di Loretta Napoleoni | 20 aprile 2014
Se bastasse un trucco contabile per far ripartire l’economia allora non avremmo più bisogno di politici ma di un governo di contabili. L’utilizzo di nuove modalità di contabilità per rendere gli indicatori economici più ‘belli’ di quanto in realtà essi siano non migliora il reddito della popolazione, né fa crescere l’occupazione, piuttosto si tratta di strumenti utilizzati per la propaganda politica.
Ragioniamoci sopra. Mario Draghi sta considerando la possibilità di introdurre tassi d’interesse negativi per le banche che depositano soldi nella Banca centrale europea perché l’inflazione in Europa continua a scendere ed è ben al di sotto del 2 per cento. Si tratta di una decisione eccezionale, per combattere un male pericolosissimo: la deflazione. Eppure il costo della vita oggi è ben più alto di 10 anni fa. Come mai? E’ semplice basta cambiare il paniere dei beni rappresentativi dell’inflazione, ad esempio un televisore a colori oggi costa meno di 10 anni fa, lo stesso vale per gli smartphone e così via.
Sebbene tutti ormai si siano convinti che il problema sia la bassa inflazione, in realtà più che all’indice dei prezzi bisogna guardare al potere d’acquisto della moneta, l’euro. Ed in effetti questo è basso, un tempo con un milione e mezzo ci viveva un’intera famiglia, oggi con 750 euro non si riesce neppure a sbarcare il lunario. Ci vuole l’aiuto dei genitori o dei nonni per arrivare alla fine del mese.
Ma affermare che il potere d’acquisto dei salari è sceso equivale ad un suicidio economico, meglio usare terminologie come la deflazione e per farlo basta cambiare il paniere dell’inflazione. E’ vero il mondo cambia e dobbiamo adeguarci, quindi questo paniere non può rimanere statico, ma alcune voci devono rimanere perché la spesa per mandare un bambino all’asilo nido, ad esempio, esiste ancora per le famiglie ed i costi sono aumentati e lo stesso vale per le vacanze, l’assicurazione dell’automobile ed anche i prodotti alimentari organici. L’economia è complessa e non sempre è possibile con un calcolo che produce un numero, ad esempio il Pil, definire un fenomeno quale la ricchezza ed il benessere di una nazione.
E’ bene che il lettore ed il cittadino attento capiscano che spesso, troppo spesso, la macchina politica trova il modo di cambiare le carte contabili in tavola e farci credere che tutto procede per il meglio. E’ sicuramente questo il caso dell’ESA, European System of Accounts che come un prestigiatore con la bacchetta magica aumenterà il Pil europeo di più di 2 punti percentuali e naturalmente anche quello italiano.
Ma mettere a confronto i valori di prima e dopo l’introduzione dell’ESA equivale a comparare due entità profondamente diverse. Pochi però ne sono al corrente. Negli Stati Uniti questo giochetto ha creato l’illusione che l’economia fosse tornata a crescere al ritmo degli anni pre-crisi del credito. Matteo Renzi conta di sfruttarne l’introduzione per far credere agli italiani che il suo metodo ha funzionato, che le sue riforme hanno rimesso in moto l’economia. Ma non sarà così.
Fortunatamente, nel lungo periodo gli effetti speciali dei cambiamenti contabili scemano perché anno dopo anno i numeri tornano a raccontano la verità. Così la straordinaria crescita degli USA non ha prodotto l’abbandono del Quantitative Easy, si stampano sempre 65 miliardi di dollari al mese e la Fed non ha intenzione di smettere di farlo nel breve periodo, anzi, Yellen ha ribadito che il motivo è proprio la lenta ripresa. Anche al 3,5 per cento questa è troppo bassa per riportare l’America ai livelli dei primi anni 2000. Discorso analogo vale per la Banca centrale europea, se le cose vanno così bene allora perché c’è bisogno di introdurre tassi d’interesse negativi?
Generalmente è più difficile truccare gli indicatori monetari che quelli economici, persino il tasso di disoccupazione può essere manipolato, basta cambiare le modalità per poter entrare a far parte dell’esercito dei disoccupati, quindi è sempre bene mettere a confronto i valori del Pil, quelli del debito pubblico con i tassi d’interesse e la politica monetaria, se questa è espansiva allora sicuramente la crescita non è reputata sufficiente ed il politico di turno ci sta raccontando l’ennesima frottola.