Il cavallo non beve

per Gabriella

Antonio Napoletano su facebook – 30 giugno 2014

La notizia è, o meglio sarebbe, da prima pagina. In un paese normale, non ci sarebbero dubbi. Ma il nostro, si sa, non è un paese normale. E non per le ragioni addotte dall’inventore di questa chimera letteraria.
E la notizia è questa: il provvedimento varato da Letta, il giovine, che incentivava le assunzioni per ragazzi e ragazze tra i 18 e i 29 anni, puntando alla creazione (sic!) di 100.000 posti di lavoro, nel periodo 2013-2015, con lo stanziamento complessivo per il periodo di ben 794 milioni di euro, si sta rivelando – per chi faceva finta di crederci- un fallimento completo.
L’Inps ha, infatti, reso noto un primo conteggio delle domande di prenotazione confermate finora per l’assunzione di questi giovani disoccupati e le cifre sono inequivocabili: si tratta di 22.124 assunzioni.
Ovviamente questo dato era assolutamente prevedibile e solo chi si ostina a volerci propinare il veleno della setta di assatanati liberisti poteva illudersi che, nel pieno della più devastante crisi mai attraversata, si potesse uscirne o alleviarne i disastri distribuendo incentivi, affinché gli animali spiriti contenessero l’impulso a distruggere capacità e forze di lavoro.
Ma, c’è da giurare che nonostante questa clamorosa smentita, la strada che si continuerà a battere – nonostante la variante degli 80 denari, soluzione questa che la dice lunga sulla contaminazione populista di questo governo e di questo PD al 40,8% – continuerà a essere quella battuta da Letta il giovine. Anche perché, nonostante i proclami del rientro, il Renzi in versione europea, oltre a prendere sdentate politiche, è stato inchiavardato alla stanga merkeliana, che non consente rilassamenti, né fuoriuscite, né invenzioni, né varianti stravaganti del paradigma neoliberista e neomercantilista di marca germanica.
Infine, due parole sull’informazione nostrana. Neppure negli anni peggiori del centrismo più oltranzista si è assistito a una chiusura così devastante della libera informazione. Il tifo per questo ometto della provvidenza è scatenato e senza remore. Le pochissime voci che ancora distinguono si contano con le dita di una mano. Le redazioni e i commentatori – senza distinzioni – abbozzano. Per leggere qualche cauto rilievo occorre perdere ore ed essere scafati lettori e/o ascoltatori/osservatori radiotelevisivi. E l’effetto che ne risulta è più simile alla situazione nordcoreana che a quella di una libera, plurale e critica società democratica occidentale.
Uno schifo senza aggettivi.

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