Le due destre e la zero sinistra. Montanari dixit

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

Ho letto con un po’ di ritardo l’articolo di Montanari per ‘MicroMega’, quello delle due destre. Lo studioso esordisce subito dicendo che è una buona notizia che Salvini non sia passato in Emilia Romagna, ma giudica questa sconfitta alla fin fine una sciagura perché apre la strada alla destra moderata ma neanche tanto di Bonaccini. Montanari è un esimio storico dell’arte, ma difetta un po’ di logica. La buona notizia della sconfitta di Salvini non ci sarebbe mai stata senza l’apporto della sinistra al fronte di Bonaccini. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, come si dice: non si può sconfiggere Salvini e assieme sconfiggere pure Bonaccini, e questo per “la contraddizion che nol consente” direbbe l’Alighieri. Mi chiedo: ma davvero Montanari è lieto che Salvini abbia perso? Non si direbbe. Per sciogliere la contraddizione sarebbe stato quasi più felice che avesse perso Bonaccini. In tal modo, il suo ragionamento non sarebbe stato inficiato da noiose incongruenze logiche. Ma tant’è, gli elettori sono sovrani anche se fanno stizzire un membro delle élite più raffinate.

Dopo di che, fatemi dire che parlare di ‘due destre’ non aiuta. Perché se fosse vero, se le cose stessero così, vorrebbe dire che l’elettorato ha votato tutto o quasi a destra. Tutti fascisti, tutti razzisti, senza distinzioni, senza differenze. Così che lui (e lui solo!), Montanari, sarebbe la sola speranza di sinistra che ci resta in un panorama cupo e desolato. Una speranza solitaria, in un mare di fascismo diffuso, di pensiero unico imperante, entro cui il pensiero veramente critico, non è quello degli elettori di sinistra che hanno sconfitto Salvini accodandosi a Bonaccini per sconfiggerlo (che altro avrebbero dovuto fare?), ma è il suo, quello di Montanari. Il quale si staglia, sì, in tutta la sua nettezza dalla marea nera montante, ma per venirne subito e inevitabilmente travolto. Insomma: non solo Montanari avrebbe voluto la sconfitta parallela dei due contendenti (secondo un modello non democratico, direi tirannico, per il quale chi vince lo decido io), ma vorrebbe rilanciare la sinistra dopo aver dichiarato, contemporaneamente, che c’è solo la destra, c’è un unico pensiero, non c’è alternativa. Uno specchio liscio è quello su cui vorrebbe arrampicarsi Montanari. Succede quando invece di cogliere le differenze si gioca a cancellarle tutte, perché così i conti tornano. Chiamiamola in tutti i modi possibili, anche Pasquale, ma questa non è politica. Chissà cos’è.

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