di Alfredo Morganti – 1 ottobre 2018
‘Il Giornale’ di Sallusti conduce quotidianamente un battaglia contro il governo di Di Maio. Salvini sarebbe, in pratica, un povero Cristo caduto nell’inganno dei comunisti, mentre l’esecutivo in realtà sarebbe proprietà dei 5stelle. Si capisce il perché di questa bislacca linea editoriale: la Lega ha già in tasca l’accordo elettorale e politico con la restante destra, e dunque è un alleato. Per questo si tendono distinte le posizioni dei due maggiori azionisti del governo, e si attacca solo uno dei due, il Ministro del Lavoro. Operazione tattica che nasconde un imbroglio: il ‘Giornale’ si comporta come se il segretario della Lega passasse di lì per caso, mentre i veri castigamatti fossero i grillini, sui quali scatenare l’inferno. Mi chiedo: i lettori, per quanto si tratti di quelli del quotidiano di Sallusti, meritano un tale imbroglio?
L’affare, tuttavia, è più grande di quanto non testimoni il piccolo cabotaggio dei giornali di destra (anche ‘Libero’ fa la stessa cosa) e riguarda un generale andazzo, per il quale il gioco tra opposizione e maggioranza di governo è così imbrogliato che si offuscano differenze e responsabilità. Mi spiego. Prendete il caso dei funzionari del Tesoro che avrebbero dovuto trovare i soldi per soddisfare promesse e desideri elettorali di chi le elezioni, in realtà, le aveva vinte. Sono arrivate persino minacce nei loro confronti. Essi avrebbero resistito agli indirizzi politici sovrani, comportandosi da avversari. Capite? Quelli sono al governo, ma si presentano al ‘popolo’ come oppositori dei tecnocrati. Occupano il Palazzo da padroni, ma si fregiano di apparire in tv come coloro che resistono all’inerzia dei dirigenti pubblici. I balconi si riempiono, allora, di ministri festanti, come se manifestassero contro un governo avverso, e avessero strappato un risultato importante all’esecutivo. I deputati di maggioranza sotto i balconi, a loro volta, sventolano festanti le bandiere come se avessero vinto le elezioni, e non occupassero invece gli scranni dei vincenti.
La bugia è nel far credere che chi sta al governo stia in realtà all’opposizione, e che al governo ci siano invece i ‘cattivi’: i tecnocrati, i funzionari del Ministero, la criminalità, se non addirittura i ‘comunisti’ di una volta oppure i ‘renziani’ di ieri. In un gioco di veli e di controveli (anzi controveline mediatiche) che tendono a rovesciare la frittata precedentemente fatta. Quale frittata? Quella di ripetere instancabilmente che il male assoluto sta al governo e il bene assoluto nel ‘popolo’. Quella per cui la politica e il potere sono sempre cattivi, i tecnici e le élite dei veri mascalzoni, i parlamenti una scatoletta di tonno da aprire, i partiti un covo di truffatori, i dipendenti pubblici dei manigoldi, mentre il popolo, gli avvocati del popolo, gli amici del popolo sono sempre buoni in quanto tali, anche se evadono il fisco e portano milioni all’estero, oppure sono razzisti. Una distinzione manichea che adesso si ritorce verso i vincitori, che hanno lavorato alla loro vittoria sputando nel piatto in cui avrebbero mangiato, o meglio infangando le sedie che avrebbero occupato. Come spiegare le difficoltà, i problemi, le angustie, la mancanza di risorse e di tempo che si scontano, come è normale che sia, a Palazzo Chigi?
Semplice, mostrandosi con le mani legate, sotto effetto di un complotto, preda dei tecnocrati che effettivamente governerebbero. Mostrandosi vittime della criminalità, della mafia, della ndrangheta, del malaffare, della corruzione endemica che legano le mani al povero ministro e gli impediscono di realizzare il paradiso in terra. Indicando anche la soluzione vera: dateci più potere, date più potere al nostro Capo e vedrete che sconfiggeremo il male. Il Popolo sia unito e ci dia fiducia, un’assoluta fiducia. Affideremo la democrazia a un Tutore, un avvocato del Popolo, un nuovo Cincinnato che tutto sa e tutto prevede, e i nemici del Popolo (a partire dagli immigrati e dai funzionari pubblici) subiranno la punizione che meritano. Tutto si risolverà, tutti sarete salvi. I neri verranno fermati ai confini, gli usurpatori del suolo patrio!, e gli italiani non subiranno più l’ingiustizia di non essere padroni a casa loro. Retorica, tanta retorica populista che è la cifra essenziale oggi del dibattito pubblico, anche a sinistra (potevano non trovare epigoni anche tra noi? e quando mai!).
Se non sono altri giorni bugiardi questi, cos’altro sono? Mostrarsi opposizione da Palazzo Chigi, indicare complotti, svestirsi di responsabilità, additare i ‘comunisti’ – e prima ancora ‘alleare’ al governo cose politiche diverse che restano comunque diverse, cementate solo dalla complicità politica, quando già le vie elettorali si stanno dividendo per riunificarsi dopo, di nuovo, in nome della solita ‘emergenza’: cos’è questa se non la via della menzogna, resa possibile anche da un apparato mediale in cui le fake valgono più delle altre notizie, che la verità almeno la mimano? Io penso che la sinistra debba ribaltare questo schema culturale, per ricandidarsi al governo del Paese. Debba ribaltare il fritto misto fatto di gretto populismo, movimentismo, antiparlamentarismo, prevalenza della comunicazione e della tecnica sulla politica, che ha infangato la cultura politica del Paese e ci affoga ogni giorno nelle più spudorate bugie.