NANOTECNOLOGIE E CONSENSO UMANO

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: FILOTEO NICOLINI

NANOTECNOLOGIE E CONSENSO UMANO

 

L’attuale congiuntura legata alla pandemia ci ha mostrato come si sia sviluppata la cognizione a gradi mai raggiunti prima. Dopo aver visto il sorgere e il consolidarsi dell’epoca della scienza, ora siamo in piena era tecnologica. Le persone in un certo senso inseguono una forma di pensare scientifica, e la nota di quest’epoca è orgoglio misto a certa arroganza riguardi i risultati della tecnologia e il modo di pensare scientifico.

Pure, ci troviamo di fronte a un gioco sulle condizioni umane e c’è necessità del consenso umano.

Si tratta del consenso di chi comprende come stanno le cose. L’era attuale ci indica infatti che non siamo più vittime innocenti e inconsapevoli ma possiamo scegliere se farci domande e cercare risposte, o affidarci a ricette già confezionate e rassicuranti.

L’impressione che ho è quella di un lento procedere verso il Tartaro e la sub Natura. Una realtà tenebrosa e sotterranea rischiarata da una falsa luce. Si vuole andare ancora più a fondo nella materia. Consideriamo un solo aspetto di quanto accennato in un altro studio*. Si spegne la vita, cresce a dismisura l’artificiale. Viviamo in una società in cui l’artificiale ha ormai superato la dimensione naturale. Viviamo, ci circondiamo e ci “ curiamo” con artefatti. Diamo uno sguardo a ciò che dovrebbe farci riflettere, senza nascondere la testa sotto la sabbia per non vedere.

L’occasione di queste considerazioni è sorta quando ho ascoltato dalla voce pacata di Loretta Bolgan una notizia sensazionale e preoccupante allo stesso tempo. Sono rimasto attirato dal termine di biglie magnetiche in uso nella nanotecnologia dei farmaci e dei vaccini. L’uso delle nano biglie magnetiche da confermare sarebbe destinato per esempio alla purificazione del mRNA. Vediamo allora che cosa possiamo sapere di questi microscopici artefatti. Dapprima un cenno generale.

I nano materiali prodotti artificialmente sono particelle utilizzate nella produzione industriale, nelle tecnologie o nella medicina, sotto forma ad esempio di nano-biossido di titanio, grafene, nano tubi di carbonio o nano argento. Le vie di esposizione sono l’inalazione, l’ingestione e la penetrazione attraverso la pelle. Possono entrare nell’organismo umano, essere assorbiti, distribuiti e metabolizzati. Si è rilevata la loro presenza nei polmoni, nel fegato, nei reni, nel cuore, negli organi riproduttivi,nel cervello, la milza, nello scheletro e nei tessuti molli, nonché nei feti (sic). Alcuni di essi possono provocare vari tipi di lesioni polmonari quali reazioni infiammatorie acute o croniche, il cui rischio sembra aumentare con la diminuzione delle dimensioni delle particelle, nonché danni ai tessuti, stress ossidativo, tossicità cronica, cito tossicità, fibrosi, tumori. Alcuni nanomateriali possono anche colpire il sistema cardiovascolare. I metalli e gli ossidi di metalli entrano nel bulbo olfattivo tramite il nervo olfattivo e che i nanotubi di carbonio attraversano la placenta e penetrano nel feto. Le nano fibre, lunghe, sottili e insolubili quali i nanotubi di carbonio possono provocare lesioni polmonari come infiammazione, formazione di granulomi e fibrosi. Alcuni tipi di nanotubi di carbonio possono provocare effetti sulla salute simili a quelli causati dall’amianto.

Ora un cenno alle nanotecnologie nel campo della farmacologia:

Per nanotecnologie si intendono quindi la progettazione, produzione e l’utilizzo di materiali, strutture, dispositivi e sistemi di controllo in scala nanometrica (da 1 a 100 nm). Le nanotecnologie hanno già un ampio ventaglio di applicazioni in moltissimi campi, soprattutto biotecnologica, ovvero medica.

L’applicazione delle nanotecnologie in campo farmaceutico ha lo scopo soprattutto di creare farmaci con particolari sistemi di vettori che ne migliorino la farmacocinetica ed in alcuni casi l’efficacia o la sicurezza. A seconda della loro dimensione, sono in grado di superare barriere e penetrare diverse strutture biologiche; ad esempio se hanno dimensioni inferiori a 40 nm riescono ad entrare nel nucleo, se sono ancora minori possono penetrare anche la barriera emato-encefalica. Inoltre hanno un rapporto superficie/volume maggiore di diversi ordini di grandezza rispetto a particelle più grandi: possono quindi essere utilizzate come portatori, trasportando un grande numero di molecole di farmaco nei tessuti bersaglio, dove il farmaco viene liberato.

Si tratta di una ricerca in continua espansione e dagli alti investimenti: molte altre nuove nano particelle sono allo studio a vari stadi di sviluppo in vista del loro potenziale uso in ambito medico. Tuttavia, a volte queste innovazioni appaiono sollecitate anche da esigenze di marketing: nuove formulazioni infatti possono consentire di estendere la proprietà di alcuni principi attivi quando i brevetti sono giunti a scadenza, senza che offrano necessariamente vantaggi clinici rispetto al farmaco originale

Le inusuali proprietà delle nano particelle potrebbero portare ad effetti inattesi (sic): ad esempio l’interazione con le strutture biologiche del sistema immunitario potrebbe portare ad effetti tossici; alcune nano particelle potrebbero non essere biodegradabili; la persistenza nell’organismo o nell’ambiente potrebbe creare problemi. (L’uso del condizionale è divenuto corrente nella letteratura che descrive le innovazioni per una residua coscienza etica che si stempera sotto il termine di rischi e benefici.)

