La ‘Cosa’

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Fonte: facebook

di Alfredo Morganti – 4 maggio 2015

Ma davvero Matteo Renzi ha conquistato il partito democratico? Davvero ha costruito un’empatia con questo partito? Non mi riferisco ai ‘funzionari’, agli eletti, all’indotto che trae vantaggio dalla presenza di Renzi al Nazareno, e dunque i comunicatori, i contrattisti, chi aspira a una carriera, chi cerca delle relazioni, chi col PD ci lavora in qualche modo. Mi riferisco all’anima di un partito, di quel partito. Mi riferisco alle donne e agli uomini che col PD non ci guadagnano ma ci rimettono, e non desiderano semplicemente scovare il corridoio giusto per approdare in Parlamento oppure in qualche staff o azienda pubblica. Sono quelli che vivono ancora candidamente la politica, com’è sempre stato nella tradizione della sinistra. Che si appassionano alle vicende pubbliche e ritengono che vi sia una soluzione pubblica ai problemi, non personale, non individuale (tipo una bella segnalazione, una relazione oppure la ricerca di una luminosa carriera). Sono coloro che fanno i volontari alla festa e che partecipano (o meno) alle manifestazioni per libera scelta, non perché arriva un sms che ti invita caldamente a farlo, così che paia una specie di dovere in vista degli obiettivi di carriera et similia di cui sopra.

Ecco. Renzi quest’anima l’ha conquistata? Io dico di no. E non solo perché il suo PD ne è privo (questo è l’effetto semmai), ma per le modalità di conquista che ha messo in atto. Ha immaginato il partito come un’entità economica, un ‘azienda, e ha fatto l’OPA, sostenuto da forze estranee al partito stesso, e spesso acerrime avversarie. Ha dato scacco e si è preso la scacchiera con poche mosse azzeccate. Ha rottamato lo spirito effettivo, di comunità di un partito. E oggi si è piazzato in cima al Nazareno, in cima a Palazzo Chigi e negli anni tenterà pure di insediarsi in cima al Quirinale (riformato in senso presidenziale). Così facendo ha fatto banco, certo, ha razzolato il tavolo politico, ma ha preso possesso di un ectoplasma, di una forma vuota, di una Cosa. Ricordate la Cosa nata dalla svolta di Occhetto? Ecco, quella. Una specie di regressione e di svuotamento ha ricondotto il partito a quella nudità, a quell’anonimato. Oggi è una specie di service, un chiavistello per il potere, una ‘Cosa’ appunto usa e getta, uno strumento affilato nel senso peggiore del termine.

No, le modalità di accesso al Nazareno sono sostanza. Se tu fai l’OPA, se fai leva sugli avversari del PD, se parli ai passanti ma non agli iscritti, vuol dire che stai trasformando quel partito in una ‘Cosa’ vuota dentro, senza anima. Vuol dire che non ti sei appellato a quell’anima, ma agli spiriti animali esterni a essa, e oggi occupi un Frankenstein fatto di pezzi mal assortiti: Verdini, rutelliani, opportunisti di ogni genere, cerchio magico, Marchionne, carrieristi, donne e uomini di scarsa reputazione, tifosi della politica più che veri appassionati, finanziatori che vogliono la privacy, spezzoni di classe dirigente che hanno colto i vantaggi dell’ascesa di Renzi, trasformisti di ogni risma. Questa ‘Cosa’- PD serve a vincere le elezioni, a corrispondere ai desiderata di quelli che Renzi ce lo hanno mandato, ma è come una macchina di potere, un congegno mosso dalla volontà di potenza, nulla più. Un’entità forte e flaccida allo stesso tempo, una sorta di spettro, e non esattamente quello a cui si riferiva il vecchio Marx.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.