto i domicilari…
Io spero, invece, che il Presidente della Repubblica, gli conceda subito la grazia.
Formigoni all’età di venticinque anni ha fatto il voto di castità, al quale non è mai venuto meno.
E’ stata un’esperienza positiva che lo ha umanamente arricchito, e che legittimamente vorrebbe proseguire.
A nessuno dovrebbe sfuggire come il suo stato verginale sia del tutto incompatibile col sistema carcerario.
Cinque anni e sei mesi in carcere, senza neppure la protezione dei Corazzieri, sono molto più lunghi di sette anni al Quirinale.
Ci rifletta il Presidente.
A Formigoni sono stati pignorati i beni, gli è stato tolto tutto.
Quasi tutto.
Gli sia concesso di conservare gelosamente, integralmente, la sua purezza.
Non gli si neghi il diritto/dovere di continuare ad arricchirsi esercitando il voto di castità.
Grazie.