Fonte: Quora
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Fabio D’alessandro
Perché Winston Churchill provava così tanta stima nei confronti di Benito Mussolini?
Seguito/a
avvocato presso Studio LegaleAggiornato in data 13 gen
Churchill, da buon inglese DOC, nutriva un sovrano disprezzo per chiunque non fosse british; idem dicasi per qualunque nazione, forma di governo, associazionismo etc. che non fosse di matrice albionica.
In tutto ciò, considerava l’Italia la somma dei difetti possibili, in quanto paese latino, mediterraneo, e cattolico. Per un paese così, l’unica forma di governo possibile, era una dittatura paterna e un pò severa; l’alternativa, era cadere sotto dittatura comunista (e l’esperienza ungherese con Bela Kuhn, il Biennio Rosso, oltre alla guerra civile spagnola, la rendono una ipotesi possibile). E Mussolini, per questo ruolo era perfetto
CHURCHILL nel 1927 aveva dichiarato: “Se io fossi italiano sarei stato con voi fin dal principio. Il vostro movimento ha reso un servigio al mondo intero”(Bruno Vespa ‘Perché l’Italia amò Mussolini’, tratta da un articolo del CdS, 21 gennaio 1927).
All’indomani della morte di Mussolini: “Così finirono i 21 anni della dittatura di Mussolini in Italia. Durante i quali egli aveva salvato il popolo italiano dal bolscevismo in cui avrebbe potuto sprofondare nel 1919, per portarlo in una posizione in Europa quale l’Italia non aveva mai avuto prima… L’alternativa al suo regime avrebbe potuto essere un’ Italia comunista, che non sarebbe stata fonte di pericolo e sciagura di natura diverse per il popolo italiano e per l’ Europa…. Le grandi strade che egli tracciò resteranno un monumento al suo prestigio personale e al suo lungo governo”. (Churchill ‘La seconda guerra mondiale’, Oscar Mondadori – volume nono pag. 63).
e anche: Il genio romano impersonato in Mussolini, il più grande legislatore vivente, ha mostrato a molte nazioni come si può resistere all’incalzare del socialismo e ha indicato la strada che una nazione può seguire quando sia coraggiosamente condotta. Col regime fascista Mussolini ha stabilito un centro di orientamento dal quale i paesi che sono impegnati nella lotta corpo a corpo col socialismo non devono esitare ad essere guidati». Discorso di Churchill il 18 febbraio 1933, ( R. De Felice, ‘Mussolini il duce. Gli anni del consenso 1929-1936′).
Del resto – cosa che non si dice – Churchill, fino al 1937, e per motivi simili, ebbe parole di profondo elogio anche per Hitler. Difficile trovare accenni su internet… ma, nel bellissimo film ‘Vincitori e vinti’ (sul processo di Norimberga) vi sono richiami espliciti a sue dichiarazioni.
qui il monologo del difensore. gli accenni a Churchill si trovano in altri punti del film, curiosamente assenti su youtube…. che strano!
Bisogna entrare nella mentalità dell’epoca, con le informazioni che queste persone avevano, con le scelte reali a disposizione etc.
Il Biennio rosso, ex post, viene considerato abbastanza alla spicciola; ma allora ebbe un impatto tremendo: le classi borghesi, la monarchia etc, avevano letteralmente sotto gli occhi la Rivoluzione d’Ottobre ( l’orrendo bollettino di Cadorna dopo Caporetto – quasi coevo – , può spiegarsi solo così); dalla Russia arrivavano notizie di brutalità, disordine, e ‘nuovo ordine’ da far pensare alla fine del mondo. In Russia poi, le truppe anglofrancesi inviate a sostenere i Bianchi, si erano quasi ammutinate.
E soprattutto la quasi sconosciuta (a noi) e vicinissima repubblica ungherese dei soviet (esperienza terrificante: in 6 mesi riusciranno a fare cose da marziani, ovviamente con la consueta abbondanza di sangue).
C’era anche stata la rivolta di una caserma di bersaglieri (truppe d’elìte) ad Ancona; rivolta che si era estesa ad altre caserme.
Nelle registrazioni fatte agli ufficiali italiani prigionieri (inconsapevoli), vi erano frequentissimi richiami al Biennio Rosso, e alla grande paura che aveva suscitato nelle classi medie (da cui provenivano molti degli ufficiali intercettati). Noi adesso possiamo dire che il Biennio Rosso è stato gonfiato (forse), ma per la gente che lo viveva allora (e le notizie -vere- che arrivavano dai paesi sotto dittatura comunista erano tremende), la questione era serissima. E ricordiamo che l’Italia non era – anche come mentalità sociale – una democrazia compiuta e plurisecolare.