“L’Italia che dice sì”. E magari pure “sissignore”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti,

di Alfredo Morganti – 4 maggio 2016

“I comitati per il sì saranno diecimila in tutta Italia, dalle dieci alle cinquanta persone per comitato – ha detto il premier – fino a ottobre serve una gigantesca campagna porta a porta per chiedere se si vuole riportare l’Italia a due anni fa o andare a testa alta verso il futuro”.

Diecimila nuclei del nuovo partito, ecco di cosa stiamo parlando. Dell’Italia che dice ‘sì’, che non si lamenta, che non fa storie (e, anzi, le storie se le beve). Della futura classe dirigente, che nascerà da una selezione sul campo nel pieno della battaglia referendaria. I più bravi emergeranno, sarà una cosa darwiniana. Tanti nuclei che assieme costituiranno il nocciolo del partito nuovo, che del vecchio forse erediterà il marchio, forse il nome, forse nemmeno più quelli.

Stiamo parlando del più grande bando pubblico di sempre, aperto a tutti gli ottimisti, per l’assunzione nel nuovo partito ‘nazionale’, capace dio coprire ogni settore dello schieramento, posizionandosi nel centro geometrico. Un concorso indirizzato ai nuovi artefici della politica italiana, la politica del futuro, quella che della contraddizione politica salva un unico corno, quello positivo, e rigetta come cupo disfattismo tutto il resto (gufi, rosiconi, sfigati, lamentosi).

Nei comitati saranno bandite le differenze politiche, per almeno due ragioni: 1) saranno tutti per il ‘sì’, tutti uguali, tutti renziani, tutti miliziani della Nuova Repubblica; 2) le differenze politiche saranno abolite all’interno dell’unico anelito che vi spirerà: fare tutti qualcosa ‘per il bene del Paese’, senza più risse, polemiche, né distinzioni artificiose di partito. Tutti assieme, come un unico braccio, un’unica mano, un’unica testa, un unico corpo al servizio dell’Italia.

Forze sane e gente fresca, non logorata da anni di Parlamento, di assemblee elettive, di fumose riunioni di partito, di lettura e stesura di documenti. Tutti positivisti, tutti ‘annuitori’ di talento: mezzo milione di persone, dice il premier, pronti a seguire le logiche (tanto al chilo) del senso comune, del marketing, degli spot e degli annunci e non quelle noiose e argomentative della vecchia politica. Una sola voce, un solo applauso, una sola acclamazione, non fosse altro per risparmiare tempo e facilitare la corsa del premier alla conquista di un posto al sole per l’Italia.

Mezzo milione di persone che ci diranno quanto è bello il presente, fantastico il futuro e come questo sia il migliore dei mondi possibili. Altro che l’inferno di due anni fa, dice Renzi! Altro che i 63 governi che hanno preceduto l’attuale! Prima di Renzi il diluvio, ecco cosa ci diranno i comitati per il sì. Sarà un porta a porta, come quelli che vogliono venderti qualcosa, sarà come l’assedio di Lisbona o quello di Stalingrado, saremo ostaggi della propaganda, guarderemo forzosamente Renzi in TV come in ‘Arancia meccanica’, dovremo barricarci inorriditi.

Un nuovo grande partito non necessariamente politico si solleverà dal rumore assordante della campagna referendaria e distenderà i suoi artigli sul prossimo futuro di tutti. Tentando di trasformare il ‘sì’ in un sissignore, il consenso in genuflessione, la proposta in un comando secco e senza replica.

Ma non ci riusciranno, vedrete. Non ci riusciranno.

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