di Andrea Colli 21 febbraio 2016
Sergio Cofferati, a margine dell’iniziativa romana di Cosmopolitica, in un’intervista al Fatto Quotidiano, sostiene che “Pippo Civati ha le caratteristiche per essere un ottimo candidato sindaco di Milano e la sinistra orfana della stagione arancione, se lui decidesse, non potrebbe che sostenerlo”. Civati non si presenta all’Eur e prende tempo: “Io non sono candidato. In ogni caso sarebbe il caso che Sinistra italiana si mettesse d’accordo su una posizione”. All’Eur, infatti, c’è Giuliano Pisapia, sindaco uscente passato a sostenere Mr. Expo Giuseppe Sala.
Questa è la fotografia di Cosmopolitica, dove le parole sono tutte belle ma le contraddizioni sono tutte lì, grosse come un macigno, e siccome la caratteristica di Pippo Civati è da sempre la coerenza, devono dimostrare nei fatti che la presa di distanza dal Pd e dal centrosinistra sia netta e questo a tutte le latitudini. Io, che sono malizioso, posso pensare nella mia perversione analitica – che però in Possibile rappresenta una testa, un voto – che non sussistano le condizioni politiche affinchè Pippo Civati si presenti candidato sindaco a Milano e questo per due ragioni. La prima (che penso Pippo sappia benissimo) è che Civati è il segretario di Possibile e i segretari è buona norma che restino a dirigere il loro partito, in considerazione che il partito Possibile ha poche settimane di vita e per non incorrere nell’errore del Pd che ha il suo segretario presidente del Consiglio e il partito allo sbando. Ovviamente facendo le debite proporzioni perchè fare il sindaco non è come fare il premier. La seconda, è che le contraddizioni sopra descritte, interne a Sinistra italiana (questo è il nome del nuovo soggetto politico di Cofferati e co.), a parer mio macroscopiche, potrebbero creare una grande confusione dove a pagare sarebbero unicamente, di fronte a un insuccesso, lo stesso Civati e la stessa immagine di Possibile.
Quindi, per concludere, Sinistra Italiana faccia chiarezza al proprio interno e questo non solo per le amministrative di Milano, Roma o Bologna, ma per la ricerca di una più trasparente unità della sinistra che così, sembra più un’ Araba Fenice.