Massimo D’Alema: Se uno legge i giornali, lasciamo stare il PCI, ma anche se uno ripete quello che diceva Andreotti, viene considerato un pericoloso estremista ormai.

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Giovanna Ponti

Massimo D’Alema: Se uno legge i giornali, lasciamo stare il PCI, ma anche se uno ripete quello che diceva Andreotti, viene considerato un pericoloso estremista ormai. (Video)

Trascrivo perché penso ne valga la pena
(ho messo fra parentesi poche frasi perchè erano sottintese nel discorso a braccio di D’Alema).
“Comunque sia anche dopo l’esperienza del PCI, l’esigenza di una forza espressione, diciamo esplicitamente erede e libera da queste sciocchezze che sono finite le ideologie, (può esistere?). (“La fine delle ideologie”)sono tutte sciocchezze, erano tutte sciocchezze. Anzi direi che è stata un’ondata ideologica che ci ha travolto e in cui se uno dovesse dire la matrice di questa ideologia è stato il liberismo l’ultraliberismo, è stata la traduzione dei sistemi politici di una visione ultraliberale.
Ora è chiaro che non si può tornare indietro, però bisogna che oggi chi è attivo nella vita politica tenga conto che c’è un’energia a sinistra e non solo a sinistra, secondo me anche in altra parte della società italiana, che non ha rappresentanza e che a chi ha interessi anche solo banalmente elettorali (dovrebbe considerare).
Cioè “abbiamo” voluto, “abbiamo” dico “abbiamo”, e da un certo punto in poi, potete dire “avete” voluto, un partito elettorale.
Ora lasciamo pure stare le ideologie che non ci sono più, ma volete i voti? Ecco, forse questo è un argomento: tenete conto che c’è un pezzo di società italiana che non ha rappresentanza e tenete conto anche di un’altra cosa e cioè che nella crisi della democrazia la capacità di mobilitazione dell’elettorato è molto importante. Qui si continua a giocare come se giocassimo a scacchi, per cui bisogna recuperare il Centro e non ci si rende conto che il gioco è cambiato. Non si gioca più a scacchi.
Noi, ancora noi, ieri per disputarci il governo con Berlusconi bisognava prendere 19 milioni di voti. Oggi la destra che governa ne ha presi 12. E’ come se fosse crollata una parte del palazzo.
L’attuale governo poggia sul consenso del 27% dei cittadini aventi diritto al voto. E mi si consenta di aggiungere che nel nostro Paese ci sono sei, sette, otto milioni di lavoratori immigrati che non hanno diritto di voto. Ho paura che quando noi diciamo “la democrazia e i suoi valori”, forse parliamo di qualcosa a cui non corrisponde più un contenuto reale. E allora c’è un pezzo di mondo che può essere evocato, riportato in campo, c’è una opinione pubblica che non ha rappresentanza.
Io ho visto un sondaggio, e i sondaggi sono la religione del nostro tempo, che dice che quasi la metà degli studenti italiani considera non infondato il paragone tra esercito israeliano e i nazisti, cosa che io, su questo noto estremista, considero sbagliata, ma questo mi fa pensare che c’è un’opinione pubblica che non ha nulla a che vedere con il pensiero dominante. Se uno legge i giornali, lasciamo stare il PCI, ma anche se uno ripete quello che diceva Andreotti, viene considerato un pericoloso estremista ormai. C’è uno scivolamento della società italiana su questi temi che è impressionante, persino una disumanizzazione, persino una dose di razzismo. Oggi per la prima volta vedo nei siti il volto di una bambina palestinese (si commuove) … sono un vecchio militante…è un tema che mi appassiona. Un tema però di cui noi ci siamo occupati perché quando ci fu la guerra in Libano noi non solo fummo per il cessate il fuoco, cosa incredibile che l’Italia non abbia votato a favore, un fatto enorme rispetto alla storia d’Italia, e non alla sola sinistra, noi (in Libano) andammo a costruire il cessate il fuoco e lo facemmo parlando con gli uni e con gli altri e non accettando l’idea che da una parte c’era la democrazia e dall’altra parte c’erano i terroristi. Solo per dire che poi in fondo abbiamo fatto anche qualche cosa di sinistra nella nostra vita, ma lasciamo perdere.
Quindi aggiungo che c’è un’opinione pubblica nel nostro Paese che ritiene che non è ragionevole quello che dice il segretario generale della Nato e cioè che l’Europa deve prepararsi a dieci anni di guerra con la Russia, che è una cosa non ragionevole, e pensa che ci vorrebbe una iniziativa per cercare di fermare la guerra ed aprire un negoziato per vedere se è possibile su basi ragionevoli cercare una soluzione di quel conflitto.
Queste opinioni non sono soltanto le opinioni di un vecchio gruppo di disperati che si riunisce festosamente, grazie davvero per chi ha pensato a questa iniziativa, davvero una gratitudine sincera e affettuosa, ma queste opinioni ci sono nella società italiana. E allora da qui venga il messaggio non che noi ci organizzeremo per rappresentarlo, perché questo è velleitario, abbiamo troppo rispetto verso di noi e verso le nostre età e i nostri acciacchi per proporci obiettivi velleitari, diciamo. Noi non vogliamo costruire un partito politico. Noi possiamo però lanciare un messaggio: queste opinioni possono trovare asilo politico all’interno dell’area del centrosinistra esistente. La richiesta è semplice: ci può essere asilo politico per queste opinioni?”
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