Fonte: La Repubblica
Michele Serra: Cardinali, sto arrivando
L’immagine di Trump vestito da Papa, fino a poco tempo fa, sarebbe stata classicamente satirica. Poteva essere una prima pagina di Cuore (probabile titolo: PAPA PIRLA I), un’imitazione di Crozza, una burla che gira in rete, una delle tante caricature della realtà delle quali la satira si nutre.
Invece, niente di più ufficiale. Sono stati i social della Casa Bianca a diffonderla, come già accadde con il “corto” su Trump e Musk turisti a Gaza, che era stato concepito da un regista israeliano con intenzioni satiriche ma è stato poi rilanciato dallo stesso Trump con incomprensibile fierezza, visto che la sua parte, in quel video, è disgustosa.
Come sia possibile che un uomo scelga di rendersi ridicolo e detestabile al tempo stesso, fomentando volontariamente la sua condizione di megalomane fuori controllo, è una domanda la cui risposta ci aiuterebbe a capire l’evoluzione dei tempi.
Molti parlano di strategia del caos, seminare sconcerto, destare scandalo in modo da disorientare il nemico principale di Trump che sono i media, o almeno quella parte dei media ancora convinta del proprio ruolo, che è raccontare la realtà. Ma questa ipotesi accredita Trump e il suo entourage di una raffinatezza culturale fino a qui non dimostrata, e anzi.
E dunque potrebbe valere l’idea, forse perfino più spaventosa, ma purtroppo più credibile, che sia Trump a non capire le battute su se stesso: è cioè che bere un drink sorridendo laddove è appena corso sangue a fiumi, o immaginarsi Papa non essendo neppure cattolico, siano banalmente cose che considera alla sua portata, di suo gradimento e molto apprezzate dai suoi elettori. Un pazzo, insomma. Uno che se gli dici: “Dovresti farlo tu, il Papa!”, invece di ridere ordina subito su Amazon il vestito da Papa, e avverte il Conclave: “Sto arrivando”.