Fonte: Il Fatto Quotidiano
Lacrime di coccodrillo dei farisei per il “putiniano” e l’“antisemita”
La morte cancella tutto, anche i giudizi dati in vita. Oggi papa Francesco è salutato come un faro spirituale, il presidente Sergio Mattarella dice di aver perso un punto di riferimento, Ursula von der Leyen che “ha ispirato milioni di persone”. Non sembra che lo abbia fatto con lei e nemmeno che il nostro presidente della Repubblica abbia preso a riferimento l’invito di Francesco a trovare una strada per il negoziato.
Il cambio di registro più vistoso è forse quello di Israele, che ieri con il presidente Isaac Herzog ha parlato di un “uomo di profonda fede e sconfinata compassione, ha dedicato la sua vita a sollevare i poveri e a invocare la pace in un mondo travagliato”. Solo qualche mese fa, in occasione del libro La speranza non delude mai, Francesco si era permesso di dire che “a detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”. Dichiarazione molto cauta che spinse Israele a rispondere su X al Pontefice: “Quella di Tel Aviv è autodifesa di fronte al ‘massacro genocida’ del 7 ottobre. Chiamarla con altro nome significa isolare lo Stato ebraico”. A commento dello scambio il Segretario di Stato Pietro Parolin dovette anche respingere l’accusa di antisemitismo.