Al momento manca inoltre una regolamentazione specifica dei farmaci che usano nanotecnologie: l’autorizzazione alla immissione in commercio viene concessa in base alla normativa vigente. In considerazione dei particolari meccanismi di azione e della potenziale tossicità, è auspicabile un’adeguata valutazione e vigilanza di qualità, efficacia e sicurezza, tramite standard e richieste aggiuntive e specifiche.

Lo studio dell’interazione delle nano particelle con le cellule è di fondamentale importanza in biologia e nelle scienze biomediche, poiché le nano particelle possono essere internalizzate e interagire con le strutture intracellulari, modificando la normale fisiologia e indurre per esempio a una morte programmata le cellule tumorali. Inoltre, negli ultimi anni, il nano grafene è stato utilizzato per l’identificazione di acidi nucleici, proteine, virus, ioni metallici, piccole molecole e per migliorare la consegna dei farmaci alle cellule specifiche, tanto da rappresentare un ottimo candidato come portatore di vaccini.

Ecco, mi fermo qui perchè c’è abbastanza su cui riflettere. Si dirà: la medicina è affidabile e si prende cura di noi, vulnerabili ed esposti a danni. Lo sviluppo inevitabilmente comporta rischi che possono essere ridotti con nuove tecniche e migliori controlli. Ma non è solo questo il punto.

L’essere umano viene per così dire automatizzato lentamente dentro la sua struttura più intima, una volta invase le sue cellule e organi. Nel XX secolo l’Umanità cominciò ad unirsi con le macchine. Persone vicine a noi hanno già pacemaker, sono in dialisi o usano apparecchi acustici. Molte altre “fusioni” sono in gestazione. La medicina di punta offre una tecnologia del sensazionale senza proporre veramente delle vie di guarigione per l’essere umano nella sua integrità. Già qualcuno fece osservare che si pretende sconfiggere la pandemia laddove occorrerebbe lottare contro le cause che l’hanno generata.

Tanti ambiti della nostra esistenza vengono modellati secondo le scienze applicate. Come ha potuto essere realizzata una tale tendenza alla meccanizzazione? Perché la tecnologia ha esplorato sempre di più degli aspetti che bisogna chiamare a buon diritto infra-sensibili. La scienza contemporanea, che non è affatto preoccupata dell’aspetto qualitativo sopra-sensibile, è discesa nell’infra- sensibile, che è anche quella dell’invisibile alle nostre percezioni sensoriali, diventando accessibile con l’aiuto di strumenti d’analisi estremamente spinti. Dapprima l’elettromagnetismo**, poi l’energia nucleare*** e da alcuni decenni il campo delle nanotecnologie, particolarmente della microbiologia. Questi tre ambiti sono in ogni caso dell’ordine dell’infra- naturale.

Possiamo vedere a volo d’uccello come dei quattro elementi naturali l’Umanità si sia servita inizialmente del fuoco per poter fabbricare gli utensili. Poi ha fatto uso dell’energia del vento, e solo a partire dal secolo XVIII ha cominciato a servirsi dell’energia idraulica e le applicazioni del vapore e dei motori a combustione interna. Nella sua discesa nella materia si è “familiarizzata” con l’elettricità, il magnetismo e la forza nucleare, in ogni caso abbiamo sviluppato tecnologie di punta.

Con la scienza esclusivamente preoccupata dell’infra-naturale siamo entrati nell’era dell’ombra, l’era in cui l’uomo sul piano etico non si è sviluppato in modo sufficiente in rapporto al folle sviluppo delle tecnologie.

Queste notizie delle nano biglie magnetiche e di quant’altro sia contenuto in una dose di vaccino non possono non allertare la nostra attenzione. Che il tutto sia al di sotto della mia soglia di percezione sensoriale non può lasciarmi indifferente. Entriamo in una dimensione fuori della soglia sensibile in quel fare e disfare il genoma, come già con l’elettromagnetismo e le radiazioni nucleari. Siamo in presenza di una tecnologia del genoma. dove i regni e le specie viventi sono indistinti, dove le caratteristiche, i geni di un insetto o di un mammifero si possono combinare con quelli di una pianta o quelli di un topo.

Gli sviluppi della biotecnologia sono appena agli inizi. Con l’ausilio di sistemi informatici sempre più complicati, l’ingegneria biologica tenta di decodificare l’informazione genetica degli esseri viventi, disponendola e organizzandola in modo da utilizzare il DNA come la “materia prima” più importante in una nuova branca della tecnologia, e come una garanzia per enormi profitti sul mercato azionario.

Si ripropone sempre alla nostra coscienza il duplice aspetto del dilemma, se cioè nella concezione del mondo che la Scienza ci presenta si stia descrivendo il vivente come un agglomerato meccanico di singole cose, o si stia in aggiunta considerando realmente il vivente come un meccanismo. Diciamo che sono due diverse sfumature di materialismo da cogliere attentamente.

Nel primo caso, siamo solo incapaci di conoscere la vita alla sua radice, nel secondo si tratta di un dogma che uccide la vita stessa.

Per ridare alla scienza il suo lato umano bisogna porsi la domanda di come spiritualizzare la tecnica, risalendo tanti gradi quanti siamo scesi con l’avventura tecnologica. Di fronte alla sub materia, si tratta dunque di riscoprire gli aspetti qualitativi della Natura e anzitutto le forze eteriche, tutto l’ambito del vivente.

FILOTEO NICOLINI

* htpps://www.nuovatlantide.org/lartificiale-non-e-il-perfetto-incantesimo-contemporaneo/

*** htpps:/www.nuovatlantide.org/nucleare-tra-scienza-e-coscienza/

IMMAGINE: Guayasamin, Madre y Niña, SHEYLA MEJIA

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