Renzi, un leader anaffettivo

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Lucia Del Grosso
Fonte: Lucia Del Grosso
Url fonte: http://www.luciadelgrosso.it/?p=2810

di Lucia Del Grosso – 4 novembre 2017

Dice Formica che la politica è sangue e merda e ha ragione.

Ma i veri leader ne spargono il meno possibile e non avvelenano i pozzi.

Tutto può darsi in politica: ipocrisie, menzogne, tradimenti. Per Machiavelli se si vuole la salvezza dell’anima ci si fa preti, il Principe deve pensare a salvare lo Stato.

E’ questo il punto: il politico può trovarsi nella situazione di compiere atti non irreprensibili, ma deve essere sempre guidato da un interesse superiore. Poi nessuno è ingenuo e sa che l’uomo è un impasto misterioso di terra e cielo: nessuno pretende che l’ambizione personale non faccia parte di questo impasto, ma mai e poi mai può essere l’unico fine a cui tutto può essere sacrificato.

Di Berlinguer si diceva che era una brava persona, di Togliatti un po’ meno, qualche ombra gli è stata rimproverata. Ma nessuno ha mai messo in discussione che il suo pensiero e i suoi atti erano orientati dal bene del Paese e del Partito.

Ora trasponiamo queste considerazioni alla biografia di Renzi. Ce lo vedete il peggior politico della Prima Repubblica, ma proprio il più miserabile, dire di un candidato del proprio partito che lo voterebbe, ma chissenefrega, vinca il migliore, tanto è stato indicato da un altro?

Tradotto, ma non ce n’è bisogno:  per me il PD siciliano può pure sprofondare nello Stretto di Messina e portarsi dietro il partito nazionale, non muovo un dito per limitare i danni, metti che a qualcuno viene in mente che c’entro qualcosa con questo disastro.

Penso che Renzi, oltre che un pessimo uomo politico, sia anche anaffettivo. E’ un difetto persino più grave dell’essere carogne, perché una carogna non è detto che non provi qualche sentimento disinteressato verso la collettività. A Renzi invece non frega niente di nulla al di fuori della sua famiglia se non ne ricava beneficio. Tutto deve essere piegato alla sua ambizione. Anche il principio di realtà. Perché è inutile scappare come i bambini dopo aver fatto una marachella: arriverà il 6 novembre e non senza conseguenze per un partito ridotto a sperare in un indecoroso terzo posto. Sarà l’armageddon senza però la sua epicità, sarà una comica con le torte in faccia. Un fuggi fuggi con planate a gambe all’aria sicuramente in Sicilia, ma con effetto domino in tutta Italia.

E in questo ridicolo epilogo c’è una parte del mondo della sinistra dispersa che prende ancora sul serio il circo piddino e il suo capocomico anaffettivo e un po’ fa il gioco del cerino, un po’ misura il grado di renzismo dei superstiti nel PD, un po’ si lascia tentare da alleanze alle elezioni regionali.

Dico anche a voi, compagni con la sindrome “nonregaliamolaRegionealledestreeaigrillini” che arriverà il momento di andare a cercare voti per gente magari perbene, si spera, ma sputtanata politicamente e senza credibilità. E ai mercati stracceranno i volantini in faccia anche a voi.

Lasciate annegare il PD o trascinerà nel gorgo di ridicolo anche voi.

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