Il supergruppo

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Fonte: facebook

di Alfredo Morganti 19 settembre 2014

Ho una mia idea di quel che sta accadendo. Il Patto del Nazareno è una chiave per capire un po’ la novità del momento. Perché, diciamo la verità, un patto di consultazione permanente e privato, tra presunti avversari politici non s’era mai visto. E nemmeno si era mai visto che i confini dei partiti fossero labili come lo sono ora. Fateci caso, tra Forza Italia e NCD c’è una specie di corridoio umanitario; tra i ‘centrini’ non si capisce nemmeno più se sussistono delle identità politiche; a sinistra del PD non mi ricordo nemmeno più i nomi delle organizzazioni e cosa contengano e chi sia. Boh. Il PD, poi, è un perfetto non-partito: non sai se conti più essere iscritto, simpatizzante o passante nei pressi di un gazebo. Non capisci se chi ci sta, ci sta per convinzione, utilità, distrazione (“ma ce l’ho ancora la tessera?”). Non capisci se vorrebbe rimanerci, stare un po’ e poi sparire, se è entrato solo per vedere che si dice in giro, se Renzi è meglio dal vivo o in tv. Non capisci se gli iscritti siano di sinistra, di destra, di centrodestra, di centrosinistra, agnostici, apolitici, tennisti, atennisti, antitennisti. Antennisti. Regna la confusione sotto il cielo, insomma, e tutto quel che si può dire è che, con la politica, sono morti per primi i partiti. Ossia soggetti caratterizzati da un’idea, un programma e soprattutto da confini certi o quasi. In natura il fenomeno si chiama osmosi, qui caciara totale.

Perché il “Patto” è paradigmatico? Perché simboleggia bene questa fine dei partiti e dei confini. Detto tra noi, Renzi potrebbe essere il leader del centrodestra ma-anche del centrosinistra. E non per mero veltronismo d’antan. La sovrapposizione in corso tra le cose politiche anche diverse agevola questa commistione di ruoli. Più che un centro-sinistra o un centro-destra, mi pare che il fenomeno vero sia il destra-sinistra, che è una cosa forse difficile da comprendere logicamente, ma molto meno complicata, in pratica di quanto si pensi. Le cose vanno così: Guerini telefona a Verdini che telefona a Berlusconi e scattano le riunioni segrete. Una cosa terribilmente facile, quasi da praticoni, altro che aporie logiche dovute all’accostamento secco di destra e sinistra. Facile eh? Più difficile capire cosa si dicano quelli che partecipano alle riunioni. Si dice: parlano di riforme istituzionali ed elettorali, perché queste vanno fatte tutti assieme con l’opposizione. Ma quale sarebbe l’opposizione? Gianni Letta? Semmai Enrico. E comunque l’eventuale opposizione è ben più ampia di Forza Italia. Il Patto è solo una bilaterale! Dice: la Lega l’abbiamo invitata, così i 5stelle. Non ci credo. Ve lo immaginate Grillo nella stessa stanza in cui Renzi e Berlusconi inciuciano. Direbbe persino lui: troppa grazia!

E ora veniamo alle cose serie. Se questo è il quadro (liquefazione dei confini tra i partiti o presunti tali, e fine delle contrapposizioni tra destra e sinistra perché cosa vecchia), e se il Patto è la chiave e il simbolo di questa fine, mi dite com’è possibile che Renzi e Berlusconi discutano di una legge ultramaggioritaria che dovrebbe invece tracciare una linea Maginot tra maggioranza e opposizione, di una legge che dopo due secondi dallo spoglio dovrebbe stabilire chi ha vinto, consegnargli lo scettro imperituro e distanziarlo nettamente da chi ha perso? Non vi pare un’aporia mostruosa e insuperabile, del genere di quelle parmenidee? E allora formulo un’ipotesi: vuoi vedere che Renzi e Berlusconi parlano d’altro? Vuoi vedere che riuniscono la segreteria del nuovo partito PDRB, un superpartito come una volta c’erano i supergruppi (CSNY, ELP, BBA)? Nel caso, parlano di cos’altro? Forse di presidenzialismo, oppure di gestione delle aule parlamentari, oppure si informano sui provvedimenti economici, e magari si fanno profferte d’aiuto, si giurano amicizia eterna, insultano i comunisti, puntano al deserto politico attorno ad Arcore e a Pontassieve, raccontano barzellette sporche. Chi sa. La cosa certa è che di legge elettorale no, non possono parlare. Sarebbe troppo contradditorio. Perché il superpartito dovrebbe scrivere una legge che alza barriere invalicabili quando tutto sembra “narrare” proprio l’opposto. Se una legge così nascesse davvero sarebbe una specie di truffa, disciamolo. O forse solo un paravento. Oppure una botta di comunicazione, un escamotage per sviare l’attenzione di tutti dai veri intenti, quelli sì, segreti.

Ma adesso finisco, sennò qualcuno mi accusa di essere un rosicone. Oppure uno che non capisce niente e gli ci vorrebbe un bignamino. Va a finire che danno la colpa a me se saltano tutti i piani. E francamente accollarmi a buffo il default italiano e coprire le spese della mancata spending review sarebbe davvero troppo per le tasche di un impiegato come me, per quanto privilegiato, come si dice, affamatore di giovani e pure ben posizionato sul lato giusto dell’apartheid italiano. Quindi, mi astengo.

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